un 
sentimento nuovo che è una festa, una luce; tutte le potenze dell'anima 
dimentica bisbigliano una parola, la stessa che gli ripetono i passeri 
ciarlieri e i tremoli riflessi delle rugiade ed i soffi tiepidi della brezza: 
«Amala!» 
Amala! tu hai bisogno di un dolce nodo che ti trattenga nella vita, 
poichè gli affetti santi dei tuoi cari, per tua sciagura, ti fanno desiderare 
la morte, hai bisogno di un sentimento nuovo e tirannico che t'invada il 
petto da padrone e vi soffochi le angoscie vane, d'un pensiero che 
cancelli ogni altro pensiero, d'un caro fantasma rosato che disperda 
un'orda di fantasime nere; colma in un istante il vuoto di ventidue anni, 
apprendi qual sia la gran festa del cuore: «Amala!» 
Vi sono palpiti che compendiano tutta l'esistenza; udite la vecchiaia 
volgersi indietro e ripetere: «Io vissi in quel giorno, in quell'ora, quel 
dolore e quella gioia sono cosa mia, il resto appartiene al tempo.»
Se non appar nulla in volto a Donato, perchè Costanza abbandona la 
mano del giovine, e, quando egli tenta di riafferrarla, sorride? 
«Senta, dice la giovinetta con un accento determinato che le da un 
vezzo di più, senta, io le voglio bene, perchè siamo cresciuti, si può 
dire, insieme; crede ella che io abbia il diritto di interessarmi al suo 
dolore? 
Cogli occhi, coll'atto, col fremito delle labbra, Donato risponde di sì, di 
sì, di sì--a parole non può; 
--Ebbene, prosegue la fanciulla, se ho questo diritto, ho anche quello di 
pensare al rimedio. 
--Non vi è rimedio, balbetta il giovine, tranne uno... 
Costanza si arresta. 
--Dica... 
Ma Donato si turba, si fa rosso in viso, poi impallidisce e fissa l'occhio 
a terra ripetendo fra sè e sè: «Non vi ha rimedio.» 
--Quando è così, la lasci dire a me che ve n'ha uno. 
--Quale? 
--Il più semplice; pagare le cinquemila lire quando sia il momento, 
senza dir nulla al babbo, lavorar poi assiduamente e riguadagnare il 
denaro perduto... è dell'altro insieme. 
--E il denaro? 
--Bisogna trovarlo in prestito... 
Il giovine tentenna il capo. 
--La cambiale scade fra otto giorni.
--E fra otto giorni bisogna avere le cinquemila lire, e le avremo. Io sono 
ricca, così dicono tutti nel paese, non ho il babbo da un pezzo, e l'anno 
passato mi è morta anche la mamma, non mi rimane che lo zio, il tutore; 
domani egli sarà a Romanò, gli dirò tutto, gli farò giurare che terrà il 
segreto col signor Norberto... 
A Donato balenano negli occhi la gratitudine e l'amore, ma lo sconforto 
lo vince di nuovo. 
--È impossibile, non posso accettare... 
--Perchè è superbo. 
--Simile sagrifizio... 
--Nessun sagrifizio!... Mio zio è di quella razza di zii che fa miracoli 
per accontentare le nipotine, non dirà di no; giurerà tutto quello che 
vorrò io, e piglierà le sue precauzioni per assicurare il mio denaro, 
andrà da un notaio se occorre, insomma farà le cose in regola. Ella non 
conosce mio zio, perchè da soli sei mesi ha comperato da queste parti la 
filanda; se lo conoscesse direbbe che è cosa fatta. 
La mente di Donato assediano mille idee, mille fantasie; non sa che 
rispondere, e intanto fissa gli occhi attoniti negli occhi lucenti della 
fanciulla, la quale, non sospettosa, gli sorride. 
--Non se ne parli altro, dice finalmente la giovinetta, è cosa fatta--e 
porge la mano al giovane che la piglia melanconicamente e la porta alle 
labbra sospirose. 
Costanza lascia fare crollando il capo. 
--Ed ora la mi dia quell'arme, soggiunge con accento di soave imperio. 
Gli va dietro le spalle, gli toglie di mano la rivoltella con mille cautele, 
poi la impugna e domanda al giovine, che si è voltato e la guarda 
tuttavia sbigottito: «Così bisogna premere?» 
Donato fa per pigliarle l'arme, ma la fanciulla lo allontana colla mano
manca, protende la destra, tira indietro quanto può il corpo, chiude gli 
occhi e preme coraggiosamente il grilletto. Un colpo parte, poi un altro, 
ed un altro, e ad ognuno Costanza si tira indietro, serra le labbra, 
socchiude gli occhi e ride. Quando l'arma è del tutto scaricata, la 
restituisce, al giovane, e gli si attacca a braccetto. 
Si avviano senza dir nulla; all'atto di uscir dal bosco, la fanciulla si 
ferma e dice a Donato: «Non ha detto che accetta la mia offerta, lo dica 
ora, perchè non se ne parlerà più.» 
Allo studente di matematica par finalmente che torni proprio la 
rettorica; incomincia una frase, va fino a metà, si ferma... 
--Ella ha fatto molto per me, dice finalmente balbettando, mi ha tratto 
da morte a vita, faccia di più... 
--Che cosa? domanda Costanza sorridendo. 
--Permetta che io la baci in fronte. 
E perchè Costanza si fa rossa, egli soggiunge: 
--Non può rifiutarsi al capriccio d'uno che ha risuscitato... 
Ma il piccolo monello che accompagna la giovinetta si è fermato 
anch'esso, e guarda curiosamente.    
    
		
	
	
	Continue reading on your phone by scaning this QR Code
	 	
	
	
	    Tip: The current page has been bookmarked automatically. If you wish to continue reading later, just open the 
Dertz Homepage, and click on the 'continue reading' link at the bottom of the page.