Vecchie cadenze e nuove | Page 2

Emilio de Marchi
al dolor mescolo il mio?Dolor canoro ed ogni stella a questa?Grazia vedo tremar che in alto splende._
_"A noi concesse un buono Iddio la mesta?Voce del canto onde l'amor si accende.?Cantano i cuori amanti al canto mio,?E se tu canti, la virt�� pi�� splende:?Null'altro ufficio agli uomini �� pi�� pio,?Null'altra sorte �� pura come questa"_
A UNA GIOVINE POETESSA
Quel che nel verso mio matura a stento?All'ombra dell'antico biancospino?Fiorisce In un momento?In mille rose in mezzo al tuo giardino.
Quel che nel verso mio languido pianto?Suona o singhiozza nella notte oscura?Esce limpido canto?Presso il mattin dalla tua bocca pura.
Quel che alle carte io chiedo dei poeti?E faticosamente intesso al verso,?Al ciel, ai campi lieti,?Al mar tu strappi armonioso e terso.
Tu colle mani verginelle infiori,?O della vita interprete sincera,?I giovinetti amori:?Io sol conforto la vecchiezza a sera.
Piegarsi come salice al tuo pianto?Sento il dolore di mia vita oscura,?Ma quando ride il canto?Del tuo sorriso, r��de la Natura.
--Oh, cessi alfin--a me dice la gente?Una nenia che l'anima ci schianta;?A te, musa innocente,?Gridan l'altre fanciulle: canta, canta...
LITANIE VECCHIE
E LITANIE NUOVE
Nell'ore languide dei caldi estati,?Mentre ronzavano?Api e farfalle d'oro nei prati,?E nella nitida chiesetta il sole?Pingea l'altare,?Non altro udivasi che un susurrare?Di labbra e un morbido?Striscio di suole.?Poi nulla, Attonita nel paradiso,?Bianca la tonaca e bianco il viso,?La pia badessa, dicendo l'Ave,?In un soave?Sonno chiudeva le luci stanche?Entro una nuvola di cose bianche.?Il rossignolo nella foresta.?Facea la siesta.?L'aria tacea calida. Solo?All'ora inutile un oriolo?Metteva il segno?Nella sua vecchia cassa di legno.
? * *
Cangiano i tempi: crollano i santi?Dai pinti portici:?Se alcun ne resta, come si vede,?Su per i canti,?�� dell'intonaco pi�� forte il merito?Che della fede.?Stridon le macchine, stridono i garruli?Telai. La grande?Anima torna d'un mondo fossile?E pei comignoli urla e si spande.?Due mila ruote?Un soffio, un sibilo?Agita, scuote?Indemoniate da cento spiriti:?Treman le v?lte,?Balzan gli scheletri delle sepolte.
? * *
I tempi nuovi filano i vecchi,?Dai denti striduli degli apparecchi?Esce il rosario della felice?Et�� che dice:
"O Pane, o Pane, o bianco o giallo,?Ave boccone!?Dal primo fallo d'Adamo e d'Eva?Confitto in l'ugola l'uomo solleva.?Oggi non basta di un'et�� casta?La salmodia:?Sui fusi rotola la litania?E l'orazione:?Ave, boccone!
"Te a mattutino, te a mezzogiorno?E te a compieta?Chiama una gente irrequieta,?Che in mezzo ai vortici degli arcolai?Tesse la tela dei lunghi guai:?Ave, boccone, cotto nel forno!
"Sudore e lagrime inteneriscono?Un pan di cenere e di carbone?Che il dente macina della malsana,?Macchina umana.?Ave, boccone!
"O Pane, o Pane, o giallo o nero,?Tu sol sei vero,?Ave, spes unica. Se tu ne manchi,?Cedono i fianchi, cedon le braccia,?E nella macina il cor si schiaccia."
? * *
Cos�� risonano nel rombo immenso?Del giorno e salgono, monache pie,?De' nuovi tempi le litanie?In mezzo a nugoli di nero incenso.?Ma s'io ritorno per il sentiero?Quando la bianca luna si specchia?Nei rotti muri del monastero,?Mi par d'intendere, o monacelle,?Le campanelle?Che ancor vi chiamano a salmodia:?"_O rosa mistica,?O domus aurea,?Ave, Maria.._"
? * *
A queste note,?Che d'una morta speranza parlano,?Del cor io sento strider le ruote?E sonar l'ora d'una passata?Notte stellata.
IL TELEGRAFO
SULLA MONTAGNA
Van per la verde valle e s'inseguono,?Salgono il clivo in ordin lento?I retti tronchi, la rupe sfidano,
Sfidano il vento.
Carche di folgori dal ciel le nuvole?Scendon, ma i tronchi salgono ancora,?Traendo il gracile filo, dell'aquila
Alla dimora
Il pie' confitto nella vulcanica?Roccia, fedeli soldati all'erta,?Dell'uom la scossa alma trascinano
Per la deserta
Region dei turbini, oltre le vergini?Cime, alle soglie d'irti ghiacciai,?Ove non pose capra selvatica
Orma giammai.
Mentre pi�� candido cade sugli omeri?Dell'alpe il verno e tutto tace,?Mentre la spuma del fiume rigida
Sepolta giace:
Mentre sopiti dormono i pascoli,?Che udir nel maggio mugghiar gli armenti,?Sull'agil trama caldo lo spirito
Va delle genti,
Vanno le alate novelle ai popoli,?Vanno gli amori. Da lande ignote?Escon le insidie e delle lagrime
L'aride note.
Spesso nell'ululo piange dei turbini?Un cuor di madre, a cui da sponde?Arse pel vuoto sen dello spazio
Piange e risponde
Del caro figlio l'estremo anelito:?L'ansie s'inseguono al filo ordite,?Urtano i baci estremi e cadono
Spesso due vite.
Cinge la sorda terra una nervea?Rete, che spasima e pianto stilla:?Palpita il mondo del nostro palpito
Alla scintilla.
Cos�� la Mente d'un invisibile?Nume la cieca materia avviva,?E a noi da cieli inaccessibili
La voce arriva.
Tolti gli indugi, muore pi�� rapida?L'ora felice; ai tardi mali,?Tu dei viventi forse il pi�� misero,
Hai dato l'ali.
LA TRASMISSIONE
DELLA FORZA ELETTRICA
_(Paderno-Milano, 29 Settembre 1898)_
L'oziosa cascata di candide piume?Vestita, delizia di oziosi poeti,?Che versa da secoli dell'acque il volume?Scherzose tra i muschi dei ruvidi greti,?Dei gelidi laghi la chioma fluente,?Dei cieli, dell'iride lo specchio lucente,?La liquida ninfa--mirabile gioco!?Sprigiona, sfavilla dall'anima il fuoco.
Quell'acqua che molle sull'alpe beveste?Nel cavo del tufo freschissima e chiara,?Che lenta trascina nel verde la veste?A greggi, a pastori s�� limpida e cara,?Da viva coscienza d'un subito invasa?Scintilla sul desco dell'umile casa,?Nel grave silenzio per lungo viaggio?Sui bruni miei canti diffonde il suo raggio.
Non pi�� di remoti destini contenta?Agli echi susurra del povero sasso,?Non pi�� del molino si abbraccia alla lenta?Costanza e alla ruota fa muovere il passo:?Percossa da nuova superba parola?Lo spirto dell'acque precipita, vola,?Divora le tenebre, le macchine invade,?Riempie di sibili le morte
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