Lo assedio di Roma

Francesco Domenico Guerrazzi

assedio di Roma, by Francesco Domenico Guerrazzi

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Title: Lo assedio di Roma
Author: Francesco Domenico Guerrazzi
Release Date: December 9, 2006 [EBook #20062]
Language: Italian
Character set encoding: ISO-8859-1
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LO
ASSEDIO DI ROMA
DI
F.D. GUERRAZZI
SECONDA EDIZIONE
RIVEDUTA E CORRETTA DALL'AUTORE
LIVORNO
TIPOGRAFIA A.B. ZECCHINI
1864.

Propriet�� Letteraria di A.B. ZECCHINI E P. LUCCHESI

LO ASSEDIO DI ROMA
DI
F.D. GUERRAZZI

PROLEGOMENI
Roma!
E' corre vecchia fama che Roma sia parola arcana, e significhi Amor, ed io ci credo, per�� che sappia come l'Amore nascesse ad un parto insieme coll'Odio; ora Roma, appunto rappresenta l'Amore indomato del sangue latino alla terra latina, e l'Odio religioso contro lo straniero da qualsivoglia plaga si muova per contaminare la terra latina.
Roma crebbe la sua terra con la polvere degli stranieri: e fu giustizia; ma poi le piacquero i gaudi della strage, e la volutt�� acre dello imperio del mondo; allora si accese contro lei l'ira di Dio; i barbari vennero da contrade rimotissime prima a rovesciarla nel sepolcro, poi a seppellire lo stesso sepolcro.
Per�� che anco sepolta Roma metta spavento.
E tuttavia, in fondo del sepolcro sotterrato Roma medit�� un'altra signoria; all'antica rete dalle maglie di ferro sostituiva la rete sacerdotale dalle maglie di fede, e gittatala su le coscienze imprigion�� da capo molta parte del mondo.
Anche questa fu colpa, e pi�� trista della prima, per�� la vendetta ne dura pi�� lunga. I padri nostri peccarono e noi portiamo il peso delle loro iniquit��. Veramente ella si merita il saluto di Niobe delle nazioni; lei a buon diritto appellano madre le anime desolate; veruna citt�� pat�� maggiori ingiurie di lei: qui, pure ieri, al popolo romano plaudente alla libert�� il littore francese disse: basta[1], e il popolo tacque, e qui, mila e mila anni fa, il soldato gallo che profan�� temerario la veneranda canizie del senatore cadde col cranio fesso dal colpo dello scettro di avorio.
[1] Nella relazione scritta da Filodemo dei gesti del Comitato nazionale romano di cui l'ultimo atto non ha riscontro negli annali delle infamie politiche, sicch�� per trovargli conveniente paragone �� mestieri ricorrere al furto a mano armata della banca Parodi, e che pure fu visto difeso su pei Diari la Nazione di Firenze, e la Gazzetta di Torino, in cotesta relazione, dico, si legge come certa dimostrazione popolesca fosse ammannita dall'eroico comitato consenziente, o connivente il padrone di Francia, onde quando parve la dovesse cessare, i giendarmi andando attorno dicevano: Assez!
Di cui la colpa? Colpa �� di coloro i quali mentre Roma, e Venezia arieno ad essere i punti estremi della cote su cui arrotare il ferro, e la virt�� italiana gittarono dentro lo spazio che intercede tra una terra e l'altra vilt��, avarizia, ogni maniera di malvage passioni, e ignoranza e ne tramarono il lenzuolo dentro il quale si avvolgono i popoli diventati cadaveri.
I preti quando dintorno rintrona il ruggito del lione tremano, e fuggono; allorch�� poi vedono accostarsi le volpi dicono: perch�� ce ne andremo? Non siamo volpi anche noi? Il crisma del Signore non fabbrichiamo noi altri? Sicch��, se siamo unti non si domanda n�� anco! Quanto a corone noi ne portiamo tre.
I preti ci procedono acerbamente nemici: chi li potrebbe condannare? Certo non io. Di vero, chi oggi ha in mano il freno d'Italia non li sa satisfare n�� spengere, bens�� intende arrostirli a lento fuoco come san Lorenzo, ovvero scorticarli a mo' di san Bartolommeo; e questo i preti ben possono con orazioni panegiriche levare a cielo, e chi lo pat��, onde altri lo riverisca, riverire, ma non sostenere essi. La Chiesa non ha pi�� mestieri di martiri; cess�� di essere militante per diventare trionfante; se a taluno cui rimase addosso la vaghezza del martirio vuole cavarsene la voglia se ne va lontano lontano nelle parti degl'infedeli, per��, che tra noi correrebbe il rischio di trovarsi chiuso in qualche manicomio, ovvero in prigione; dacch�� le coscienze abbiano ad essere libere, e persona deve possedere la facolt�� di turbarle. Ognuno viva tranquillo nella religione dei suoi padri, n�� deve mutarglisi con violenza, o insidiare con fraudi dove non appaia mostruosa per pratiche nefande; il che accade solo tra gente selvaggia; lass�� in fondo oltre le stelle vigila per tutti Dio, e le diverse religioni del mondo sono quasi assise diverse di un medesimo signore, e bandiere di uno stesso capitano. Cos�� piaccia al Padre delle cose e degli uomini versare sul capo dei mortali insieme con la luce la benevolenza, affinch�� le tavole della sua legge compaiano norme
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