Le rive della Bormida nel 1794

Giuseppe Cesare Abba
rive della Bormida nel 1794, by
Giuseppe Cesare Abba

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Title: Le rive della Bormida nel 1794
Author: Giuseppe Cesare Abba
Release Date: May 12, 2007 [EBook #21425]
Language: Italian
Character set encoding: ISO-8859-1
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DELLA BORMIDA NEL 1794 ***

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Nazionale Braidense - Milano)

[Copertina]

LE
RIVE DELLA BORMIDA
NEL 1794
RACCONTO
DI
GIUSEPPE CESARE ABBA
MILANO
TIPOGRAFIA E. CIVELLI e C. Via Silvio Pellico, N. 8
1875

[Occhiello]
GIUSEPPE CESARE ABBA
LE RIVE DELLA BORMIDA NEL 1794
[Frontespizio]

LE
RIVE DELLA BORMIDA
NEL 1794
RACCONTO
DI
GIUSEPPE CESARE ABBA

MILANO
TIPOGRAFIA E. CIVELLI E C.
1875
[Verso]
«L'autore dichiara riservati a sè tutti i diritti accordati dalle vigenti
leggi sulla proprietà letteraria.»

A MIA MADRE MORTA

LE RIVE DELLA BORMIDA NEL 1794

CAPITOLO PRIMO
Chi si parte dalla marina del Finale, e su pel fianco dell'Appennino va
verso le Langhe, si arresta trafelando ogni tratto a ripigliar lena, e a
vedere quanta sarà ancora la salita, e quanto s'è scostato da quella
spiaggia, diversa giù giù per foci di torrenti, per iscogliere tagliate a filo,
per promontori neri, dirupati, somiglianti a mostri, che si inoltrano
cimentosi nei flutti. Ma guadagnata che abbia la vetta del Settepani,
sente l'affanno della via ripida e lunga, quetarsi in una vista
maravigliosa. La catena dell'Alpi è di lassù un'occhiata infinita; e se vi
si arriva all'apparire del sole, tutta la distesa di picchi, di coni, di
aguglie, gli pare un mondo di cose vive e moventi. Si vorrebbe aver
l'ali per lanciarsi su qualcuno di quei culmini, così alti nel cielo; e si
abbassa di malavoglia lo sguardo, a cercare la via, giù per i gioghi
avvolti ancora nell'ombra, lì sotto: dove per un lungo digradarsi di
monti, si confondono villaggi, selve, burroni spaventosi; qua
Montenotte, là Cosseria, castella e torri feudali per tutto; più lontana e
più bella d'ogni altra quella di Vengore, che nera e solitaria si spicca su
un altipiano, oltre il quale la nebulosa pianura.

Giù per le selve fumano le carboniere da mille siti. Le donne, colle
ceste del mangiare in capo, s'affrettano verso quelle, pei dirotti sentieri;
e ti guardano fantasticando sull'esser tuo: gli uomini, a mo' di brusco
saluto, ti dicono «animo,» o «allegri!» quasi lassù non potesse passare
chi non è lieto o animoso. Non ti paia d'essere capitato fra gente mezza
barbara; chè se tu chiederai loro qualche servigio ti saranno cortesi, e
interrogati ti additteranno i ripari di pietre ferrigne, fatti dagli Alemanni,
superati dai Francesi; e i tumuli erbosi sotto i quali giacciono i morti di
quelle genti; gloriandosi di non averli turbati mai. Se l'ora sarà del
riposo, e sederai con loro, ti narreranno leggende antiche come quella
di Adelasia ed Aleramo; o forse qualche storia della sorta di questa mia,
seguita in luoghi che si vedono di lassù; quando i repubblicani Francesi,
calarono in Val di Bormida, a piantar alberi di libertà, e a ballare la
carmagnola pei sagrati e sin nelle chiese.
Uno dei borghi di quella vallata, in cui per amenità di postura e pel
genio allegro degli abitanti, facesse di quei tempi più bello stare, era
quello di D.... bagnato dalle acque della Bormida, che ivi scorre con
curve leggiadre, all'ombra d'alti pioppi e passa sotto le volte d'un ponte
angusto, gettato sopra di esse a guisa d'un patto, stretto cautamente fra
quel popolo, in età di poca concordia. Dico così perchè D.... se ne sta
diviso in tre vichi; dei quali due giacciono in riva all'acque, di maniera
che uno d'essi pare lì per tuffarsi; mentre il terzo li soggioga dalla vetta
d'un colle ronchioso e popolato di cerri. La via onde si arriva su questo,
serpeggia con repentine svolte per l'erta; e sebbene non tutta a petto, è
di molta fatica a salirla. Ma come uno è sulla cima si sente rinato. Piace
il sito della chiesa e il campanile che si leva più alto parecchie braccia,
con una cupoletta, che miracolo se il vento non se la porta via:
piacciono il presbiterio e l'orto; e invoglierebbero ogni uomo d'essere
prete, per vivere lassù da curato. Alcune case che fanno corona alla
chiesa, quantunque belle pongono anch'esse in cuore un funebre senso.
Le ragnatele pendono dai balconi le cui imposte cascano sfasciate;
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