sottotenente, ed egli le 
aveva afferrata e coperta di baci la mano; poi tenendola forte con un 
braccio le aveva, con labbra avide, temerarie, sfiorato i capelli, le 
guancie, la bocca invano riluttante, aveva destato in lei, sorpresa, 
smarrita, i palpiti del cuore e le febbri del sangue, e prima ch'ella 
potesse risentirsi l'aveva stretta in un amplesso violento. 
--Via di qua, infame... via...--ella gli aveva intimato subito dopo con 
voce soffocata, levandosi in piedi bianca come una morta e accennando 
all'uscio. 
E mentr'egli confuso, vergognoso, balbettava qualche scusa e 
raccoglieva goffamente il berretto cadutogli per terra, ella si 
abbandonava sul divano nascondendo il viso tra le palme e rompendo 
in singhiozzi. 
Allora l'ufficiale le si era precipitato ai piedi, le aveva posato la testa 
sulle ginocchia, e s'era messo a piangere come un fanciullo e a 
implorare perdono. 
Ella tentennava il capo senza rispondere, ma era manifesto che il suo 
furore di poc'anzi era sbollito per incanto... Perdonare!... Che aveva ella 
da perdonare a lui, povero ragazzo, che aveva ceduto agl'impeti della 
sua età? A sè stessa, se fosse stato possibile, ell'avrebbe dovuto 
perdonare. Era lei la colpevole. Se veramente non avesse voluto? Se 
avesse serbato fin da principio un altro contegno? Se, da sciocca, non 
avesse scherzato col fuoco? 
Lento lento Guido alzò verso di lei i suoi belli occhi molli di lacrime, e 
rinfrancato alquanto le dichiarò con accento appassionato il suo amore.
Tanto, tanto l'amava. Dal primo momento che l'aveva vista l'aveva 
amata. Sua madre gliel'aveva descritta ancor giovine e bella, ma egli 
non s'era mai immaginato di trovarla così bella, così giovine, così 
seducente. Che cosa erano al paragone tutte l'altre signore ch'egli aveva 
conosciute? E la sua voce? Quella voce ch'era una musica, che gli era 
discesa subito al cuore, che aveva fatto vibrar le corde più riposte della 
sua anima, che era stata per lui come la rivelazione d'un mondo 
sconosciuto, di una vita nuova? 
La Teresa cercava di chiudergli la bocca.--No, non dica cose assurde... 
Dica che s'è lasciato trascinare dai sensi... Non parli d'amore... Vada 
via.... Amore fra lei e me? Non sa quanti anni ho? 
--Non sono degno, questo è vero, non sono degno ch'ella mi 
ami--replicava l'ufficialetto con esaltazione crescente---ma ella non può 
impedirmi di amarla, non ha il diritto di mettere in dubbio il mio 
amore... Non so infingermi, glielo giuro... Domandi a tutti quelli che mi 
conoscono, domandi a mia madre. 
Questo suggerimento di rivolgersi per informazioni alla mamma in 
un'occasione simile parve così grottesco alla Teresa che l'ombra d'un 
sorriso le passò sulle labbra. Egli se ne accorse.--Vedo bene che mi 
perdona--soggiunse, riafferrandole le mani.--Angelo, angelo, angelo! 
--Basta, basta--ella riprese tentando di svincolarsi.--Si levi in piedi... E 
se vuole che le perdoni, vada via... e non torni più. 
--Ah no... non m'infligga questa condanna--gridò il sottotenente 
rimanendo in ginocchio.--Qualunque altra più grave, non questa... 
--Insomma, che cosa pretende?---replicò la Teresa che, suo malgrado, 
si sentiva sempre più debole, sempre più disposta all'indulgenza. 
--Qualunque altra--ripetè di Reana senza rispondere alla 
interrogazione.--M'imponga di andare a casa e di tirarmi un colpo di 
revolver... 
--Zitto! È pazzo?--interruppe spaventata la povera donna.
--Oh... lo farò... anche s'ella non me l'ordina... 
--Di Reana! Che spropositi dice? 
--Lo farò s'ella mi chiude la porta in faccia... s'ella non mi lascia il 
tempo di riabilitarmi ai suoi occhi... In fine, dopo aver toccato l'apice 
della felicità, che cosa ci può esser di meglio che morire?... Ma pensi, 
ma giudichi lei... Potrei vivere con l'idea ch'ella mi ha messo alla porta 
come un brutale che ha sorpreso la sua buona fede e che non aveva 
nemmeno la scusa di amarla? 
--Via, di Reana... Gliel'ho detto che le perdono... Crederò ch'ella mi 
ami... È assurdo, ma lo crederò... 
--Deve crederlo--insistè l'ufficiale.--Amare è poco... l'adoro... Oh non 
tiri in ballo la sua età... La sua fede di nascita dev'essere sbagliata... Per 
me ella non ha neanche trent'anni... Si guardi nello specchio. 
Con uno sforzo supremo la Teresa si alzò dal divano respingendo 
senz'asprezza il sottotenente che si decise ad alzarsi egli pure.--Non 
voglio sentir più queste bestialità--ella disse.--Vada!... 
--Per prepararmi a tornare, o per tirarmi un colpo di revolver? 
--Ma zitto, disgraziato!--intimò la Valdengo dando col piede un piccolo 
colpo sul pavimento.--Non pensa alla sua mamma? 
Indi con un'intonazione mesta e grave ella soggiunse:--Torni pure 
domani... La persuaderò che ha torto ad amarmi. 
La fisionomia di Guido di Reana s'illuminò come per un'irradiazione 
interiore.--Angelo! Angelo!... Sarò io invece che persuaderò lei. 
Ella portò il dito alle labbra nell'atto di chi invoca silenzio, e 
avvicinatasi alla parete premè il bottone del campanello elettrico. 
Il sottotenente s'inchinò ed uscì. 
La Teresa Valdengo stette un momento immobile in mezzo al salotto
domandando a sè stessa se aveva sognato. Macchinalmente ella 
s'affacciò allo specchio, e stentò a riconoscere la donna di cui ella    
    
		
	
	
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