Col fuoco non si scherza

Emilio De Marchi
Col fuoco non si scherza, by
Emilio De Marchi

The Project Gutenberg EBook of Col fuoco non si scherza, by Emilio
De Marchi This eBook is for the use of anyone anywhere at no cost and
with almost no restrictions whatsoever. You may copy it, give it away
or re-use it under the terms of the Project Gutenberg License included
with this eBook or online at www.gutenberg.org
Title: Col fuoco non si scherza
Author: Emilio De Marchi
Release Date: August 16, 2006 [EBook #19059]
Language: Italian
Character set encoding: ISO-8859-1
*** START OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK COL
FUOCO NON SI SCHERZA ***

Produced by Carlo Traverso, Claudio Paganelli, Elena Macciocu and
the Online Distributed Proofreading Team at http://www.pgdp.net
(This file was produced from images generously made available by
Biblioteca Sormani - Milano)

EMILIO DE MARCHI

COL FUOCO NON SI SCHERZA
ROMANZO CON PREFAZIONE DI GAETANO NEGRI
MILANO CARLO ALIPRANDI--EDITORE VIA DURINI, 34
PROPRIETÀ LETTERARIA
Le copie non firmate s'intendono contraffatte.
Milano 1901--Stabilimento Tipografico G. Mauri e C., Via Unione, 20.

È una voce d'oltretomba che ci parla dalle pagine di questo romanzo, è
la voce di Emilio De Marchi, il gentile poeta, il geniale ed arguto
scrittore, ahi troppo presto rapito agli amici, agli ammiratori, al Paese
di cui era ornamento ed onore.
La fama non ha sempre una misura perfettamente giusta nella
distribuzione de' suoi favori. Non sempre i più meritevoli sono i suoi
prediletti, e i suoi errori, ai tempi nostri, son forse più frequenti e più
gravi che nel passato. Per essere uditi in mezzo al frastuono da cui è
assordato il mondo moderno, bisogna farsi annunciare da squilli di
tromba ed aver un accompagnamento di cori. Chi parla solitario deve
rassegnarsi talvolta a lasciare che la sua voce sia soffocata dall'onda
tumultuosa dei suoni che le si innalzano intorno. Emilio De Marchi,
artista nel senso più genuino e più dignitoso della parola, ch'altro non
amava se non l'arte e la verità, non apparteneva a nessuna consorteria
letteraria; egli faceva parte per sè stesso, non andava in cerca
dell'applauso e del successo, rifuggiva da ogni artifizio da cui potesse
venire al suo nome un bagliore fallace. Da qui la conseguenza che
Emilio De Marchi non ebbe in vita il posto che gli spettava nella
gerarchia degli scrittori italiani nell'ultima parte del secolo decimonono,
mentre gli stranieri lo accoglievano con una larghezza di spontanea
ammirazione che era il più chiaro indizio del suo grande valore.
Emilio De Marchi, in arte, era un verista, ciò che rettamente inteso vuol
dire un manzoniano. Egli fu dei pochissimi fra i discendenti del grande

lombardo a comprendere come non fosse un seguire il maestro
l'abbandonarsi ad una morbosa mollezza di sentimenti e di stile, ma lo
fosse bensì lo scrutare il vero ne' suoi più riposti avvolgimenti, per
riprodurlo con un intento altamente morale. Per questo, egli è stato,
insieme, un poeta ed un moralista.
Il tratto saliente dell'ingegno del nostro artista era appunto la scrupolosa
fedeltà al vero, fedeltà nella rappresentazione dei personaggi e in quella
dell'ambiente in cui li collocava, Nella creazione dei tipi umani il De
Marchi si rivelava un pensatore dall'anima vibrante a tutti i problemi
detta vita moderna, un psicologo che sapeva scrutare le passioni che
tempestano nel cuore dell'uomo in tutte le fasi del loro svolgimento.
Tuttavia, per quanto mirabili le analisi ch'egli eseguiva col suo
scalpello provato e sicuro, per quanto efficaci e parlanti le figure a cui
egli dava il soffio della vita, altri potrà, per questo rispetto, averlo
eguagliato, e forse superato. Ma nella pittura dell'ambiente il De
Marchi era propriamente un Maestro. La sua arte finissima e discreta ci
fa rivivere nel mondo ch'egli descrive con un'esattezza di riproduzione
veramente singolare. Il Demetrio Pianelli, che rimarrà del resto, per gli
altri suoi pregi, come uno dei migliori romanci contemporanei, è,
veduto da questo aspetto, un capolavoro. Il mondo milanese, la sua vita,
le sue abitudini, il suo linguaggio, l'aria, quasi direi, che vi si respira,
tutto vi è riprodotto con un'acutezza d'impressione che rivela l'intensità
dell'osservazione. E vi si unisce quell'arte squisita, che sa dare, nella
pittura, il tocco risolutivo dell'effetto, conservando la chiarezza del
disegno e la semplicità dell'insieme.
Quest'arte si ritrova in tutti i romanzi del De Marchi; la si ritrova in
Giacomo l'idealista dove vela ed abbella una concezione di carattere
che è forse la più profonda e la più geniale di quante siano uscite dalla
mente pensosa del nostro romanziere, la si ritrova nell'ultimo suo
lavoro in cui una storia triste si svolge in mezzo a tanto sorriso di
natura, a tanta trasparenza d'aria, a tanta pace e tanto azzurro di lago e
di cielo.
Lo stile del De Marchi, è limpido come l'acqua zampillante da fonte
montana e rispecchia mirabilmente lo spirito dello scrittore.
Continue reading on your phone by scaning this QR Code

 / 123
Tip: The current page has been bookmarked automatically. If you wish to continue reading later, just open the Dertz Homepage, and click on the 'continue reading' link at the bottom of the page.