sorridendo.
--Sì, al mio posto, ma non già di combattimento, come tu dici. Io sono 
neutrale, come l'Inghilterra; e tu? 
--Io! qui certamente più dell'Inghilterra e di te. 
--Che vorresti tu dire, Laurenti? O perchè saresti più neutrale di me? 
--Non guardi tu la Roccanera?--mi chiese egli.--Non è ella, per tua 
stessa confessione, la donna che tu guardi più volentieri da un pezzo? 
--Sì, la guardo, e che perciò? È uno studio innocente il mio, e null'altro. 
Quella donna mi piace, come a te, naturalista famoso, un coleòptero 
dalle ali più vagamente screziate, o una bella conchiglia dell'epoca 
terziaria, e ne faccio argomento di studio. Poi, dove giungo io? Pianto 
forse una spilla nella tenera corazza del coleòptero, o porto la 
conchiglia nella mia stanzuccia? Tu lo vedi; mi contento a guardarla da 
lunge; piglio da lei quello che non mi potrebbe negare, che non desta la 
gelosia di nessuno, e che non mi costa la menoma fatica ad ottenere. 
--Lassù,--rispose Laurenti--ce n'è un altro il quale vorrebbe qualcosa di 
più. 
--Si serva, se così piace a lui e alla dama. 
Laurenti stette un tratto senza rispondere, ma guardando sempre col suo 
binoccolo verso il palchetto della Roccanera; poi, seguendo il filo di un 
interno ragionamento, esclamò a bassa voce: 
--Povera Luisa! 
--Tu hai toccato il tasto;--soggiunsi.--Ma che vuoi, Laurenti? questi 
signori uomini sono tutti d'una pasta, o, per dir meglio, d'una mota. Le 
donne per fermo hanno ad essere migliori di noi; e non già perchè 
abbiano un altro sangue nelle vene, ma perchè più gelosamente educate. 
Del resto, la signora Luisa si consolerà anche lei, come tante altre. 
--T'inganni, ideologo, e consenti che il naturalista t'insegni qualcosa. 
Ella è su d'un letto, sfinita, abbandonata alle cure prezzolate de' suoi
servi, e senza un amico che la conforti, al capezzale. Intanto il signor 
Percy, la cagione di tutti i suoi mali, è qui, a fare il cascamorto presso 
quest'altra. Che te ne pare? 
--Ah! se la è così, mi duole della Roccanera, che non capisce queste 
cose. 
--Ella? O che vuoi che le ne importi? Tu che studi quel corpo celeste (e 
non si può negare che lo sia) hai forse trovato che abbia una densità 
centrale da potersi mettere in conto? In quel corpicino snello, il cuore 
non c'è che come un centro ai canali del sangue, ma non pretendere che 
faccia altro. Quelle, amico mio, sono donne incaricate da Dio dell'alta e 
bassa giustizia in materia di amore. Fanno pagare a certi uomini, in 
sospiri, angoscie d'ogni maniera, e talfiata anco in colpi di pistola alle 
tempie, i dolori, le angoscie, che essi hanno cagionato a lor volta. 
Laonde io penso che siano necessarie nella economia sociale, come 
tanti altri malanni, imperocchè, senza di loro, non ci sarebbe più 
giustizia in questo mondo per le donne tradite. 
--Sono sconfitto, Laurenti; dò un calcio alla ideologia e mi metto a 
studiare di scienze naturali. Del resto, io non ho mai pensato che 
madonna fosse diversa da quella che tu la dipingi, e per giungere a 
cotesto non ho avuto mestieri di studiarla. In quanto a lui, fa la sua 
strada. Dieci anni di amore, dei quali bisogna contarne quattro di catena, 
gli hanno fatto sentire il bisogno di scuotere il giogo. Egli ha fatto come 
una delle tue crisalidi, dopo una troppo lunga dimora nel bozzolo. 
--Egli è un tristo!--interruppe Laurenti. 
--Un tristo? e perchè? qui posso darti lezione io, Laurenti. Questa che 
tu biasimi, è la natura dell'uomo, come della crisalide. 
--Lo credi? Sarà: ma, dato il caso, a me pare di non essere di questa 
specie di animali. 
La conversazione tirava al serio; Laurenti s'era fatto buio come 
un'imposta chiusa. Stava per cominciare il terz'atto dell'opera, e l'amico 
mi porse la mano, a mo' di commiato.
--Te ne vai? 
--Sì, me ne vado. 
--Aspettami, vengo anch'io. 
--O che?--mi disse egli, accompagnando la frase con un sorriso 
ironico.--Non rimani a studiare la densità della tua stella? 
--Ti pare? La m'è venuta in uggia maledettamente. 
--Ma se lo dicevo io!--esclamò Laurenti.--E ci voleva tanto a 
persuadersene? 
Ciò detto, Laurenti ficcò il suo braccio sotto il mio, e ambedue ce ne 
andammo a passeggiare all'Acquasola, facendo un dialogo scucito e 
malinconico, in continuazione di quello che ho riferito ai lettori. 
 
II. 
Chi ha conosciuto Guido Laurenti? E chi si ricorderebbe di lui, anco se 
io dicessi il suo vero nome? Nessuno, io credo; imperocchè egli era un 
giovine modesto, il quale non faceva parlare di sè, e il suo modo di 
vivere non attirava l'attenzione di alcuno; perchè se ne stava quasi solo 
ed aveva pochissimi amici, cheti e modesti come lui; perchè, 
finalmente, nel fatto delle relazioni sociali, quattro o cinque anni di 
assenza sono l'eternità, o poco meno. 
Egli è sparito da Genova, e nessuno ha chiesto, un mese    
    
		
	
	
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