Nel paese dei dollari

Adolpho Rossi

Nel paese dei dollari

The Project Gutenberg EBook of Nel paese dei dollari, by Adolfo Rossi This eBook is for the use of anyone anywhere at no cost and with almost no restrictions whatsoever. You may copy it, give it away or re-use it under the terms of the Project Gutenberg License included with this eBook or online at www.gutenberg.org
Title: Nel paese dei dollari Tre anni a New-York
Author: Adolfo Rossi
Release Date: February 23, 2006 [EBook #17836]
Language: Italian
Character set encoding: ISO-8859-1
*** START OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK NEL PAESE DEI DOLLARI ***

Produced by Carlo Traverso, Claudio Paganelli and the Online Distributed Proofreading Team at http://www.pgdp.net (This file was produced from images generously made available by Biblioteca Nazionale Braidense - Milano at http://www.braidense.it/dire.html)

ADOLFO ROSSI
NEL PAESE DEI DOLLARI
(Tre anni a New-York)

IN APPENDICE:
ALBERTO MARIO A NEW-YORK

MILANO
MAX KANTOROWICZ, Editore
VIA ALESSANDRO MANZONI, 5 1893

Propriet�� letteraria riservata
Tipografia degli Operai (Soc. coop.)--Corso Vitt. Em., 12-14-16

Nel libro Un italiano in America, pubblicato nel 1892 dai fratelli Treves, dopo aver raccontato i viaggi e i casi occorsi ad un ragazzo spensierato, che ero io, prima sulla costa atlantica e poi nel lontano ovest nord-americano, narravo come fossi stato invitato a tornare a New-York per assumere la direzione del Progresso Italo-Americano.
E chiudevo il volume con queste parole:
?Feci le valigie, presi il treno quel giorno medesimo e tornai alla metropoli dove mi fermai pi�� di tre anni, fino a quando, cio��, la nostalgia mi richiam�� in patria.
?Di quegli ultimi miei tre anni d'America molte cose avrei da dire; ma il racconto �� gi�� diventato troppo lungo, e sar�� bene, per non abusare della pazienza dei lettori, troncarlo qui. Parler�� forse in un altro libro della vita giornalistica americana e delle impressioni che si provano tornando in Italia dopo aver vissuto per qualche anno negli Stati Uniti.?
Le pagine che seguono sono appunto i ricordi di quell'ultimo triennio passato nell'isola di Manhattan su cui sorge New-York.
ADOLFO ROSSI

I.
La forca.
Angelo Cornetta era un povero e ignorante suonatore d'organetto, nativo di Serre di Persano, in provincia di Salerno, il quale in et�� di ventiquattro o venticinque anni era emigrato in America, come fanno tanti. Sei o sette anni dopo egli conviveva a New-York con una irlandese che un giorno si ammal�� e che prima di morire all'ospedale lo accus�� di averla orribilmente maltrattata.
Non essendo risultato bene dal processo se quella donna era morta di whiskey--il cognac nord-americano--o di bastonate, Cornetta fu condannato a due anni di reclusione nel penitenziario di Sing-Sing. Stava scontando la pena quando una mattina attacc�� lite con un altro prigioniero e lo uccise.
Durante il secondo processo io, che dirigevo l'unico giornale italiano quotidiano esistente allora nell'America del Nord, andai a trovare Cornetta nel carcere di White Plains, a trenta miglia da New-York, bello e tranquillo paese circondato da ridenti colline e formato di casette bianche e di gaie palazzine sepolte nella verdura.
�� una strada pittoresca, che si percorre in un'ora coi treni della New-York and Harlem R. R., in prossimit�� del fiume Hudson, il Reno d'America; s'incontrano allegri villaggi, s'attraversano boschetti di pini appiedi dei colli, si respira un'aria purissima.
Introdotto subito nel carcere con quella premura cortese con cui negli Stati Uniti si ricevono i reporters, cominciai col domandare al detenuto la causa della sua condanna nel penitenziario di Sing-Sing.
--Vi dir�� la verit��--mi rispose.--Io vivevo da qualche tempo con una irlandese, la quale formava la mia disperazione. Giravo tutto il santo giorno a suonare e alla sera tornando a casa, trovavo quella donna ubbriaca. Ella spendeva in liquori i denari che io guadagnavo. Una notte aveva bevuto tanto che, quando rincasai, al primo rimprovero che le feci divent�� furiosa e si mise a gridare come un'ossessa. Il vicinato, tutto sottosopra, chiam�� un policeman, il quale la fece portare all'ospedale, dove essa mor�� quella notte stessa. Allora mi arrestarono e accusarono me di averne causata la morte.
--Ma voi non la maltrattavate quando si ubbriacava?
--Ecco: io ebbi molti diverbi con quella donna. L'ho sempre rimproverata di consumare in liquori tutti i miei risparmi, ma non sono io che l'ha fatta morire: furono le bevande che la uccisero.
--Tuttavia vi hanno condannato,
--S��, a due anni di prigione che stavo terminando di scontare a Sing-Sing, quando avvenne la lite con Daniel Cash.
--Come and��?
--Mancavano due mesi soli per finire la condanna, quando per la mia buona condotta fui mandato dai guardiani nella cucina dello stabilimento a sbucciar patate insieme con un prigioniero americano, di origine irlandese: il Cash. Costui mi odiava e specialmente dopo che un mio connazionale, certo Mangano, aveva ucciso nella stessa prigione un negro, mi colmava di ingiurie e chiamava noi altri italiani porci e sudici. Quella mattina io non mi sentivo bene e gli dissi: ?Cash, sono mezzo ammalato, e non posso lavorare: vorrei tornare nella mia cella e buttarmi sul letto.? Egli mi rispose: ?Lavora, lavora, italiano, se non vuoi che ti getti in faccia
Continue reading on your phone by scaning this QR Code

 / 58
Tip: The current page has been bookmarked automatically. If you wish to continue reading later, just open the Dertz Homepage, and click on the 'continue reading' link at the bottom of the page.