la sorveglianza della vecchia Rosa, che non parlava
mai, Bice passò nel proprio gabinetto, uno stanzino parato di arazzi
moderni, con soggetti quasi tutti derivati dai romanzi di Walter Scott, e
si fece portare il piccolo telaio, sul quale ricamava da due mesi, nei
momenti d'ozio, un manipolo per il curato della sua villa. La vecchia
Rosa seduta presso di lei, facendo automaticamente la calza,
l'osservava tratto tratto con ansiosa acutezza. L'altra avrebbe voluto
parere calma, ma le mani sottili e ceree le tremavano involontariamente
fuori dei piccoli merletti delle maniche, mentre quell'abito di velluto
azzurrognolo smorto, con certe vivezze improvvise che parevano
brividi, rendeva anche più inquietante il suo pallore.
--Rosa,--mormorò respingendo il telaio,--nessun di loro ha voluto dirmi
nulla: che cosa debbo fare? Perchè non mi hanno consigliata?
--Il professore ti ha pur detto di riceverlo.
--Ma non ha detto nulla di più.
La vecchia si lasciò cadere nel grembo i ferri colla calza e, passando le
mani sugli occhi di Bice, glieli chiuse carezzevolmente.
--Gli vuoi bene?--si chinò a susurrarle nell'orecchio.
Ma l'altra invece le domandò:
--Perchè non soffro di più, mentre la mamma ha potuto morire di
amore?
Stettero un altro pezzo in silenzio. La vecchia, colla testa della fanciulla
sulle ginocchia, la contemplava con una adorazione atterrita: ella
vedeva nei suoi occhi azzurri le stesse piccole fiamme, che già
avvampavano negli occhi della madre bruciandole il cuore tanto presto.
Bice era in preda ad un orgasmo indefinibile.
--Rosa!--domandò nuovamente:--dopo te, chi mi vuol più bene?
La vecchia non esitò un istante:
--Il dottore.
--Perchè si ostinò a volermi far vivere, quando invece dovrò morire
all'età della mamma? Mi restano ancora sei anni, sono molti. Lasciami
dire, Rosa: io lo sento meglio di voi altri, che non si può vivere così.
--Vuoi tentare il Signore con questi discorsi?
--Sino ai quindici anni sono campata di acqua civilina e di olio di
merluzzo; meno male che sono rimasta magra,--seguitò con
amarezza;--se mi fossi ingrassata, avrebbero dovuto mettermi sulle
bottiglie per réclame. Ecco il risultato della mia vita.
Rosa, che non voleva quei discorsi, se la tirò più su, contro il petto,
come una bambina.
--Che cosa gli dirai, a lui?
--Dimmi piuttosto, come potrà spiegarsi meco?
La vecchia non seppe rispondere; gli occhi limpidi della fanciulla
avevano una purità insostenibile.
--Dimmelo, Rosa: questo è il grande momento della vita per me. Tutto
quanto ho imparato, tu che mi credi dotta, non mi serve a nulla davanti
al problema, che sta per risolversi. Anche la mamma ha dovuto morire
di un tradimento; tu devi capirlo bene, che ho bisogno di saperlo. Se
l'amore degli uomini è così naturalmente diverso dal nostro, la colpa
non è loro.... Ma dimmelo.... Questa notte ho sempre pensato alla
mamma; non mi sono potuto sottrarre all'idea che, anche lei, sia stata
tradita.
--Tu sei ancora troppo piccina; queste cose si sanno solamente dopo.
--No, Rosa: ho bisogno di saperlo. La mamma è morta di dolore....
tradita, anche lei?
--No.
--Giuralo.
--Te lo giuro.
--Perchè dunque è morta di amore? Si può morire della sua gioia?
Adesso la vecchia era malcontenta; anch'essa ricadde in una
meditazione. Aveva quasi settant'anni, ma così curva e grinzosa li
portava tuttavia abbastanza bene. La sua fronte di un colore di terra
cotta, a larghe macchie, pareva spiegazzata: la bocca le era rientrata
violentemente dentro le gengive deformando le linee, forse una volta
belle del naso e del mento, ma sotto l'imperturbabilità della sua
maschera antica s'indovinava ancora un cuore buono. Parlava
lentamente, senza gestire, con voce bassa, che certe volte pareva un'eco.
Da moltissimi anni era rimasta sola, poi aveva fuso la propria vita con
quella di Bice disputandola, giorno per giorno, alla morte con la stessa
energia di contadina, colla quale ella medesima se ne difendeva.
Ma leggendo più profondamente nell'anima della fanciulla, Rosa
temeva più degli altri. Era la grande crisi; forse la morte si nascondeva
dentro quell'amore di fanciulla come una vipera sotto un cespuglio.
--Andiamo dalla Madonna,--disse risolutamente.
Pochi minuti dopo uscivano di casa, a piedi, Bice imbacuccata in una
pelliccia di martora, che la copriva sino a terra, e con un fitto velo sul
viso per non aspirare l'aria troppo rigida; la vecchia avvolta in uno
scialle antico della contessa Ginevra, e con un grande fazzoletto di seta
sulla testa.
Talvolta la gente si voltava a vederle passare.
Entrarono in San Bartolomeo.
La chiesa era quasi tiepida e deserta: Rosa porse le dita bagnate
nell'acqua santa a Bice, e andarono difilate all'altare della Madonna di
Guido Reni, la sola che a Bologna abbia un'eguale celebrità di arte e di
miracoli.
Due donne del volgo, inginocchiate dinanzi alla balaustra della cappella,
non si mossero vedendo una signorina prostrarsi vicino a loro. La
cappella, di un gusto villano, aveva per altare uno dei soliti banchi in
legno dipinto

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