Il fallo duna donna onesta | Page 2

Enrico Castelnuovo
stimerà felice d'avere in te un catechista e una confidente. Soggiungo poi in gran segretezza, e di questo non parlare a Guido se non te ne parla egli pel primo, che in famiglia s'accarezza l'idea di fargli sposare una seconda cugina, una Del Monte che adesso ha le sottane corte ma che quando Guido sarà tornato dal suo viaggio (starà assente tre anni, pur troppo) sarà ormai in età da marito. La bimba è un vero bottoncino di rosa, ha trecentomila lire di dote che non guastano, e io scommetterei che, nonostante le sottane corte, ella è già innamorata fin sopra gli occhi del mio ufficialetto.
Buondì, Teresa mia, leggi con pazienza questa lunga tiritera e scusa la seccatura che ti do.
Un tenero abbraccio
dalla tua MARIA.
PS. Pare che, il Colombo non essendo ancora in caso di uscire dall'arsenale, mio figlio ritarderà di qualche giorno la sua partenza per Venezia. Non importa; metto ugualmente questa lettera alla posta. Già confido che il ritardo sarà piccolo e che tu ti troverai in città all'arrivo del mio marinaio.
La Teresa Valdengo piegò i due foglietti vergati in una calligrafia fina e minuta e spiranti un acuto profumo di patchouli, li ricacciò entro la busta ch'ella teneva sulle ginocchia e ripose ogni cosa in un cassetto della sua scrivania. Poi, con la testa arrovesciata sulla spalliera della seggiola, con le mani conserte in grembo, s'abbandonò ai pensieri, assai più tristi che lieti, che già da quindici giorni non le lasciavano tregua. Quindici giorni! Erano passati come un lampo, e il tempo che li aveva preceduti sembrava lontano d'un secolo. La pace soave dell'anima, la tranquilla sicurezza di chi può tenere la fronte alta in mezzo a una società leggera e corrotta, il rispetto di sè, la compiacenza d'essersi meritata l'affezione nobile e pura di un uomo superiore, tutto era dileguato, tutto viveva appena nel mondo delle memorie e dei sogni. Ed ella stessa, la Teresa, viveva in una specie di dormiveglia, che lasciava sussistere in lei la coscienza del vero, pur togliendole la forza di scuotere l'inerzia della volontà. O che sarebbe di lei quando si fosse destata interamente?
Non cercava giustificarsi; sentiva bensì che uno strano concorso di circostanze aveva cospirato a' suoi danni. Il suo fido amico conte Mario Vergalli era partito per un viaggio pochi giorni prima che Guido di Reana giungesse; poche settimane prima era morto il dottor Pozzi, il vecchio medico che la conosceva da bambina e pranzava da lei un dì sì un dì no; le varie signore della società che l'ufficiale avrebbe potuto frequentare e che, così volentieri, si sarebbero incaricate di distrarlo, avevano preso il volo per la campagna; ella invece, per certi ristauri nella sua villa di Mogliano presso Treviso, era stata costretta a prolungare il suo soggiorno in città... Era sola, indifesa...
Una scampanellata la fece trasalire.--Chi sarà?--Indi ella sorrise malinconicamente della sua ingenua domanda. Chi poteva essere fuori che lui? Chi altri veniva adesso in casa sua? Troppo spesso ci veniva, senza riguardo per la gente, senza riguardo per la servitù, ed ella ogni volta era tentata di dirglielo, era tentata di accoglierlo meno bene, di riacquistare la piena padronanza di sè. Belle risoluzioni che restavano inadempiute. A che pro dargli un dispiacere? A che pro resistere... ora?

II.
Guido di Reana entrò senza nemmeno farsi annunziare. Anche questa era una cosa che le rincresceva.
--Buona sera, Teresa.
Non c'era nessuno di là?--ella disse tendendogli mollemente la mano e restando seduta.
--C'era una delle donne che m'ha aperto--rispose il sottotenente, mentre prendeva quella mano nella sua e la sollevava fino alle labbra.--Ma conosco la strada...
--Lo so... A ogni modo, quel capitar così come un fulmine...
Egli avvicinò uno sgabello e le si pose accanto umile, carezzevole.--Oh mammina, non mi far quel cipiglio.
La Teresa arrossì fino nel bianco degli occhi.--Non dir mammina. Sai bene che non voglio.
--Non vuoi... adesso.
--Appunto... Dovresti capirlo.
Nei primi giorni, quand'egli le raccontava le sue pene ch'egli credeva e ch'ella aveva credute così acerbe e profonde, Guido, commosso dall'attenzione con cui la Teresa stava a sentirlo, commosso dalle parole affettuose ond'ella s'ingegnava di consolarlo, le aveva detto:--Oh come mi fa bene la sua compagnia! Come mi par di essere vicino alla mia mamma! Lasci che la chiami mammina.
Ella, scrollando amabilmente le spalle, aveva risposto:--Che fanciullaggini!
Ma nello steso tempo gli aveva permesso di darle quel nomignolo che le pareva conciliare la simpatia ch'ella provava pel figliuolo della sua amica col rispetto ch'egli doveva portarle.
Ahimè, un giorno la mammina aveva asciugato con una lieve carezza una lacrimetta che tremolava sul ciglio del sottotenente, ed egli le aveva afferrata e coperta di baci la mano; poi tenendola forte con un braccio le aveva, con labbra avide, temerarie, sfiorato i capelli, le guancie, la bocca invano riluttante, aveva destato in lei, sorpresa, smarrita, i palpiti del cuore e le febbri del sangue, e prima ch'ella
Continue reading on your phone by scaning this QR Code

 / 61
Tip: The current page has been bookmarked automatically. If you wish to continue reading later, just open the Dertz Homepage, and click on the 'continue reading' link at the bottom of the page.