GRAMIGNA. Se ben tutto il popolo fosse birri, bargelli, manigoldi, e 
tutta la cittá prigioni, galee, berline e forche, lo faremo star a segno; e 
doppo la nostra partita vi resterá un seminario de' pari nostri. 
ALBUMAZAR. Non aspettava altra risposta da' vostri animi generosi, 
ché giá vi veggo scolpiti nelle fronti i trofei e trionfi; né restarò 
defraudato delle gran speranze di voi. Io son per proporvi un partito. 
RONCA. Ecci guadagno? 
ALBUMAZAR. Per altro non m'affatico. 
RONCA. Eccoci pronti, o piú pazzi e piú bestie che mai! 
ALBUMAZAR. Appena giunsi qui in Napoli, che fui richiesto da uno
certo Pandolfo, vecchio ricco di danari e mobili di casa, che sta 
innamorato; ché se l'etá gli scema il cervello, l'amor gli lo toglie in tutto. 
E quello che importa, è che dá credito alla astrologia e alla 
negromanzia: che si può dire piú? ché se fosse uno Salomone, il dar 
credito a queste sciocchezze bastarebbe a farlo la maggiore bestia del 
mondo. Mirate fin dove giunge la umana curiositá o per dir meglio 
asinitá! Or io facendo dell'astrologo che partecipa un poco del 
negromante, che pizzica dell'alchimista e del far molini, con l'aiuto de' 
miei cari compagni spero lasciare memorabili segni della nostra pratica 
in casa sua, né dubito punto della riuscita. 
RONCA. Quei danari e quelle tapezzarie saranno a noi acutissimi 
incitamenti ad esser piú destri e piú scaltri e piú solleciti che mai. 
ALBUMAZAR. Giá da' vostri ladri cenni, furbeschi atti e muti zerghi 
conosco il pensiero che si ravoglie nel cuore: state attenti a' miei 
pronostichi e fateli riuscir veri. Avisatemi di quello che intendete; ché, 
acquistata che avremo la credenza appresso lui, li faremo la casa piú 
netta e lucida di uno specchio. 
RONCA. Attendete a far bene voi la parte vostra, ché da noi vedrai 
effetti che avanzaranno la tua stima. 
ALBUMAZAR. Eccolo che viene. Arpione, discostati, ascolta ciò che 
dice e riferiscimelo; Gramigna, trattienti su la porta e vedi narrargli 
qualche miracolo de' miei, perché io me ne entro. 
 
SCENA II. 
PANDOLFO vecchio, CRICCA servo, GRAMIGNA. 
PANDOLFO. Cricca, io vo' farti consapevole di uno mio secreto: e se 
le tue manigolderie, che hai usato contro di me fin ora, l'usarai in darmi 
sodisfazione, ti impadronirai del tuo padrone e mi conoscerai piú 
amorevole che mai; ché mai piú per l'adietro mi è accaduta una simile 
occasione.
CRICCA. A che bisognan tanti proemi? pare come che ora m'aveste a 
conoscere. 
PANDOLFO. E perché è gran tempo che ti conosco, per ciò ho usato 
tanto proemio. 
CRICCA. Per chi donque mi conoscete? 
PANDOLFO. Per un grande uomo! Se non fussi un gran furfante e se 
avessi la coda dietro, saressi un diavolo per un uomo, ché vuoi far piú 
per Eugenio mio figliuolo che per me. 
CRICCA. E se mi avete in tale stima, non vi fidate donque di me, ché 
io non posso esser altro di quello che io sono. 
PANDOLFO. Potresti volendo, sta in tuo poter l'essere; e però ti ho 
detto:--Se sarai cosí prudente e savio come sei manigoldo, e farai per 
me quello che cerchi fare per mio figliuolo, avrai altra ricompensa da 
me ora, che non speri col tempo da mio figliuolo.--Però se sarai 
d'accordo meco e secondarai il mio desiderio, buon per te; ché se mi 
accorgo che mi fai delle tue, guai a te. 
CRICCA. Eccomi cosí manigoldo come voi dite, per ubidirvi e pormi 
ad ogni rischio per amor vostro. 
PANDOLFO. Ma perché dubito che cosí sia in mio favore come tu 
diventar uomo da bene, vo' che mi giuri prima. 
CRICCA. Giuro a.... 
PANDOLFO. Tu non sai di che giurare, e dici:--Giuro a.-- 
CRICCA. Giuro tutto quello che volete e non volete. 
PANDOLFO. Poiché sei cosí frettoloso al giurare, sarai piú 
volontaroso a non osservare. 
CRICCA. Se ben dovrei pregarvi che non vi fidiate di me, pur per il 
desiderio che ho di servirvi vi prego che ve ne fidiate.
PANDOLFO. Sappi, il mio caro Cricca, che fra i mancamenti della mia 
vecchiaia il maggior è l'amore.... 
CRICCA. Che umor di malinconia o di pazzia! 
PANDOLFO. Non mi interrompere: so che vuoi dire che son vecchio 
di settant'anni. 
CRICCA. Questo volevo dirvi. 
PANDOLFO. Se son vecchio son tagliato a buona luna, e il legno 
tagliato a buona luna dura gran tempo gagliardo e non fa tarli: «Il vino 
vecchio è miglior del nuovo», «Gallina vecchia fa buon brodo», «Lardo 
vecchio bona minestra». 
CRICCA. Il fatto sta che voi non sète né lardo né legno né vino né 
gallina. 
PANDOLFO. Non sai tu quel proverbio: «Trista quella casa dove non è 
un vecchio»? 
CRICCA. Sí, per consiglio, ma non per marito. Vi guastarete lo 
stomaco. 
PANDOLFO. Son di buona complessione. 
CRICCA. Bisogna essere di buono cervello; se non, farete la morte del 
grillo che muore sul buco. 
PANDOLFO. La    
    
		
	
	
	Continue reading on your phone by scaning this QR Code
 
	 	
	
	
	    Tip: The current page has been bookmarked automatically. If you wish to continue reading later, just open the 
Dertz Homepage, and click on the 'continue reading' link at the bottom of the page.
	    
	    
