SenzAmore | Page 9

la Marchesa Colombi
star�� anche meglio. Non vede come ingrasso? E mostr�� le sue mani, che infatti, da qualche tempo, erano smagrite, como tutta la sua persona.
--Sfido! Se non mangi...
--Si mangia a seconda dell'appetito che si ha, e si ha appetito a seconda della salute.
--Ma la salute, mio caro, dipende anche molto dalle disposizioni d'animo in cui viviamo. Tu, da un pezzo in qua, ti dai alla vita solitaria, alla malinconia. Se credi che questo regime ti giovi...
--Caro dottore; io non sono pi�� pauroso d'un altro. La morte non mi spaventa; ma ammetter�� che la prospettiva di finire come i miei poveri fratelli, di lasciar qui la mamma sola, dopo averle straziato il cuore con una lunga malattia, non �� fatta per mettermi di buon umore.
--Ma dove la vedi questa prospettiva? domand�� il medico; t'assicuro che sei forte, che stai benissimo.
Marco mostr�� parecchi trattati di medicina che aveva sulla scrivania, e che da qualche tempo erano diventati i suoi libri prediletti, e disse:
--Questi sono pi�� sinceri di lei, dottore; mi dicono la verit�� che lei vorrebbe nascondermi, e mi fanno bene, perch�� mi preparano all'avvenire che mi aspetta.
Il dottore si trattenne a lungo a discorrere con lui; gli espose minutamente il suo stato di salute, la sua costituzione, quali gli risultavano dalle ripetute visite, precisamente come avrebbe fatto con un collega chiamato in consulto. Ma Marco gli rispondeva colla solita ragione del male ereditario. Quell'idea gli si era fitta in mente con una forza spaventosa, e gl'impediva di apprezzare qualsiasi argomento in contrario.
I giorni passarono, venne il gennaio, cominciarono le feste del carnevale, e Marco continuava a stare in casa come un convalescente. Quando gli dicevano di uscire rispondeva che faceva freddo, che il tempo era umido, e rimaneva per lunghe ore immobile nella poltrona, e guardava fuori dalla finestra con certi occhi da moribondo che saluta la luce, che faceva veramente piet��.
Il medico cominci�� a mettersi in pensiero seriamente.
--Se vai di questo passo, ti ammalerai davvero, gli diceva.
Ma tutto era inutile, e Marco dimagrava visibilmente.
Sul finir di gennaio il dottor Andreoni prese a parte la signora Bellazio e le disse:
--Mia cara signora, bisogna assolutamente che quel ragazzo cambi modo di vivere, se non vuole ammalarsi. Sono quattro mesi che si sta crucciando con un'idea penosa; �� dimagrato, e quella malinconia potrebbe procurargli il male che teme.
--Ma cosa posso fare? domandava la povera donna piangendo; ho tentato ogni mezzo, gli ho proposto di viaggiare, ho invitati i suoi amici, l'ho obbligato ad accompagnarmi fuori; ma, con chicchessia e dovunque, la sua tristezza non lo abbandona mai. Cosa posso fare, mio Dio?
--Cerchi di persuaderlo che non ha nessun male, che non ha disposizione alla tisi; non c'�� altro. Infatti non ci ha disposizione, glielo assicuro io in coscienza.
Dopo un lungo colloquio col medico, che pass�� una parte della serata con lei, la signora Bellazio entr�� da Marco, pallida ed abbattuta, cogli occhi ancora rossi, ed un gran peso sul cuore. Era una scena desolante. Avere in s�� la certezza che il suo ultimo figlio era sano, che avrebbe potuto vivere, e vederlo spegnersi volontariamente per un pensiero ostinato, vederlo andare incontro alla morte straziante de' suoi poveri fratelli, era una tortura, per quella madre gi�� tanto sventurata.
Eppure in quel momento era evidente che un'altra agitazione la turbava. Lottava con s�� stessa. Sentiva d'avere un dovere da compiere, e non ne aveva la forza.
Un momento s'accost�� al figlio, e susurr��: ?Senti, Marco;? poi le manc�� il coraggio di proseguire; una timidezza invincibile le strozzava le parole in gola. Quello che doveva dire era troppo difficile.
Sull'imbrunire, rinfrancata dalla penombra che la avvolgeva come in un velo, cominci��:
--Senti, Marco; debbo dirti una cosa...
Ma quand'egli le alz�� in viso i suoi occhioni indifferenti con un'aspettazione senza interessamento, si intimid�� un'altra volta, e soggiunse fremendo:
--No; non posso. Vi sono delle confessioni difficili; troppo difficili, per una povera donna.
And�� fin sull'uscio per ritirarsi nella sua camera, poi torn�� indietro, nervosa, eccitata, ed esclam��:
--E tuttavia non posso lasciarti passar la notte cos��. Da' retta, tu non sei malato, non puoi esserlo; capisci che non puoi esserlo; capisci che non puoi? Che sono io che te lo dico?
--Tu ne sai di molto, rispose Marco, col suo sorriso rassegnato. Lo dici oggi perch�� l'avrai udito dal medico. Ma se non �� oggi sar�� domani. Quando si �� di quel ceppo....
--Ma se non sei di quel ceppo! grid�� la povera donna, nascondendosi il volto fra le mani e scoppiando in singhiozzi.
--Mamma!... esclam�� Marco balzando in piedi.
Ma la vide in una convulsione di pianto, avvilita, vergognosa, e non os�� dir altro.
Ella rimase un momento, forse aspettando una interrogazione conciliante sulla colpa che confessava, poi usc�� sempre piangendo e senza scoprirsi il volto.
Marco non ebbe il coraggio di trattenerla. Provava un'ignota sensazione di vergogna come se il colpevole fosse stato lui. Ad un tratto si sent��
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