Tempesta e bonaccia

la Marchesa Colombi

Tempesta e bonaccia

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Title: Tempesta e bonaccia Romanzo senza eroi
Author: Colombi, marchesa
Release Date: March 3, 2006 [EBook #17907]
Language: Italian
Character set encoding: ISO-8859-1
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LA MARCHESA COLOMBI
TEMPESTA E BONACCIA
ROMANZO SENZA EROI

MILANO LIBRERIA EDITRICE G. BRIGOLA Corso Vittorio Emanuele, 26
1877

Propriet�� letteraria.
Tipografia Sociale--S. Radegonda 6.

TEMPESTA E BONACCIA

I
+-------------------------------------------+ | | | | | | | | | AVV. MASSICO GUISCARDI | | | | | | | | Milano, Piazza del Duomo, N. 10. | | | | | +-------------------------------------------+

II.
+-------------------------------------------+ | | | | | | | | | I LETTORI | | | | | | | | In hac lacrymarum valle. | | | | | +-------------------------------------------+

III.
Ed ora, signori lettori, che ci siamo reciprocamente presentati scambiandoci le carte da visita, come si usa tra le persone ammodo quando non hanno la fortuna di potersi vedere, tiro via colla mia storia.
Non vanto illustri avi, n�� sono figlio di paltonieri. Appartengo all'umile classe dei borghesi. Non sono n�� ricco n�� povero. Ho trent'anni.
Quattro anni sono mi accesi d'una grande passione; feci le debite pazzie, e poich�� le donne sogliono misurare e compensare l'amore a seconda delle pazzie che fa fare, fui, come di ragione, riamato. E per quella volta la donna mia non prese abbaglio, dacch�� io l'amassi davvero con un trasporto che non avevo mai conosciuto prima.
Napoleone III o non so chi altri, pronunci�� una parola meritamente celebre: ?Quanto dura l'eternit�� in Francia?? Se il plagio non deprezzasse la mia trovata, sono certo che diverrei altrettanto famoso dicendo: ?Quanto dura l'eternit�� in amore??
Rinuncio alla celebrit�� ma non al motto: ?Quanto dura l'eternit�� in amore??
Ahim��! In tutta buona fede avrei accettato allora di passare la vita senza un'altra gioia, n�� un altro affetto, n�� un altro interesse, n�� un'altra ambizione, fuorch�� l'amore di quella donna. Non mi credevo suscettibile di altro sentimento. Al confronto di quell'attrazione potente, irresistibile, gli altri sentimenti mi sembravano meschine convenzioni sociali.
Alcuni amici s'avventurarono a dirmi:
--Massimo, non pensi che �� sleale corteggiare la moglie d'un altro, e, peggio, d'un amico? La tua coscienza non ripugna dallo _stringere sorridendo la mano d'un uomo che tradisci_?
�� la frase consacrata. Ed io meravigliavo tra me, come le menti di quegli amici miei mancassero di elevatezza per non potersi scindere da meschini pregiudiz? sociali, ed innalzarsi con me nelle sublimi regioni della passione. S��; la mia donna era vincolata ad un altro. Ad un egoista che si era permesso di farla sua, senza prevedere che io l'avrei amata. Ad un tiranno, che persisteva ad essere suo marito malgrado il nostro reciproco amore. Animo volgare, incapace di eroismo, che non aveva nemmanco la generosit�� di sopprimersi per la felicit�� d'un amico.
E nondimeno mi si accusava. Non si comprendeva che la mia colpa, se pur colpa �� possibile in una grande passione, era crudelmente espiata dal pensiero che quell'uomo si permetteva di chiamar sua la donna mia, di darle del tu, d'amarla, e forse financo di aspirare al di lei amore. Oh, quell'uomo! Io l'odiavo per le ore di tortura che m'imponeva; per le notti che mi faceva vegliare tra gli spasimi della gelosia; per il sacrifizio cui mi assoggettavo ogni giorno di frequentare la sua casa, di parlargli amichevolmente, di simulare colla donna amata una freddezza che non avevo nel cuore, di tollerare. che egli le parlasse con una famigliarit�� oltraggiosa. Oh! quando stringevo sorridendo la mano d'Ernesto, nonch�� sleale, mi sentivo grande e generoso: perch�� l'odiavo, perch�� avrei voluto ucciderlo; e me gli mostravo amico, e rispettavo la sua esistenza, per non compromettere la donna mia.

IV.
Cos�� pensavo allora, ed ero in buona fede, lo giuro.
Su quell'incendio passarono tre anni; e passarono le scene di gelosia, sempre pi�� rade da parte mia, sempre pi�� frequenti da parte di lei; e passarono i rimproveri che mi spesseggiavano sopra per ogni nonnulla.
Dopo tre anni e qualche mese cominciai ad accorgermi che l'osservazione de' miei amici non era punto volgare, n�� ingiusta. Infatti come non ne avevo compreso prima la moralit�� incontestabile? Come avevo potuto stringere sorridendo la mano d'un uomo che tradivo?
Ma certo il mio cuore doveva aver ripugnato all'atto sleale. Certo doveva aver fatto pressione sulla mia coscienza per amore della donna mia; per farle il sacrificio de' miei princip?... Deve essere un amore ben grande quello che giunge fino ad immolare le cose pi��
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