Da Firenze a Digione

Ettore Socci
Da Firenze a Digione

The Project Gutenberg EBook of Da Firenze a Digione, by Ettore Socci
Copyright laws are changing all over the world. Be sure to check the
copyright laws for your country before downloading or redistributing
this or any other Project Gutenberg eBook.
This header should be the first thing seen when viewing this Project
Gutenberg file. Please do not remove it. Do not change or edit the
header without written permission.
Please read the "legal small print," and other information about the
eBook and Project Gutenberg at the bottom of this file. Included is
important information about your specific rights and restrictions in how
the file may be used. You can also find out about how to make a
donation to Project Gutenberg, and how to get involved.
**Welcome To The World of Free Plain Vanilla Electronic Texts**
**eBooks Readable By Both Humans and By Computers, Since
1971**
*****These eBooks Were Prepared By Thousands of
Volunteers!*****
Title: Da Firenze a Digione
Author: Ettore Socci
Release Date: December, 2004 [EBook #7121] [This file was first
posted on March 12, 2003]
Edition: 10
Language: Italian

Character set encoding: ISO-8859-1
*** START OF THE PROJECT GUTENBERG EBOOK, DA
FIRENZE A DIGIONE ***

Carlo Traverso, Charles Franks, and the Distributed Proofreading
Team.
Ringraziamo la "Bibliothèque Nationale de France" di aver concesso
l'uso delle immagini disponibili presso http://gallica.bnf.fr per la
preparazione di questo testo.

DA FIRENZE A DIGIONE
IMPRESSIONI DI UN REDUCE GARIDALDINO
PER
ETTORE SOCCI

Poche parole per capirci alla prima.
Questo libro non è per gli strategici e molto meno pei letterati; un
cruscante, leggendolo, avrebbe di che arricciare il naso moltissime
volte; un soldato di quelli che vanno per la maggiore, giurerebbe che lo
scrivente sa di arte di guerra, quanto sa d'ortografia un'analfabeta; nè io
dicerto vorrei sfegatarmi per far cambiar loro opinione; io non l'ho mai
pretesa a linguista ed ho una vecchia ruggine con chi si arrovella, per
studiare il sistema di ammazzare più gente che può.
I miei non sono che appunti; appunti presi al chiaro di luna, nel silenzio
degli avamposti o nel cicaleggio giocondo e spigliato della caserma; tra
il fischiar delle palle e le canzoni entusiastiche, tra una bestemmia e
una lacrima, in mezzo alla baldoria e ai cadaveri, ai generosi
proponimenti e alle continue disillusioni, nasce spontanea in chiunque
abbia del cuore, una filosofia che l'arcigno e pettoruto pedante non
crederebbe possibile in una vita scapigliata, chiassona, piena
d'emozioni, ma sempre senza pensieri, quale è la vita del campo. E di
tali riflessioni, ispirate dai fatti ora tristi, ora gloriosi, di cui fummo
gran parte, può essere che qua e là se ne trovino anche in questi appunti,
che raffazzonati alla meglio, ora ardisco di offrire ai miei buoni lettori,

persuaso che, se non avranno altro merito, avranno certamente quello di
essere dettati dalla verità, mai da rancore o da invidia.
Se arrivato all'ultima pagina, qualcuno che avrà avuto l'eroismo di
seguirmi fin là, volgerà un pensiero pietoso ai poveri martiri, che
ignorati si giacciono nell'estese pianure sotto Fontaine e Talant e resterà
persuaso che i pochi, i quali per la causa più santa che si sia dibattuta in
questi ultimi tempi lasciarono interessi e famiglia, quantunque
disconosciuti e non aiutati da chi aveva il dovere di aiutarli, hanno fatto
tutto quello che umanamente era loro possibile per far trionfare la idea,
battendosi da prodi, e non mostrandosi indegni di quella camicia rossa,
che da gente abietta e codarda si voleva condannare al Bargello, io sarò
più che contento, io potrò dire che il mio povero libro ha raggiunto il
suo scopo.

CAPITOLO I.
--Bada bene che domani ti aspettiamo a Livorno.
--Non ne dubitate... Brucio anche io dal desiderio di lasciar queste
lastre.
--Allora siamo intesi?
--Intesisissimi.
--A domani dunque!...
E tutti, e tre ci stringemmo vicendevolmente la mano, e si stava per
congedarci, quando tutto a un tratto un prolungato mormorio ci giunge
all'orecchio: è un accorrere di gente, uno spalancarsi improvviso di
finestre e di usciali di botteghe vicine, un domandare e un rispondere,
un incomposto gridìo di ragazzi, un esclamare di donne, continuo e in
tuono di spavento.
--Che ci sia la rivoluzione?--Domandò un mio compagno che da circa
quindici giorni non sognava che sangue e trambusti.
Senza rispondere alla strana supposizione, mossi dalla curiosità
escimmo tutti dalla bottega di caffè, nella quale eravamo seduti. Qual
magnifico spettacolo non ci si offerse alla vista!
Era terminato di piovere ed il cielo era tutto rosso, infuocato, quasichè
fosse avolto in un lenzuolo d'amianto; i popolani, tutti a bocca
spalancata tenevano la testa all'insù, e distornavano gli sguardi dall'alto,
solamente por occhieggiarsi tra loro, lambiccando il cervello e
arrapinandosi, per spiegare il fenomeno, che per la prima volta

vedevano, e di cui non erano mai giunti a
Continue reading on your phone by scaning this QR Code

 / 103
Tip: The current page has been bookmarked automatically. If you wish to continue reading later, just open the Dertz Homepage, and click on the 'continue reading' link at the bottom of the page.