La disfatta, by Alfredo Oriani 
 
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Title: La disfatta 
Author: Alfredo Oriani 
Release Date: December 9, 2006 [EBook #20061] 
Language: Italian 
Character set encoding: ISO-8859-1 
*** START OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK LA 
DISFATTA *** 
 
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Nazionale Braidense - Milano) 
 
LA DISFATTA
ROMANZO 
DI 
ALFREDO ORIANI 
 
MILANO--FRATELLI TREVES, EDITORI--MILANO 
ROMA Via del Corso, 383. NAPOLI Via Roma (già Toledo), 34. 
BOLOGNA: Libreria Fratelli Treves, di P. Virano, Angolo Via Farini. 
TRIESTE: presso G. Schubart. PARIGI: presso Boyveau et Chevillet, 
22, rue de la Banque. LIPSIA, BERLINO e VIENNA: presso F. A. 
Brockhaus. 
 
La Disfatta. 
 
LA DISFATTA 
ROMANZO 
DI 
ALFREDO ORIANI 
 
MILANO 
Fratelli Treves, Editori 
1896. 
 
PROPRIETÀ LETTERARIA
Riservati tutti i diritti. Tip. Fratelli Treves. 
 
LA DISFATTA 
 
I. 
La contessa Ginevra volse la testa con un sorriso, tendendo al vecchio 
medico la bella mano bianca, sulla quale non brillava che il sottile 
anello matrimoniale. 
--Perchè così tardi stasera? 
--Esco ora dalla casa del marchese Roderigi: sta un po' meglio, il caso è 
nullameno disperato. 
Qualcuno degli invitati scambiò un'occhiata malinconica alla triste 
notizia, ma la conversazione rimase impacciata come prima. 
Il dottor Ambrosi si era seduto sopra una lunga poltrona in felpa gialla, 
presso la contessa Ginevra, abbandonando la testa sulla spalliera colla 
famigliarità di un amico, pel quale l'etichetta consente molte licenze. 
Era un bel vecchio alto, quasi calvo, di un color roseo ancora vivace 
sotto il bianco dei capelli e della barba; mostrava sessant'anni, benchè 
ne avesse quasi settanta, ma nè la fatica, nè lo studio avevano ancora 
potuto trionfare della sua robusta complessione. 
--E Bice?--chiese subito, riaprendo gli occhi. 
--È nella sua camera. 
Tutti attesero quello che il dottore avrebbe detto. Egli parve scrutare 
nello sguardo della contessa, largo e tranquillo; quindi con quella 
bruscheria, che lo aveva reso popolare, si scrollò sulla poltrona.
--Vapori! 
--Bice ha un'anima troppo delicata. 
--E un corpo troppo debole: una cosa dipende dall'altra. 
--Sapete perchè non viene stasera con noi? 
--Lo immagino, ma forse verrà più tardi. 
--Purchè non pianga! Negli organismi come il suo, il pianto è un 
disastro; si squilibria tutto il sistema nervoso, e lo stomaco si stanca in 
contrazioni inutili. 
La contessa Ginevra girò lo sguardo sugli altri. Non erano molti; la 
contessa Ghigi, una dama di cinquant'anni, ossuta, nerastra, pochissimo 
simpatica, e nullameno di una bontà che sarebbe stata poetica, anche 
senza il profondo sentimento religioso che l'animava. Portava dei mezzi 
guanti di seta nera, a rete, sulle mani gonfie dai geloni, e sui capelli 
ancora nerissimi e duri, bipartiti sulla fronte bassa, un tocco di velluto 
scuro, quasi malandato. Ella sedeva vicino ad un ometto vestito di un 
largo soprabito bigio, tutto rasato, con una testina giallognola 
illuminata da due occhi cilestri vivacissimi. Dirimpetto a loro un altro 
vecchio, calvo sino quasi alla nuca, col ventre a stento rattenuto da un 
corpetto in panno turchino a fiorami di seta, e una cravatta bianca al 
collo troppo grosso, appoggiava le mani poderose al tavolo, 
trastullandosi con un mazzo di carte. 
All'occhiata della contessa Ginevra tutti guardarono il dottore con muta 
disapprovazione. 
--Ecco che mi siete tutti addosso!--disse raddrizzandosi sulla schiena 
con uno scoppio di voce, mentre il suo viso si animava di una energia 
simpatica:--volete davvero la mia opinione? Mi disapproverete, so già 
prima quanto pretenderete di oppormi, perchè ho fatto la vostra 
diagnosi da un pezzo; ebbene, la mia opinione eccola: il tenente 
Lamberto ha ragione.
Questa affermazione era così enorme, che sul momento nessuno potè 
protestare; la contessa Ghigi ebbe per la prima come un gesto di 
spavento. 
--Per voi io sono già condannato; non lo negate, contessa Maria, perchè 
non mi offendo di questa condanna, alla quale sono sicuro di sfuggire 
da un'altra porta: d'altronde so che pregate da molti anni per me, e che 
la vostra cattiva opinione sulle mie idee non v'impedisce di volermi 
bene come ad un amico. Contessa mia, e anche voi, Ginevra, avete 
torto: è il tenente Lamberto, che ha ragione. 
--Affliggere la povera Bice!--intervenne il vecchietto tutto rasato, con 
una voce così sottile che si sarebbe creduta di una ragazza. 
--Sei fuori di tono, Giorgi: la vita ha più corde del tuo pianoforte. 
Dimentichi dunque, mio grande maestro, che il tempo è tutto, nella 
musica come nella natura? Lamberto ha ventisei anni, ecco perchè ha 
ragione. 
--Io sono qui forse quella,--disse la contessa Ginevra,--che vi    
    
		
	
	
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