allora presidente della repubblica, passò 
quasi inosservato nella festa; ottennero un maggior successo di 
curiosità certe rose fresche, che costavano dieci lire l'una. 
W. H. Vanderbilt, padre del padrone di casa, arrivò tardi, ed evitando la 
folla salì inosservato al secondo piano del palazzo. Me lo additò il mio 
amico, facendomi notare come le spalle del vecchio milionario 
apparissero più curve del solito e come i di lui occhi sembrassero 
inquieti. 
--Chissà--mi diceva il fratello di Mary--che egli non tema di vedere la 
figura arcigna di suo padre, il rozzo barcaiuolo di Staten-Island, 
guardare con sarcasmo queste pompe; o chissà che non pensi al fratello 
suicida, o non deplori l'acquisto forzato della _Nickel Plate Railroad_, 
che in un giorno solo creò sei milionari. Forse si augura semplicemente 
che la sua puledra prediletta, Maud S., la cavalla più veloce che si 
conosca, vinca anche alle corse di domani. Comunque sia, quest'uomo 
che vale (come si dice) duecentotrenta milioni di dollari d'oro, cioè 
millecentocinquanta milioni di lire italiane, è di cattivo umore e non 
mostra di divertirsi. 
* * * 
Meno di cinquant'anni fa non si aveva idea a New-York di tante 
ricchezze. 
Da una curiosa statistica, pubblicata nel 1846 negli uffici del Sun, si 
rileva che allora il più ricco americano del Nord era John Jacob Astor, 
che possedeva per circa venticinque milioni di beni stabili a New-York. 
Venivano quindi i patrimoni di Van Rensealeur, valutato dieci milioni, 
e di William B. Astor, cinque. La lista dei cittadini e dei patrimoni 
valutati ciascuno mezzo milione o meno d'un milione conteneva appena 
quarantacinque nomi. 
Allora non si parlava nè di Bennett, nè di Cyrus Field, nè di Jay Gould, 
nè di Russel Sage. Dopo il 1846, la maggior parte di coloro che 
trovavansi nella lista, sono diventati molto più ricchi, essi o i loro
discendenti; ma nel frattempo si formarono altre fortune enormi, la cui 
origine è meravigliosa quanto la nascita di Minerva dal cervello di 
Giove. 
I soli patrimoni riuniti di Jay Gould e di Vanderbilt costituiscono più 
del doppio delle ricchezze, di tutti i milionari e mezzo milionari della 
metropoli di cinquant'anni fa. 
--Come mai--domandavo quella notte al mio amico uscendo dal 
ballo--hanno potuto questi individui accumulare tanto rapidamente 
ricchezze così enormi? 
Non era difficile la risposta: con le speculazioni più arrischiate, con la 
frode e con le corruzioni. La vita di tutti i re della Borsa e dei magnati 
ferroviari americani, non è che una storia di imbrogli. È impossibile 
mettere insieme dal nulla, con mezzi onesti e in pochissimi anni, simili 
sostanze. Il più meschino dei predetti magnati delle ferrovie è molto più 
ricco dell'opulento ed arrogante Marco Crasso, la cui fortuna veniva 
considerata la più colossale della Repubblica Romana. 
I fondatori delle dinastie reali degli Asburgo, degli Hohenzollern e via 
dicendo erano briganti o soldati di ventura, ma almeno arrischiavano 
continuamente la vita per la fama e per la fortuna. La nuova aristocrazia 
americana, invece, ha sostituito la scaltrezza al coraggio, la frode e le 
arti della corruzione nella politica ai pericoli del campo di battaglia. 
La maggior parte di questi milionari si sono insomma arricchiti 
ingannando il pubblico e corrompendo le persone alle quali il popolo 
aveva affidata la legislazione degli Stati e della Nazione. 
--Certe operazioni di Borsa--mi diceva il mio amico, pratico di Wall 
Street--sono così immorali che quando si verificarono ultimamente 
alcuni grossi fallimenti, avendo la stampa gridato allo scandalo, il 
governo ordinò una inchiesta sui corners e sui futures. 
--Che cosa significano queste parole? 
--Sono colpi di mano che gli speculatori più furbi e più pratici fanno a
danno dei piccoli capitalisti: sono nuovi imbrogli non preveduti dai 
codici. Il Comitato incaricato dell'inchiesta credette bene di cominciare 
le sue investigazioni chiedendo informazioni e schiarimenti ai 
giuocatori più famosi e fortunati, a Vanderbilt, Gould e Hatch, tre 
colossi di Wall Street, la trinità che impera sulla Borsa di New-York. 
Figurarsi se costoro, che s'ingrassano di corners e di futures, hanno 
dato al Comitato risposte tali da provocare una legge contro le loro 
speculazioni! 
--Mi pare che sia come se un agente di polizia incaricato di una 
investigazione sulle gesta di una banda di briganti, si rivolgesse per 
avere spiegazioni ai capi della banda stessa! 
--Precisamente. I milionari interrogati risposero scherzando. Essi 
sapevano che l'inchiesta sarebbe finita in nulla. Gli speculatori, che 
rovinano spesso tante famiglie, che riducono tanti giuocatori a farsi 
saltare le cervella, sono gente fuori delle leggi. Basta pensare che le 
ferrovie degli Stati Uniti sono valutate sei miliardi di dollari e che 
meno di una ventina di individui amministra a suo talento più della 
metà di questo immenso capitale. Non c'è da meravigliarsi se questi 
signori spadroneggiano anche nei tribunali. Le amministrazioni stesse 
degli Stati si trovano alla loro mercè, poichè nella maggior parte degli 
Stati i loro impiegati sono abbastanza numerosi    
    
		
	
	
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