Linfedele

Matilde Serao
L'infedele, by Matilde Serao

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Title: L'infedele
Author: Matilde Serao
Release Date: May 12, 2007 [EBook #21423]
Language: Italian
Character set encoding: ISO-8859-1
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L'INFEDELE ***

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MATILDE SERAO
L'Infedele

MILANO DITTA EDITRICE BRIGOLA
DI E. BRIGOLA E G. MARCO Via Annunciata, N. 6
M DCCC XCVII

Proprietà Letteraria

171597--Milano, Tipografia Capriolo e Massimino

L'infedele.

I
Tre sono i personaggi di questa istoria d'amore: Paolo Herz, Luisa
Cima e Chérie. Malgrado il suo cognome tedesco, Paolo Herz è italiano,
di madre e di padre italiani, delle provincie meridionali. Veramente,
non è inutile aggiungere che l'avo paterno di Paolo era tedesco. Questo
nonno aveva lasciato la Germania in piccolissima età, emigrando in
Italia: qui era cresciuto, aveva lavorato ad accrescere la sostanza
famigliare e il decoro del nome Herz: qui si era ammogliato con una
italiana, e aveva procreato dei figli. Così i legami con la patria di
origine, almeno quelli esteriori, si eran venuti col tempo, con la
lontananza, rallentando e poi, più tardi, sciogliendosi: tanto che gli
Herz sembrava non conservassero più nessuna traccia nordica nel
temperamento e nel carattere.
Paolo Herz ha trentasei anni; è alto, forte, elegante, sebbene per gli anni
e per la vita di piaceri trascorsa, sia in lui più evidente l'eleganza che la
forza: ha il volto pallido, ma sano, e sotto il pallore è diffusa una lieve
tinta ambrata, emblema del mezzogiorno ove egli nacque: i capelli

tagliati molto corti e che formano delle punte naturali, sulla fronte e
sulle tempia: ha i mustacchi soltanto castani, che lasciano intravvedere
una bocca ancora fresca, mentre intorno agli occhi già manca la
freschezza. Paolo Herz ha una fisonomia tranquilla e quasi immota,
certe volte: ma questa immobilità non è l'assenza della vitalità, nè quel
ritiro dell'espressione faciale che lascia le linee come morte. È,
piuttosto, un riposo dignitoso del viso che esprime chiaramente il
silenzio e la meditazione dell'anima; una pacatezza nobile e pensosa
che pare più adatta al suo genere di bellezza virile e che maggiormente
gli attira l'amore delle donne e l'amicizia degli uomini. Forse, senza che
egli neppure ne abbia sentore, in quei periodi di pace del volto, rinasce
in lui l'antica, avita conscienza germanica, fatta di speculazioni
spirituali, di contemplazioni pure e poetiche. In quei momenti, Paolo
Herz è bello: le donne, spesso, gli hanno imposto di tacere e di pensare,
quando era accanto a loro. Sovra tutto, non lo vogliono veder soffrire:
le sue peggiori giornate, come estetica, sono quelle in cui per un
puntiglio non vinto, per un capriccio non soddisfatto, per una delusione
inaspettata, per un immeritato dolore, tutta la sua fisonomia si
decompone, quasi l'uomo toccasse le soglie della morte. Egli non può
soffrire: egli non sa soffrire: quando soffre, è brutto, è antipatico, è,
talvolta, odioso. Il suo volto bruno diventato terreo, i suoi occhi come
velati da una nebbia torbida, le rughe che si moltiplicano intorno agli
occhi, le guancie sparute che fan parere grosso il naso, le pieghe
accanto alla bocca, mostrano un Paolo Herz tutto diverso, senza energia
morale, senza forza fisica, inetto al dolore, abbattuto dal patimento e
non destante alcuna compassione. Però, bisogna dirlo: pochi uomini lo
hanno veduto soffrire e una sola donna. Per lo più, quando è infelice e
non regge ad essere infelice, egli fugge, e si nasconde non si sa dove.
Paolo Herz è libero. Egli ha perduto sua madre, essendo ancora
giovanissimo: un orfanello di sedici anni. Dopo nove anni, avendone
Paolo venticinque, gli è morto il padre. Da undici anni, quindi, egli è
solo, nella vita: ha lontani parenti, che poco conosce e non vede mai; ha
qualche amico buono, ma l'amicizia loro non è nè profonda, nè
esclusiva. Egli ha amato più sua madre che suo padre, mentre è stato
amato moltissimo da ambedue, come figliuolo unico. La morte di sua
madre, sparita assai giovane e bella, ha colpito l'adolescenza di Paolo,

di un dolor folle, con lunghe crisi nervose e intervalli paurosi di
stupefazione, in cui è parso naufragasse la sua salute e, forse, la sua
ragione: suo padre ha dovuto condurlo a fare un lunghissimo viaggio,
di due anni, nei paesi più lontani: ma il figliuolo, calmato l'impeto
angoscioso, ha conservato un rimpianto inconsolabile, la nostalgia di
quel fido seno materno su
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