Le rive della Bormida nel 1794 | Page 4

Giuseppe Cesare Abba
lontana e già quasi sfumata nella sua memoria; forse anco
qualche affetto rimasto in sul nascere, scuoteva nel suo cuore gli avanzi
di qualche fibra; e così tra il pensiero della soldatesca imperiale antica e
nuova, e quello di Giuliano che non arrivando affliggeva sua madre, la
mente le ondeggiava come la fiamma della lucerna, la quale scossa
lievemente dal venticello della finestra, spandeva per la sala una luce
tremula e fioca, che s'addiceva in mesta maniera a quel raccoglimento
ed a quel silenzio.
Fuori suonava un'allegrezza di canti, ed empievano l'aria le grida sin
troppo festose delle brigate, che tornavano dalla merenda, menzionata
da Marta nel parlare di Rocco. Il quale era un colono che conduceva il
podere intorno alla casa della padrona; e appunto riveniva anch'egli da
quella baldoria, che i popoli di quei monti escono a fare in campagna
l'indomani di Pasqua. Festeggiano la primavera sui prati e nei vigneti;
bevono del migliore e mangiano i resti del giorno innanzi, portati nei
tovaglioli messi in bucato la settimana santa; dopo il pasto gli uomini
continuano a bere, le donne a chiacchierare, i fanciulli si rincorrono,
ruzzano, giuocano; e le zitelle tornano finalmente a danzare coi loro
dami, dopo aver camminato ad occhi bassi tutta la quaresima, senza
poter parlare con essi neppur sul sagrato.
Quei canti suonavano dunque da tutte le parti, ma la signora Maddalena,
assorta come era in Giuliano, non vi badava. Questi intanto veniva o
piuttosto si lasciava portare dalla sua giumenta; pensoso, raccolto, tanto
che neanch'egli udiva quel chiasso festereccio; nè vedeva la via, nè
forse la testa della sua cavalcatura, tra le cui orecchie pareva guardasse
con occhi intenti. Parlava tra sè di quando in quando, a mezza voce; e
allora la povera bestia incalzava un tratto, quasi per vedere se quelle
parole toccassero alla sua andatura: poi si rimetteva tranquilla a quella
che aveva mosso partendo da C. Giunta così a un certo segno, squassò
forte il capo, nitrì fiutando l'aria della mangiatoia vicina; e allora
soltanto scuotendosi, Giuliano s'accorse d'essere lontano dai luoghi,
dov'era rimasto col pensiero e col cuore. La notte era fatta, il suo borgo
nativo gli stava dinanzi, si discernevano le finestre illuminate
fiocamente da dentro le case; e scoprendo le proprie, egli pensò che sua
madre era là in pena ad aspettarlo. Si ricompose in sella, affrettò colle

calcagna la giumenta, e sebbene agli altri suoi pensieri s'aggiungesse
che gli pareva d'essere un cattivo figliuolo; pure provò un po' di quel
senso, che a sera rallegra soavemente il ritorno.
Era appunto in quella che la signora Maddalena, stanca d'aspettare,
stava per dire a Marta, che Giuliano fosse o non fosse per aversene a
male, voleva andargli incontro essa stessa; quando le pedate della bestia
si fecero udire sul ciottolato del vicolo per cui si veniva nel piazzale.
«È qui!» sclamò essa, togliendosi dalla finestra tutta mutata nel viso e
sorridendo; e lesta lesta attraversò la sala seguita dalla fantesca, che la
raggiunse nell'atrio recando la lucerna.
Il giovane arrivò di trotto, e smontando a piè dei gradini dell'atrio disse
alla signora: «non mi sgridi..... mi perdoni.... a un'altra volta tornerò più
presto.....
«Ah.... te ne avvedi anche tu? Il perdono è un bel chiederlo.... ma a
quest'altra volta.... vedremo....»
Giuliano non le lasciò finire l'amorevole rimprovero, ma guardandola
umilmente negli occhi, le si avvicinò come per soggiungere qualcosa.
Poi non trovando la parola, tenne dietro a Rocco, il quale avendolo
udito arrivare, era corso mezzo brillo a pigliare la giumenta, e l'andava
a riporre.
A quel fare insolito sbigottì la signora; e già chiedeva che ne pensasse a
Marta, la quale s'ingegnava di riverberare colla palma i raggi della
lucerna dietro Giuliano, sicchè essa rimaneva colla faccia e colla
persona nell'ombra. Ma a stornarla dalla sua domanda, s'udirono alcuni
tocchi lenti e lamentosi della campana di castello, venuti a mescolarsi,
come la voce d'una terza persona, alla loro malinconia. A quel suono
che segna la una di notte, il popolo di quei villaggi pensa a' suoi morti,
e in ogni casa s'interrompono i discorsi della veglia per recitare il
deprofundis. La signora Maddalena, si segnò, e si mise a dire il salmo
sublime, che ad ogni verso, ci soffia sull'anima l'aria fredda dell'abisso;
e recando come un grido dell'altro mondo, ci fa levare gli occhi al cielo,
in cerca d'un po' di luce, d'un po' di vita, di qualche novella dei sepolti

quaggiù. Marta non sapendo le parole del salmo, che mai non aveva
potuto mandare a memoria, teneva dietro coll'intenzione, a lei,
guardandola nelle labbra, o picchiandosi il petto; e quando la signora
mostrò d'avere finito segnandosi la seconda volta, essa disse: amen.
Proprio in quel punto ricomparve Giuliano.
«Qualche cosa da dirmi l'avrà di certo»--bisbigliò la signora, e dall'atrio
entrò nella sala, seguita da lui e
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