La mort de César | Page 2

Voltaire
ne fà pienissima fede. E ben ella può credere che il nostro Poeta ha fatto quell'uso di Sakespeare che Virgilio faceva di Ennio. Egli ha espresso in Francese le due scene ultime della Tragedia Inglese, le quali, toltone alcune mende, sono come quelle due di Burro e di Narciso con Nerone nel Britannico, due specchi cioè di eloquenza nel persuadere altrui le cose le più contrarie tra loro sullo stesso argomento. Ma chi sa se anche da questo lato, voglio dire a cagion della imitazione di SaKespeare, questa Tragedia non sia per piacere meno che non si vorrebbe? A niuno è nascosto come la Francia e l'Inghilterra sono rivali nella Politica, nel Commercio, nella gloria delle armi e delle lettere.
Littora littoribus contraria fluctibus und?
E si potrebbe dare il caso la Poesia Inglese fosse accolta a parigi allo stesso modo della Filosofia che è stata loro recata dal medesimo paese. Ma certo dovranno sapere i Francesi non picciolo grado à chi è venuto ad arricchire in certa maniera il loro Parnasso di una sorgente novella. Tanto più che grandissima è la discrezione con che ad imitare gl'Inglesi s'è fatto il nostro Poeta, come colui che ha trasportato nel Teatro di Francia la severità delle loro Tragedie senza la ferocita. Nella quale idea d'imitazioni egli ha di gran lunga superato Addissono, il quale nel suo Catone ha mostrato a' suoi non tanto la regolarità del Teatro Francese quanto la importunità degli amori di quello. E con ciò egli è venuto à corrompere uno de' pochissimi Drammi moderni, in cui lo stile sia veramente tragico, e in cui i Romani parlino Latino, à dir così, e non Spagnuolo.
Ma un romore senza dubbio grandissimo ella sentirà levarsi contro à questa Tragedia, perchè ella sia di tre Atti solamente. Aristotile egli è il vero, parlando nella Poetica della lunghzza dell' azione teatrale non si spiega così chiaramente sopra questa tal divisione in cinque Atti, ma ognuno sa quei versi della Poetica Latina:
_Neve minor neu sit quinto productior actu Fabula quae posci vult & spectata reponi._
Il qual precetto da Orazio per la Commedia egualmente che per la Tragedia. Ma se pur vi ha delle Commedie di Moliere di trè Atti e non più, e che ciò non ostante son tenute buone, non so perchè non vi possa ancora essere una buona Tragedia che sia di tre Atti, e non di cinque.
_------------------Quid autem C?cilio Plautoque dabit Romanus ademptum Virgilio Varioque?_
E forse che sarebbe per lo migliore se la maggior parte delle Tragedie di oggidì si riducessero a trè Atti solamente; dacchè si vede che per aggiungere i cinque, il più degli Autori sono pur stati costretti ad appiccarvi degli Episodi, i quali allungano il componimento e ne sceman l'effetto, snervando come fanno l'azione principale. E il Racine medesimo per somiglianti ragioni compose gia l'Ester di tre Atti e non più. Che se i Greci nelle loro Tragedie benchè semplicissime furono religiosi osservatori della divisione in cinque Atti, è da far considerazione, oltre che per lo più gli Atti sono anzi brevi che nò, che il coro vi occupa una grandissima parte del Dramma.
Io non so se quivi io bene m'apponga; questo so certo che mi giova parlare di Poesia con esso lei che ne potrebbe esser maestro come ella ne è talora leggiadrissimo artefice. Pollio & ipse facit nova carmina. Sicchè ella bien saprà scorgere la bellezza di questa Tragedia, molti versi della quale hanno di gia occupato un luogo nella mia memoria, e vi risuonan dentro in maniera che io non gli potrei far tacere. E pigliando principalmente ad esaminare la costituzione della favola, ella potrà meglio giudicare di chichesia se il Voltaire siccome ha aperto tra' suoi una nuova carriera così ancora ne sia giunto alla metà. Ma che non vien ella medesima à Cirey à communicarci le dotte sui riflessioni? ora massimamente che ne assicurano essere per la pace già segnata composte le cose di Europa. Niente allora quì mancherebbe al desiderio mio, e à niuno potrebbe parer nuovo in Parigi che io mi rimanessi in una Provincia.
Cirey 12. Octobre 1735.

ACTEURS.
JULES-CESAR, Dictateur. MARC-ANTOINE, Consul. JUNIUS BRUTUS, Préteur. CASSIUS, } CIMBER, } DECIMUS, } Sénateurs. DOLABELLA, } CASCA } Les Romains. Licteurs.
La Scène est à Rome au Capitole.
LA MORT DE CESAR
TRAGEDIE.

ACTE PREMIER.
SCENE I.
CESAR, ANTOINE.
ANTOINE.
Cesar, tu vas régner; voici le jour auguste, Où le peuple Romain, pour toi toujours injuste Changé par tes vertus, va reconna?tre en toi Son vainqueur, son appui, son vengeur, & son Roi. Antoine, tu le fais, ne conna?t point l'envie. J'ai chéri plus que toi la gloire de ta vie; J'ai préparé la cha?ne où tu mets les Romains, Content d'être sous toi le second des humains, Plus fier de t'attacher ce nouveau Diadème, Plus grand de te servir que de régner moi-même. Quoi! tu ne me répons que par de
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