che ti 
sei preso!--Poi chiamò gli altri figliuoli e disse loro accennando a 
Maria:--Questa sarà la vostra mammina, mi raccomando, siate buoni e 
non la fate troppo inquietare. 
Ecco come Maria si trovò a diciassette anni al governo della casa, 
coll'obbligo di dover pensare a cinque figliuoli irrequieti. 
Non era ancora uscito suo padre, che Maria ebbe timore d'aver presunto 
troppo delle sue forze; dei suoi fratelli, Carlo, il maggiore, era 
insubordinato, Elisa piena di pretensioni, come se fosse una principessa, 
Vittorio studioso ma disordinato, Mario vivace ed irrequieto e la sola 
Giannina docile e buona; e mentre si sentiva disposta a dar loro dei 
consigli e ad aiutarli negli studii, come avea sempre fatto, le dava 
pensiero il fare da massaia. Quell'ufficio non era il suo ideale, non 
sapeva nemmeno da che parte incominciare, specialmente con una 
famiglia tanto numerosa, colle poche rendite di cui poteva disporre e in 
una città dispendiosa come Milano. 
Il padre era impiegato alla ferrovia, aveva un discreto impiego, ma per 
mantenere tutta la famiglia con un certo decoro bisognava fare miracoli 
di economia, come avea sempre fatto la signora Morandi. 
Da principio Maria continuò collo stesso sistema della mamma, e si 
arrovellava il cervello a far conti per venirne a capo coi quattrini che le 
dava il babbo.
Il suo sogno era di poter a furia di abilità e di economia far godere alla 
famiglia una vita agiata, ed il suo scopo, veder bene avviati i ragazzi. 
Essa avea fatto in cuor suo intera rinuncia dei suoi desiderii e delle sue 
aspirazioni, per consacrarsi interamente al benessere della famiglia. 
La mattina s'alzava prima di tutti, e dopo aver dato ai fratelli una bella 
ciotola di latte, li mandava a scuola mettendo nel loro paniere qualche 
cosa per la merenda, affinchè potessero aspettare tranquillamente l'ora 
del pranzo. 
Eppure per quel po' di merenda bisognava vedere come la facevano 
stizzire! 
Elisa era spesso imbronciata di dover portare soltanto pane e burro o un 
po' di cacio, mentre molte compagne avevano nel paniere prosciutto, 
arrosto, biscotto ed altre leccornie; a Carlo non bastava mai nulla, 
avrebbe voluto una porzione da lupo. Mario invece, nella sua 
sbadataggine, era capace di dimenticare a casa la merenda; meno male 
che Vittorio era sempre contento e Giannina divideva spesso il suo 
companatico colle compagne che portavano alla scuola pane solo. 
Spesso a Maria venivano le lagrime agli occhi per la sua impotenza a 
tener tranquilli i ragazzi, per l'impossibilità di vederli contenti; però al 
babbo non diceva nulla per non tormentarlo, egli avea già abbastanza 
pensieri pel capo; ed essa tenea tutto dentro di sè, ma qualche volta non 
ne poteva più e si sentiva affranta e scoraggiata. 
Godeva un po' di tranquillità sol quando i fratellini erano alla scuola; 
allora si sedeva a rattoppare i loro vestiti, a rammendare la biancheria, 
faceva calcoli colla sua testolina per vedere di fare delle economie, 
sempre preoccupata del loro benessere. 
Uno dei pensieri che rallegrava le sue ore di solitudine era di poter 
condurre in campagna i fratelli a passar le vacanze. Era una sorpresa 
che preparava loro fra pochi giorni, un sogno che stava sul punto di 
realizzare.
Parecchi anni prima, un vecchio zio avea lasciato loro in eredità un 
casolare di campagna presso il villaggio di M.... 
Era modestissimo e composto in tutto di sette stanze con davanti un 
pezzo di terra circondato da un muricciuolo. Non vi avevano mai 
abitato, perchè colla mamma, spesso ammalata, quella casa mancava di 
comodità ed era tanto lontana dal villaggio, che prima di poter aver 
medico e medicine c'era tempo di morire. 
Il signor Morandi non avea potuto trovare nè da venderla nè d'affittarla, 
e la teneva come una cosa inutile, finchè fossero venuti tempi migliori 
da poterla riattare, oppure da trovare un compratore. 
Maria sapeva di quella casetta, e dandole pensiero avere in città, nel 
tempo delle vacanze, quei cinque diavoletti, volle andare a vedere se 
c'era la possibilità di poterla abitare, e parlò di questo suo disegno al 
babbo. 
--Chissà quante spese bisognerà fare per abitarla!--egli rispose.--Credo 
che sia un sogno. 
Maria fece una corsa fuori di città un giorno che i ragazzi erano a 
scuola, e trovò che la casetta era abitabile: semplice, con pochi mobili, 
di forme antiquate, non eleganti, ma non vi mancava nulla di quello che 
era strettamente necessario; la sola spesa sarebbe stata di dare una 
mano di bianco alla cucina. Appena ritornata, disse al padre: 
--Il letto dello zio, che è il migliore, va bene per te, gli altri, se non sono 
molto soffici, non importa, noi siamo giovani e non abbiamo bisogno di 
tante ricercatezze. 
E il padre acconsentì, contento di farsi dare i suoi giorni di permesso 
durante l'autunno, per fare un po' di campagna. 
Maria, nei momenti di calma, pensava a quei due mesi    
    
		
	
	
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