duoi fratelli rivali, by 
Giambattista Della Porta 
 
Project Gutenberg's Gli duoi fratelli rivali, by Giambattista Della Porta 
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Title: Gli duoi fratelli rivali 
Author: Giambattista Della Porta 
Editor: Vincenzo Spampanato 
Release Date: June 5, 2007 [EBook #21683] 
Language: Italian 
Character set encoding: ISO-8859-1 
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FRATELLI RIVALI *** 
 
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GIAMBATTISTA DELLA PORTA 
 
LE COMMEDIE 
A CURA DI VINCENZO SPAMPANATO 
VOLUME SECONDO 
 
BARI GIUS. LATERZA & FIGLI TIPOGRAFI--EDITORI--LIBRAI 
1911 
 
GLI DUOI FRATELLI RIVALI 
 
PROLOGO. 
Olá che rumore, olá che strepito è questo? Egli è possibil pure che fra 
persone di valore e di sangue illustre ci abbia a venir mischiata sempre 
questa vilissima canaglia? la qual per mostrar a quel popolazzo che gli 
sta d'intorno, che s'intende di comedie, or rugna di qua, or torce il muso 
di lá. Par che le puzzi ogni cosa:--Questa parola non è boccaccevole, 
questo si potea dir meglio altrimente, questo è fuor delle regole di 
Aristotele, quel non ha del verisimile;--pascendosi di quella aura 
vilissima popolare, né intende che si dica, e alla fine viene a credere 
agli altri. E altri pieni d'invidia e di veleno, per mostrar che la comedia 
non dia sodisfazione agli intendenti e che l'hanno in fastidio, empiono 
di strepito e di gridi tutto il teatro. E che genti son queste poi? qualche 
legista senza legge e qualche poeta senza versi. 
Credete, ignorantoni, con queste vostre chiacchiere far parere un'opera 
di manco ch'ella sia, come il mondo dal vostro bestial giudicio 
graduasse gli onori dell'opere? O goffi che sète! ché l'opre son 
giudicate dall'applauso universal de' dotti di tutte le nazioni: perché si 
veggono stampate per tutte le parti del mondo, e tradotte in latino,
francese, spagnolo e altre varie lingue; e quanto piú s'odono e si 
leggono tanto piú piacciono e son ristampate, come è accaduto a tutte 
l'altre buone sue sorelle che in publico e in privato comparse sono. 
Vien qua, dottor della necessitá, che con sei tratti di corda non 
confessaresti una legge, che non sapendo della tua prosumi saper tutte 
le scienze: certo che se sapessi che cosa è comedia, ti porresti sotterra 
per non parlarne giamai. Ignorantissimo, considera prima la favola se 
sia nuova, meravigliosa, piacevole, e se ha l'altre sue parti convenevoli, 
ché questa è l'anima della comedia; considera la peripezia, che è spirito 
dell'anima che l'avviva e le dá moto, ché se gli antichi consumavano 
venti scene per far caderla in una, in queste sue senza stiracchiamenti e 
da se stessa cade in tutto il quarto atto, e se miri piú adentro, vedrai 
nascer peripezia da peripezia e agnizione da agnizione. Ché se non 
fossi cosí cieco degli occhi dell'intelletto come sei, vedresti l'ombre di 
Menandro, di Epicarmo e di Plauto vagar in questa scena e rallegrarsi 
che la comedia sia gionta a quel colmo e a quel segno dove tutta 
l'antichitá fece bersaglio. 
Or questo è altro che parole del Boccaccio o regole di Aristotele, il qual, 
se avesse saputo di filosofia o di altro quanto di comedia, forse non 
arebbe quel grido famoso che possiede per tutto il mondo. Ma tu, che 
sei goffo, non conosci l'arte. Or gracchiate tanto che crepiate, ché il 
nome vostro non esce fuor del limitar delle vostre camere; né per ciò 
voi scemerete la fama dell'autore, la qual nasce da altri studi piú gravi 
di questo, e le comedie fûr scherzi della sua fanciullezza. Or tacete, 
bocche di conche e di sepolcri de morti: ché se provocarete la sua 
modestia, come or amichevolmente qui vi ammonisce, fará conoscer 
per sempre chi voi sète. 
Ma questi ignorantoni per la rabbia m'han fatto tralasciare il mio officio 
che era qui venuto a fare con voi. Or questo serva in vece di prologo, 
ché l'argomento della favola lo vedrete minutamente spiegato da questi 
che vengon fuora. 
 
PERSONE DELLA FAVOLA
DON IGNAZIO giovane innamorato SIMBOLO suo camariero DON 
FLAMINIO giovane suo fratello PANIMBOLO suo camariero 
LECCARDO parasito MARTEBELLONIO capitano ANGIOLA 
vecchia CARIZIA giovane EUFRANONE vecchio POLISSENA sua 
moglie CHIARETTA fantesca AVANZINO servo Birri DON 
RODERIGO viceré della provincia. 
Il luogo dove si rappresenta la favola è Salerno. 
[Nota di trascrizione: il personaggio elencato qui come DON 
RODERIGO è in seguito chiamato DON RODORIGO o DON 
RODORICO, ed il personaggio POLISSENA è chiamato POLISENA. 
Abbiamo conservato l'incongruenza dell'originale.] 
 
ATTO I. 
 
SCENA I. 
DON IGNAZIO giovane, SIMBOLO suo cameriero. 
DON IGNAZIO. Egli    
    
		
	
	
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