aveva presentito la Elisa, mezz'ora dopo, mentre 
le donne erano a messa. 
Montò quattro a quattro i gradini dello scalone, che non aveva riveduto 
da circa tre anni e tirò il campanello all'uscio di casa sua. 
Il servitore che venne ad aprirgli non lo conosceva punto. 
--Chi cerca di grazia il signore? 
--Il notaio Martelli è in casa?--domandò Enrico con un mesto sorriso. 
--No signore,--rispose l'altro,--il signor cavaliere Martelli è uscito. 
Enrico si fece conoscere. Entrò, andò difilato alla camera dove era 
morto suo padre, e vi si rinchiuse. Poi mezz'ora dopo cogli occhi rossi 
di pianto, si fece portar nascosto in una carrozza al cimitero per visitare 
il luogo dov'era stato sepolto.
Di ritorno a casa Enrico trovò il notaio Martelli suo tutore, che lo 
aspettava per abbracciarlo. 
Prima che questi tornasse a casa dal cimitero, il notaio avendo udito dal 
portiere, come il contino fosse arrivato, era salito frettoloso le scale, ed 
entrato in anticamera: 
--Dov'è dov'è questo ragazzo?--aveva sclamato, non pensando che il 
ragazzo s'era fatto ormai un uomo di quasi ventun'anni. 
--È andato al cimitero--gli rispose il servitore. 
--Ah, povero figliuolo!... È vero! Bravo, bravo! 
Così dicendo, attraversò l'anticamera ed entrò in uno studio attiguo, 
dove era solito stare qualche ora del giorno a sbrigare le faccende della 
tutela. 
--Dì un po'--ruppe a dir egli quando fu seduto allo scrittoio rivolto al 
Leopoldo--sei stato dal Saulino? 
--Sì, signor cavaliere. 
--Cosa ti disse? 
--Che verrà qui lui dopo pranzo. 
--E dal Sala? 
--Anche. 
--E quello che cosa ti rispose? 
--Mi disse che ora non ha voglia di comperare carrozze usate. Ma 
stamattina è stato qui un signore a vederle in rimessa e ha fatto 
un'offerta. 
--Quanto? 
--Mille lire. 
--Non c'è male. Si può cederle a questo prezzo, mi pare. 
--La scusi signor cavaliere se metto il naso anch'io in questa materia. È 
solo per avvertirla che lo steage è quasi nuovo, perchè l'ha fatto fare 
l'anno scorso il signor conte e l'ha adoperato non più di otto volte in 
tutto l'anno. 
--Ebbene? 
--Ebbene dico che si potrebbe tenerlo, ora che è arrivato il signor 
contino. È un legno del buon genere. 
--Che cosa? Buon genere? Bagattelle! Quest'è una parola inventata 
adesso. A' miei tempi non si parlava punto del buon genere. 
"Sicuro. Quando regnava Carlo V" pensò tra sè il Leopoldo. 
--Io di carrozza non me ne intendo una maledetta--continuò il
notaio--ma se questo steage è quel demonio di un carrozzone coi sedili 
fin sull'imperiale come una diligenza.... 
--Sì, sì, proprio quello! 
--Allora ti dico addirittura di mettere da parte il pensiero, perchè a 
trascinare quella macchina non ci vorranno meno di due cavalli.... 
--Come due! La dica pur quattro. 
--Figuratevi! No, no, no, vendiamolo subito. 
--Lei signor cavaliere vorrebbe forse che il signor contino tenesse meno 
di quattro cavalli in scuderia? 
--Ma che quattro, ma che tre, ma che due!--sclamò il notaio 
vivamente.--Adesso so che è di gran moda un legnettino leggero da un 
cavallo solo. Tanto più per un giovinetto della sua età. Bagattelle, 
anche troppo! 
--La mi scusi don Ignazio--disse il palafreniere con voce 
insinuante--ma anche volendo tenere un cavallo solo da tiro ce ne vorrà 
sempre almeno uno di cambio e uno da sella. 
--Ma che cambio, ma che sella!--sclamò il notaio inviperito.--Il cambio 
è perfettamente inutile, perchè se quell'altro fa il suo servizio bene, il 
cambio resterebbe in stalla a mangiar fieno e biada a tradimento. E 
quanto a quello da sella si può scusare con un cavallo a doppio uso. 
"Bazzica!" pensò il Leopoldo. "Come il curato di Cilavegna!" 
E non disse più nulla, giacchè cominciò a mulinare come qualmente per 
rubare la biada ad un cavallo solo non gli sarebbe più convenuto di star 
in quella casa, 
--Dunque?--domandò il notaio. 
--Ma ecco, se il signor cavaliere mi permette di parlare. 
--Te lo permetto. 
--Le faccio presente che se il cavallo a doppio uso si ammalasse.... 
--Oh, allora poi, bagattelle, si va un po' anche a piedi... pedibus 
calcantibus. 
"Ah sicuro!" pensava fra sè quello scorbellato di Leopoldo, "un bel 
paio di scarpe nuove e avanti." 
--Io sono bene andato a piedi tutta la mia vita!--riprese il notaio. 
"E sì, che è un cavaliere!" pensava l'altro. 
--Se poi il mio signor pupillo non volesse proprio degnarsi di andar a 
piedi ci sono sempre dei buoni omnibus a dieci centesimi. 
"Ma sì, guarda me! Non ci pensavo. Ci sono questi omnibus?
Adoperiamoli." 
--Qualche volta ci vado anch'io in omnibus; non però quando non ho 
fretta, perchè allora arrivo prima colle mie gambe. 
--Lei è il padrone!--conchiuse Leopoldo.--Faccia lei. 
--Sicuro che debbo far io--sclamò il notaio.--Anzi, ti avviso di non 
mettergli in testa all'Enrico delle fisime inutili. L'economia è la madre 
di tutte le virtù, e quando un solo cavallo può far il servizio di tre, non 
saprei come possa venir in testa ad un cristiano    
    
		
	
	
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