Forse un punto nero nel suo passato non le permetteva di abusare della fede d'un uomo d'onore!
Ma tutto in lei si opponeva a questo sospetto.
Da tutti i suoi atti, da tutte le parole traspariva la confidente lealt�� della donna onesta.
Tuttavia, per l'interessamento che m'inspirava l'amico mio, sentivo il bisogno di scrutare pi�� profondamente l'animo di Fulvia.
--Giorgio �� innamorato di lei, nevvero? le domandai senza altri preamboli.
--Non mi ha mai detto questo.
--Non l'ha detto, ma l'ha fatto comprendere.
--Non so. Io non mi occupo d'indovinare sciarade.
--Sia sincera, Fulvia, mi dica la verit��. Crede che Giorgio l'ami?
--Non posso dirle ch'io lo creda propriamente; ma certo se non mi amasse, sarebbe un gran commediante.
--Dimostra di amarla molto dunque?
--Prende tutte le apparenze d'un sentimento profondo e represso.
--Represso?
--Certo. Represso.
--Non le disse mai una parola d'amore?
--Mai.
--Non le piace Giorgio?
--S��; mi era simpatico, e la sua voce mi risuonava possentemente in cuore.
--E poi?
--Cosa vuole! io ho una iettatura. Mi piacciono gli amori da romanzo. Vorrei che l'amore fosse cos�� anche nella realt��. Ed invece �� tutt'altro. E quando mi pare di scontrarmi in una passione come quelle che si leggono, �� come una goccia di mercurio; mi sfugge mentre sto per afferrarla.
--Io non sono forte nello stile figurato, e forse non la comprendo, osservai. Ma �� certo che Giorgio non mi sembra punto inclinato a fare con lei la goccia di mercurio.
--Eppure, prima che il sogno si facesse realt��, �� passato un soffio di vento, ed ha rovesciato l'idolo dal piedestallo.
--Cos��, domandai con involontaria acrimonia, lei ha avuto per Giorgio il quarto d'ora di idolatria?
--Con che tuono lo dice?
--Con che tuono? Non sono le sue parole? Non ha detto che si crea un idolo? E che quell'idolo cade ben presto dal suo piedestallo?
--S��, ho detto codesto, ed �� vero. Ma ebbi torto di dirglielo. Io le apro schiettamente il mio animo, come se fossimo vecchi amici. Le spiego un fenomeno che accade a me, che nasce forse da una eccessiva delicatezza di sentimento, e che ad ogni modo apporta conseguenze penose, per me, come per altri; e lei mi risponde con un'ironia che sente il rimprovero. Ci ho colpa io se sono fatta cos��?
Ella mi volse quell'apostrofe con una voce in cui strisciava l'accento allentato del disinganno che sembra volgersi indietro, e staccarsi con pena da una credenza passata; il suo cuore aveva sofferto della mia ironia, e nelle sue parole mi pareva di sentire gocciolare le lagrime che respingeva dagli occhi.
Confesso che non mi ero mai conosciuto prima d'allora tanta equit�� di sentimento e tanta facolt�� di compunzione. Neppure nelle rimembranze azzurre della mia prima confessione, trovavo nulla di simile al sincero pentimento, al profondo dolore che mi strinse il cuore al pensiero di aver offeso il mio prossimo nella persona di Fulvia.
Curvai come una parentesi la mia lunga persona per mettere la mia testa al livello di quella di lei, e le dissi, con intima convinzione:
--Oh! perdoni, signora Fulvia, lo giuro sull'anima mia che non ho voluto offenderla; dica, mi perdona?
Ella mi stese la mano senza parlare, e volle sorridermi per supplire alla parola; ma le sue labbra tremavano in quel momento, ed i suoi occhi mi apparvero natanti in uno strato cristallino... Povero cuore di donna, tenero, generoso! Fulvia era commossa; ed io! Ah, non sapevo che desse tanto rimorso l'offendere il prossimo. Ripregai quel prossimo gentile di perdonarmi: e che me lo dimostrasse continuando quel discorso interrotto: ero cos�� felice di quelle confidenze e cos�� dolente di averle demeritate: ma no, non le avevo demeritate; ella non lo credeva. No? Ebbene, perch�� non proseguiva? Perch�� non voleva dirmi come era svanito in lei quel nascente amore per Giorgio?...
Un sorriso, una stretta di mano... ed il prossimo clemente continuava cos��:
--Si ricorda la festa da ballo di marted��? Io, senza esser punto innamorata di Giorgio, avevo avuto la debolezza di farmi bella per lui. Mi pareva che mi amasse come vorrei essere amata io, per una leggerezza di cui mi vergogno, desideravo di sentirmelo dire colla sua voce appassionata. Giorgio m'invit�� a danzare, e mi fece danzare davvero. Ma quando mi strinse al suo cuore, e forse la parola d'amore stava per sfuggirgli dal labbro, quell'abbraccio mi lasci�� fredda. Egli lo sent��, e tacque.
--Ma perch��? Cosa le aveva fatto?
--Nulla: si ricorda che lei mi aveva chiesto il primo ballo per star seduti vicini, a veder le tolette? Allora Giorgio and�� ad invitare un'altra signora, e volle spiegare ai miei occhi tutte le sue grazie. Mio Dio! Non l'avesse mai fatto! Non ha mai osservato come �� ridicolo un uomo serio nella danza? E per colmo di sciagura, ballava bene! Che orrore! Era cos�� volgare, cos�� volgare... mi fece un'impressione terribile... Mi fece ridere.
--Ma �� una follia. Potr�� cancellarsi quell'impressione. Giorgio non baller�� pi��, e sar�� tutto dimenticato.
--No. Da quel giorno quel principio di simpatia svan��. Giorgio

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