uno si procaccia il vivere con la spada, 
d'altro, se lo procura col breviario, onde se non trovi canonici che 
abbiano genio di capitano, ti occorrono qualchevolta soldati che 
arieggiano anco troppo del canonico; nè questo giudico il peggio. Le 
armi appartate dal vivere civile, e sceme di dottrina, e piene di 
presunzione tu reputa addirittura minaccia non sostegno di libertà; il 
soldato ignorante e il mastino della tirannide. Erodoto, Senofonte, 
Socrate, Epaminonda di Tebe, Arato di Sicione capitani furono e 
filosofi; la spada in tempo di pace mettevano per segno in mezzo alle 
pagine dei libri della sapienza, però, quando ne la traevano fuori non si 
correva pericolo che senza accorgersene essi l'adoperassero a danno 
della Patria, e in pregiudizio della Libertà. La milizia incivile ha 
educato fra noi gente misera a un punto e contennenda; poichè non la
menò diritto al canonicato, fastidisce i lavori dagli studii rifugge, 
irrequieta sempre e bisognosa di sommovere le acque per pescare nel 
torbido; al contrario di quanto disse stupendamente il Danton, si porta 
la Patria sotto le suola delle scarpe. 
Morte degli studii onorati, come del senno politico, del senso morale, di 
tutto che compone l'onesto vivere civile il mestiere dei Giornalisti. In 
questa maniera di scrittura convennero la mediocrità astiosa, la 
calunnia che si vende, la presunzione ventosa, insomma quanto di più 
volgare, e di più tristo deturpa la razza umana. La più parte dei Giornali, 
macelli di malacarne, dove i quarti della coscienza degli scrittori tu 
vedi appesa ai ganci per ritagliarsi a minuto. E' par bello ai dì nostri 
vendere a peso, e a misura ciò che altra volta avrebbe condotto sopra la 
panca dell'accusato; chè, appunto quegli che fu commesso alla custodia 
della legge, e all'onore dei cittadini paga co' denari del pubblico i laceri 
contro la legge, e l'onore dei cittadini. Gli è il saturnale dei maestri di 
scuola senza scolari, di causidici senza liti, di medici senza ammalati, 
di ghiottoni di ogni risma; ai quali larvati dell'anonimo sembra grazia, 
ch'era follia sperare, rifarsi dell'astio contro cui per virtù, o per ingegno, 
o per servizi resi alla Patria primeggia; sfogare lo infinito veleno che gli 
affoga; industriarsi ad avvilire altrui onde abbiano gaudio della propria 
viltà Giornalismo sifilitide schifa della Libertà.--Cristo! che alluvione 
di pantano si distese per tutta la Italia[1]. 
[1] Intendi del Giornalismo venduto.-- 
E Cristo, tuttochè mansuetissimo fra le creature, quando gli occorse il 
tempio contaminato dai pubblicani e dai rivenditori, a colpi di flagello 
li cacciò via dal portico; e vendevano mercerie, o commestibili; i 
Giornalisti poi vendono la coscienza, e non mica nel portico sibbene 
dentro il tempio, anzi nel santuario, dove impugnato il corno dell'altare 
della Libertà, in nome della Iddia pretendono asilo. 
E tuttavia come cosa barbara gli asili antichi abolironsi, e chi vi 
rifuggiva s'ingegnava sottrarsi alla pena di delitto commesso, e forse gli 
rimordeva la colpa; ad ogni modo costui o non poteva o male rinnovare 
la colpa mentre i Giornalisti abbracciano l'ara della Libertà per 
continuare impuni i misfatti; nè di altro sentono rimorso, che di non
avere fatto peggio. 
Per tema di offendere l'altare nel colpire il nefario, che lo abbracciava 
quando tenni in mano la scure del potere, aborii adoperarla; nè me ne 
astenni solo, bensì curai, che i diari infesti e pieni d'ingiustizia 
liberamente si propagassero: non sono vanti questi ma verità, e fossero 
vanti, veruno può contrastarmeli; però, molto meno privato cittadino 
devo adoperarmi a restringere per anticipazione l'esercizio liberissimo 
delle facoltà dell'uomo; tanto però ho chiesto, ed in tanto insisto, che 
ogni scrittore apponga il nome sotto il suo scritto; questo impongono la 
giustizia e la buona morale, e dacchè gli scongiuri mossi a custodia di 
cose siffattamente necessarie non sortirono l'effetto desiderato; 
intervenga la legge e comandi; pei trasgressori metta le pene. Ai liberi 
uomini sconviene camminare come i topi nei cunicoli; e quando troppi, 
rodendo le staminare al buio pongono in pericolo la nave, il marinaro li 
leva di mezzo con la stufa.--Nè mi acqueto punto all'obietto, che in 
fondo al Diario occorre il nome del Direttore il quale malleva di tutto, 
perchè il Direttore sta lì per finzione, nè si può disprezzare altrui per 
finzione, e molto meno trovo giusto punirlo; e poi sovente il Direttore 
si sceglie per la ragione, che natura ed arte gli foderarono la faccia di 
zinco sopra ogni altra creatura umana; non potrebbe toccare mai a 
cittadino onorato peggiore fortuna, che prendere briga con taluno di 
quelli che si appellano Direttori di Giornali; chi con le mani ignude 
vorrebbe raccattare lo scorpione...? 
Anco questo il popolo si abbia per segno di Libertà verace;--il cessare 
la compra e vendita delle coscienze co' danari spillati dal sudore del 
popolo per difendere le colpe e gli errori dei governanti, e per 
assassinare i cittadini dabbene. Da sè il    
    
		
	
	
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