La crisi

Marco Praga
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La crisi, by Marco Praga

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Title: La crisi
Author: Marco Praga
Release Date: September 4, 2007 [EBook #22499]
Language: Italian
Character set encoding: ISO-8859-1
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LA CRISI.

Questa commedia fu rappresentata per la prima volta la sera del 14 ottobre 1904 al Teatro Alfieri di Torino, interpreti le signore Virginia Reiter e Lydia Gauthier, e i signori Luigi Carini e Ugo Piperno.

MARCO PRAGA
LA CRISI
COMMEDIA IN TRE ATTI.

MILANO
FRATELLI TREVES, EDITORI
1907.

PROPRIETà LETTERARIA
Riservati tutti i diritti.--La rappresentazione e la riproduzione per la stampa sono vietate a termini e sotto le comminatorie delle vigenti leggi.--Per ottenere il diritto di rappresentazione, rivolgersi esclusivamente alla SOCIETà ITALIANA DEGLI AUTORI per la tutela della proprietà artistica e letteraria (Milano, Corso Venezia, 4).
Published in Milan, March 1st, 1907. Privilege of copyright in the United States reserved under the Act approved March 3rd, 1905, by Fratelli Treves.
Tip. Fratelli Treves.

A VIRGINIA REITER.

PERSONAGGI
NICOLETTA FULVIA GIULIUZZI PIERO DONATI UGO PUCCI GIULIETTA

A Milano, 1904, di primavera.

SCENA STABILE.
+-------------------+-------------------+ | Sala da Pranzo | | | | | Terrazzo | F Tavola C | | | | | | | | +--- A -----+---- B ----+ | | | Scrivania | | | | | | |
E Piano Tavola D
| Divano | | | | | | Salotto | | |

Salotto elegante. Da una grande apertura (A) di fondo, a sinistra, si vede la sala da pranzo. Per una gran porta-finestra (B), di fondo, a destra, si esce sul terrazzo. Un'altra porta-finestra (C) mette in comunicazione il terrazzo colla sala da pranzo. Nel salotto, a destra (D), una finestra, e a sinistra (E), una porta. Nella sala da pranzo, a sinistra (F), altra porta. Nel mezzo del salotto un pianoforte a coda. Nell'arco di questo, un piccolo divano. A destra una tavola bassa da thè e tre sedie. Altri mobili adatti, così nel salotto come in sala da pranzo. Nel salotto, di fondo, nel mezzo, piccola scrivania da signora.

ATTO PRIMO.

SCENA PRIMA.
Nicoletta, Piero, Raimondo e Pucci.
Al levarsi della tela si vedono i quattro, a tavola. Ma tosto NICOLETTA si alza, e i tre uomini si alzano subito anch'essi.
NICOLETTA
sorridente e lusinghiera.
Colonnello, passiamo a bere il caffè in salotto?
RAIMONDO offre il braccio a NICOLETTA, ed entrano nel salotto. NICOLETTA è una bella donna, giovane, elegante, vivace e assai distinta nei modi. RAIMONDO è un uomo di 45 anni, alto, dalle larghe spalle, dall'aspetto serio, marziale, ma distinto ed elegante, nè addimostra quel po' d'impaccio che sovente hanno i militari in borghese, e neppure appare il tipo convenzionale del soldato rude, intransigente, inflessibile. PIERO e il PUCCI seguono i due nel salotto. PIERO è sulla quarantina. Come suo fratello RAIMONDO, ha modi distinti, ma talvolta un poco incerti, come d'uomo debole e timido. Il PUCCI è un giovanotto trentenne, insignificante nella sua eleganza corretta ma un poco esagerata. Egli veste il doppio petto; RAIMONDO e PIERO sono in giacca. NICOLETTA ha una veste chiara primaverile, semplice ma di molto buon gusto.
NICOLETTA.
Abbandonando il braccio di RAIMONDO.
E se vuol fumare....
RAIMONDO.
Grazie, cognatina.
NICOLETTA.
Ah, non mi chiami così. Suocero e cognato son due parole che non dovrebbero esistere se non per gli avvocati e le liti.
RAIMONDO.
Debbo dire?
NICOLETTA.
Nicoletta, semplicemente. Non le piace il mio nome?
RAIMONDO siede sul divano.
Anzi, graziosissimo!
GIULIETTA attraversa la sala da pranzo, e passando pel terrazzo entra nel salotto. Reca il vassoio del caffè, che posa sulla piccola tavola a destra. Poi esce. NICOLETTA si appresta a versare il caffè. Intanto PIERO ha offerto i sigari al Pucci e a RAIMONDO.
RAIMONDO.
Piero, sai chi ho incontrato venendo qui? Giacomo Accardi.
PIERO.
Ah!
RAIMONDO.
Com'è invecchiato! Fu ammalato? Ebbe delle disgrazie?
PIERO.
Che io mi sappia!
NICOLETTA.
Chi è Accardi?
RAIMONDO.
Un nostro vecchio amico.
NICOLETTA.
E non lo conosco?
Volgendosi al marito.
Piero, se mi hai detto che li conosco ormai tutti i tuoi amici?
PIERO.
Questo l'avevo scordato. Ma non lo vedo da gran tempo.
RAIMONDO.
La vita matrimoniale ti avrà separato da parecchi, suppongo.
PIERO.
Accade sempre così.
RAIMONDO.
Un altro l'ho incontrato ieri, Filippo Costa. Mi ha chiesto di te. Curiosa, dissi, son io che devo darti notizie di mio fratello, io che torno dopo quattro anni di assenza! Si lagnava che non ti fai più vedere.
NICOLETTA.
Volgendosi a RAIMONDO, con la tazza del caffè e le piccole molle dello zucchero che tien sospese su la tazza.
Quanti pezzi, colonnello?
RAIMONDO.
Niente "cognata" ma niente "colonnello". Già non lo sono neppure.
NICOLETTA.
Non lo è?
RAIMONDO.
Tenente colonnello, e dimissionario. E niente zucchero.
NICOLETTA.
Lo beve amaro? Davvero?
RAIMONDO.
La stupisce?
NICOLETTA.
No, mi fa paura.
RAIMONDO.
Oh?
NICOLETTA
porgendogli la tazza.
Mia zia, la buona zia che mi ha
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