La Principessa

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La Principessa, by Jarro

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Title: La Principessa
Author: Jarro
Release Date: October 1, 2006 [EBook #19430]
Language: Italian
Character set encoding: ISO-8859-1
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LA
PRINCIPESSA
ROMANZO
DI
JARRO (GIULIO PICCINI)
MILANO FRATELLI TREVES, EDITORI 1894.

PROPRIET�� LETTERARIA
Riservati tutti i diritti.
Tip. Fratelli Treves.

Al Comm. MATTEO SCHILIZZI
Questo romanzo fu pubblicato, per la prima volta, nelle appendici del suo diffusissimo giornale Il Corriere di Napoli. Ella stessa ebbe la bont�� di scrivermi che il gran pubblico napoletano l'aveva accolto, capitolo per capitolo, con la pi�� viva curiosit��. Altri miei amici mi raccontarono del successo popolare che ebbe in Napoli questo lavoro. S'intitolava allora La Donna Nuda: ma, per varie ragioni, il titolo �� stato oggi mutato.
Sono orgoglioso di scrivere in fronte al mio libro, come lietissimo auspicio, un nome illustre, caro all'universale, il nome di un gentiluomo, in cui sono pari la squisitezza dell'intelligenza e la grandezza dell'animo.
Accetti, nobilissimo amico, il tenue omaggio come espressione d'affetto, d'ammirazione, di simpatia vivissima.
Firenze, 30 giugno 1893.
JARRO.

LA PRINCIPESSA

PARTE PRIMA.
Veniamo ai fatti:

I.
Nel pomeriggio del 30 luglio 18.... un uomo correva trafelato verso il parco di Montrone, presso Napoli.
Aveva fiori e nastri rossi al cappello: i panni da festa: la faccia come infuocata.
--Domenico!... Domenico!...--Uomini, donne, ragazzi lo chiamavano, sghignazzando, facendosi beffe di lui, ma egli non si fermava.
--�� tardi!... �� tardi!...--aveva risposto due o tre volte a' pi�� importuni.
E aveva continuato nella sua corsa.
Domenico era ben noto per diecine di miglia intorno a Napoli.
Avea servito molti signori, in un anno mutava cinque, sei padroni; era stato cocchiere, cuoco, valletto; aveva pur servito in conventi, in locande, in osterie, sempre cacciato per la sua intemperanza.
Ora egli era giardiniere del duca di Montrone.
Il duca, ufficiale nell'esercito austriaco, aveva test�� preso parte a una delle guerre d'Oriente, ed era tornato la sera innanzi, dopo oltre un anno di assenza, con l'uniforme di generale.
Quel giorno i suoi amici, i suoi contadini, lo festeggiavano.
Il parco di Montrone era tutto imbandierato, vi erano stati eretti archi di fiori.
Domenico, a una cert'ora, contando che nessuno s'accorgesse della mancanza di lui, se ne era andato a mangiar e bere con alcuni compagni all'osteria del Falcone, tenuta dalla grossa Elisabetta, di cui egli spasimava.
E fra il bere, il corteggiare, il ridere, si era trattenuto pi�� che non disegnava.
Ecco perch�� correva a quel modo.
In fatti, gi�� tutti si erano accorti della sua sparizione.
Egli doveva presentare al duca i contadini, e, siccome aveva lo scilinguagnolo pronto, parlare, in nome di tutti, al gentiluomo.
--E Domenico?... e Domenico?...--s'interrogavano gli uni e gli altri.
--Domenico, a quest'ora,--rispondeva uno,--sar�� addormentato sotto un albero, o in un granaio, o all'ombra di qualche muro.... chi sa.... dopo aver tracannato molto....
Con maggiore insistenza degli altri avea cercato di Domenico, Cristina Braco, cameriera della figlia del duca.
Costei avea domandato pi�� volte del giardiniere, e chi avesse potuto leggerle nell'animo vi avrebbe scoperto una grande inquietudine.
Cristina, piuttosto alta di statura, nerboruta, di viso scialbo, con profonde occhiaie, di modi bruschi, taciturna, era un personaggio assai misterioso; e sembrava, ad alcuni non privi d'acume, messa accanto alla giovane duchessa come il suo cattivo genio.
Enrica, o che i malvagi istinti la traessero a prediligere una donna come Cristina, o qual altro ne fosse il motivo, avea sempre dato sembiante di tenerla in grande affetto.
E durante l'assenza del duca, si pu�� dire che le due donne, la padrona e la cameriera, avevano vissuto sempre sole, e senza staccarsi mai l'una dall'altra.
Un tempo andavano la domenica alla chiesa, senza far motto ad alcuno: tutte e due rigide e pallide: senza mai dar al sagrestano, che andava attorno per la questua, l'elemosina che non gli rifiutavano i pi�� tapini.
Non pochi avevano notato in Enrica un ghigno feroce come se la travagliassero cattive, irresistibili passioni: come se ella covasse in s�� una forte inclinazione a odiare e distruggere.
In breve, le due donne non comparvero pi�� nella chiesa: un prete andava a dir la messa la domenica nella cappella entro il parco di Montrone.... Ed Enrica e la cameriera l'ascoltavano dietro la grata d'un coretto, in alto.
Non erano pi�� uscite dal parco per varii mesi, allorch�� il duca torn�� all'improvviso, inaspettato.
Il duca adorava la sua unica figlia; era partito, affidandola ad una sua sorella, poich�� egli era vedovo da molti anni. La gentildonna era stata colta da una grave malattia: per consiglio dei medici avea dovuto recarsi in altro clima. Enrica era rimasta con Cristina e aveva persuaso, il che non
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