dei due sessi, 
chiamandola: amore. Anche noi, convinti che il libertinaggio produce il 
deperimento fisico e morale delle razze, abbiamo riconosciuto la 
necessità di moderarlo con provvide leggi. Non per questo abbiamo 
velato la statua del Dio; non abbiamo calunniato la natura. Voi avete 
detto: l'amore è un peccato; noi ci riteniamo più morali e più logici di 
voi, coll'aver proclamato che l'amore è un dovere ed un diritto di tutti 
gli esseri viventi. Dopo questo, non vi recherà meraviglia l'udire che il 
matrimonio è obbligatorio per tutti gli abitanti dell'isola nostra, salvo i 
pochi casi nei quali si presentino delle incompatibilità fisiche. 
--Vi hanno dunque delle eccezioni...? 
--Di queste parleremo in appresso. Permettete che innanzi tutto io vi 
esponga brevemente i principali articoli del nostro codice coniugale. 
Appena compiuti i vent'anni, ciascun cittadino dell'isola è autorizzato 
ad ammogliarsi; ma la fase che noi chiamiamo obbligatoria comincia ai 
ventitrè anni e finisce ai trentacinque. Quando io vi abbia soggiunto che 
l'età dello sposo non deve mai eccedere di tre anni quella della moglie, 
e che qui da noi le proposte matrimoniali si fanno in ogni caso dalla 
donna, comprenderete per quali ragioni il così detto giro di nozze viene 
dalla più parte dei nubili intrapreso in età giovanissima. 
--Questa è nuova! interruppi crollando il capo.--Si fa dunque, in 
codesta isola vostra, precisamente l'opposto di ciò che si pratica da noi. 
Ora comincio a capire perchè quelle fanciulle da me poco dianzi vedute 
mi parvero sì petulanti e sfrontate--ma non comprendo per qual ragione 
vi paja utile ed onesto che le proposte matrimoniali partano da quel 
sesso, il cui più bell'ornamento dovrebb'essere, a veder mio, la 
timidezza e il pudore.... 
--Europeo incancrenito!--sclamò Spugna-di-Senno coll'accento della
più sentita commiserazione--non comprendete! non comprendete!...ed 
io comprendo benissimo come da voi certe cose non si possan 
comprendere! Per rendermi comprensibile, non ci ha dunque altro 
mezzo; convien proprio ch'io vi metta sottocchio i bei risultati che si 
ottengono nei paesi vostri, dove si segue l'opposto sistema. Eccovi una 
delle vostre fanciulle; poniamo pure la più bella, la più buona, la più 
saggia delle figlie di Europa. A diciasette, a diciotto, a vent'anni, 
malgrado l'abbominio onde voi, sapientissimi e morigeratissimi, avete 
stigmatizzato il divino istinto della natura, ella pur sente il bisogno di 
amare e di essere amata. Ma voi le avete insegnato che bisogna 
reprimersi e dissimulare. Voi le avete detto che è contrario alle leggi 
della onestà, del pudore, che so io, manifestare ad un giovane dei 
sentimenti altrettanto soavi che naturali ed onesti. Voi condannate 
questa giovinetta alle noje della sterile aspettazione. Voi credete di 
sublimare la vergine, e create una martire tormentata da desiderii 
infecondi. Ch'ella aspetti. Non è lei che deve scegliere. Ella deve 
ricacciare nel profondo del cuore le vivaci simpatie che ad ogni tratto 
vorrebbero irrompere. E frattanto passano gli anni... Io voglio 
ammettere che a tempo opportuno, prima che il tormento degli 
insoddisfatti desiderii non l'abbiano logorata fisicamente e moralmente, 
alla vostra fanciulla si presenti... un aspirante. Voglio supporre che 
respinte le proposte del primo, perchè ripugnante ed uggioso, si 
presenti il secondo ed il terzo... Ma ditemi--signorino mio--credete voi 
che su cento matrimonii assortiti alla vostra bella moda Europea, ve ne 
abbiano cinque, ve ne abbiano due, pei quali una giovine donna vegga 
realizzarsi i suoi voti, i suoi sogni d'amore? Fortunate davvero le vostre 
fanciulle! Voi vietate ad esse di scegliere, voi le obbligate a subire. E 
subiscono, le disgraziate; subiscono per impazienza talvolta, più spesso, 
per disperazione. E poi vi lagnate se più tardi esse vi fanno quei 
graziosi regali!... Ma voi siete forse ammogliato, ed io mancherei alle 
leggi della buona creanza completando il mio pensiero. Spero essermi 
spiegato abbastanza perchè voi possiate rettificare i vostri criterii sulla 
moralità delle nostre fanciulle, sulla saggezza delle nostre leggi e dei 
nostri costumi. 
Spugna-di-senno parlava coll'enfasi dell'uomo convinto, e la sua 
conversazione mi interessava a sommo grado. Dopo breve silenzio io
ripresi ad interrogarlo: 
--Avete parlato di incompatibilità fisiche; vorreste voi, illustre 
Spugna-di-senno, darmi su questo punto per me oscurissimo qualche 
schiarimento? 
--In due parole vi metto al chiaro di tutto, rispose il mio amabile e 
facondo interlocutore. Vi par giusto, vi sembra conforme alle leggi 
della natura, ciò che si pratica nei vostri paesi, che il matrimonio venga 
consentito ad un individuo, il quale, per età, per malattia, per 
qualsivoglia diffetto di costituzione, non si reputi idoneo alle vigorose 
manifestazioni dell'amore? Ma i casi di deperimento precoce, è ben 
raro che oggidì si producano nell'isola nostra, dove cresce una razza 
bella e gagliarda, che non trova riscontri in nessun'altra popolazione del 
globo. Qui gli uomini prendono moglie nell'età delle fervide passioni; 
da voi, il matrimonio è una istituzione, che sotto molti aspetti somiglia 
ad un rifugio da invalidi. Si può mai ripromettersi una unione felice 
laddove ad    
    
		
	
	
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