amico. 
--In tal caso, o presto o tardi il suo bravo predicozzo te lo farà. 
--Dovresti essergli riconoscente di non farmelo che tardi. 
--Non lo nego... Tuttavia... 
--Che c'è ancora? 
--Mi trovi sconveniente? 
--Ti trovo... curioso fuori di luogo... Ecco... 
--Se è così, taccio. 
--Parla, andiamo. 
--Quel Vergalli... Ma se non vuoi che continui?
--No, no, continua. 
--Lo conosci da molto tempo? 
Ella sorrise.--Da quindici anni... Quanti ne avevi tu allora? 
Guido proseguì imperterrito:--Non è stato mai altro che un amico per 
te? 
--Un amico carissimo. Nient'altro. 
--Però ti ha fatto la corte? 
--Ha provato per me un'affezione sincera e profonda, che, vivente mio 
marito di cui egli era intimissimo, ho piuttosto indovinata che scoperta. 
--E quando tuo marito morì? 
--Mi offerse la sua mano e il suo nome. 
--Che non hai accettato. 
--No... Avevo già trentacinqu'anni; egli ne aveva più di cinquanta. 
Siamo vecchi tutti e due, gli dissi. Restiamo due buoni camerati. 
--Egli consentì? 
--A malincuore, ma consentì. 
--Spererà sempre. 
--Non credo. 
--E quando è assente ti scrive? Anche adesso ti scrive? 
--Sì. 
--Sospetta il nostro legame? Cerca distaccarti da me?
La Teresa alzò verso l'ufficiale i suoi occhi limpidi atteggiati a 
un'espressione di mite rimprovero.--Oh Guido! Tu mi dai un giorno 
della tua vita, un giorno che non può aver domani, e da me vorresti 
tutto, il presente, il passato e l'avvenire! Vorresti ch'io ti sacrificassi le 
mie memorie, le mie amicizie... Non ti basta quello che hai avuto? 
Guido si portò le mani alle tempie.--Hai ragione, Teresa... Sono un 
pazzo, sono un perverso. Dovrei ringraziarti in ginocchio, e invece ti 
tormento. 
--Forse ho avuto torto io--ella riprese--di respingere l'offerta di Vergalli. 
Diventando sua moglie avrei avuto una difesa. 
--Se ci fossimo incontrati non mi avresti amato? 
--Ah, no--ella rispose fieramente. Ma, pensando forse che l'orgoglio era 
in lei fuori di posto, soggiunse a voce più bassa:--Spero. 
--Cattiva! Avresti amato lui... nonostante la sua età? 
--Tu dimentichi la mia... In ogni caso confido che un alto senso del 
dovere mi avrebbe protetta, come mi protesse in gioventù. 
--Così bella, così seducente, non hai avuto amanti? 
--Inquisitore! Sono stata anch'io corteggiata, insidiata come le altre; ma 
più fortunata delle altre, o più fredda, ho resistito. 
Dopo una breve pausa susurrò con un amaro sorriso:--Ne valeva 
proprio la pena! 
--Per me, per me sei discesa dal tuo piedestallo di santa?--proruppe di 
Reana cedendo nuovamente all'impeto della passione.--E dover partire! 
Dover lasciarti!... Vuoi, Teresa, ch'io non parta? Ch'io trovi un pretesto 
per rimanere accanto a te? 
--Bambino!--ella disse.--Mi stimi così poco da presumere ch'io ti 
consiglierei una viltà, che t'incatenerei alla mia esistenza, che rovinerei 
la tua carriera?
--Dover lasciarti per tre anni!--ripetè di Reana seguendo il corso dei 
suoi pensieri--Essere in capo al mondo, e saperti qui circondata da 
gente che non risparmierà nessun mezzo per strapparti dal mio cuore! 
Mentr'egli si sfogava in vane querele, un'infinita tristezza si dipingeva 
sul volto della Teresa. Ella avrebbe voluto dirgli:--O fanciullo, tu parli 
della nostra relazione come di cosa che possa sopravvivere a un 
distacco di tre anni, e un'ora forse dopo che il Colombo sarà uscito dal 
porto ti ricorderai appena di me, e forse tra pochi mesi, se t'accadrà di 
dover discorrere di quest'avventura, te ne scuserai con gli amici... Una 
condiscepola, quasi una coetanea di tua madre!... E intanto, disgraziato, 
ti crucci all'idea che alcuno prenda il tuo posto e temperi l'acerbità del 
mio cordoglio... S'io morissi dopo il tuo ultimo bacio, allora sì saresti 
contento. 
Eppure, di mano in mano ch'ella faceva queste riflessioni acerbe, la 
Teresa sentiva rammollirsi il suo cuore; provava una pietà dolorosa, 
quasi materna, pel giovinetto che adesso certo l'amava con un trasporto 
sincero, che pendeva dalle sue labbra, ch'era a vicenda beato e infelice 
per cagion sua. Nè gli rinfacciava il suo egoismo; non era lui l'egoista; 
il grande egoista era l'amore. Anch'ella se ne accorgeva talvolta; 
anch'ella, dopo la sua caduta, era assalita di tratto in tratto dalla febbre 
dell'annichilimento, della distruzione. V'erano momenti in cui ella 
capiva le regine, le imperatrici che avevano ucciso i loro amanti, perchè 
le labbra che le avevano baciate non si posassero su altre labbra, perchè 
i cuori ch'esse avevano sentito battere sul loro petto non si posassero 
sopra altri cuori. 
Lento lento egli le si avvicinò per di dietro, e chinandosi sopra di lei le 
sfiorò i capelli. 
Con un fremito ella arrovesciò la testa: negli occhi dolci e bellissimi 
egli lesse il perdono e si chinò ancora di più... Le loro labbra si unirono. 
 
IV.
La Teresa Valdengo non vedeva, si può dire, quasi nessuno; un po' 
perchè la sua intimità con di Reana contribuiva a isolarla, un po' perchè 
in quella stagione i suoi conoscenti, maschi e femmine, erano per la 
maggior parte fuori di città. Invece non passava giorno che la posta non 
le    
    
		
	
	
	Continue reading on your phone by scaning this QR Code
 
	 	
	
	
	    Tip: The current page has been bookmarked automatically. If you wish to continue reading later, just open the 
Dertz Homepage, and click on the 'continue reading' link at the bottom of the page.
	    
	    
