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The Project Gutenberg EBook of In gondoleta, by Antonio Negri 
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Title: In gondoleta 
Barcarole e Rime Veneziane 
Author: Antonio Negri 
Release Date: November 21, 2006 [EBook #19894] 
Language: Venetian 
Character set encoding: ISO-8859-1 
0. START OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK IN 
GONDOLETA *** 
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Milano) 
IN GONDOLETA 
ANTONIO NEGRI 
(RATAPLAN) 
In Gondoleta 
Barcarole e Rime Veneziane
MILANO 
CARLO ALIPRANDI, EDITORE 
_Via Stella, Num. 9._ 
_L'Editore CARLO ALIPRANDI si riserva tutti i diritti
di 
proprietà  letteraria secondo le vigenti leggi._ 
Milano--Prem. Stab. Tip. dell'Editore CARLO ALIPRANDI--Via 
Stella, 9. 
PREFAZIONE 
Eccoti, lettrice gentile, dei versi in dialetto veneziano, in quel dialetto 
che, se sei veneziana, suona sulle tue labbra come una carezzevole 
armonia, e che, anche se non sei veneziana, sa giungere all'orecchio tuo 
come una facile musica dolce. 
Non ti voglio annoiare con una lunga prefazione: debbo però dirti che 
questi versi sono stati composti dal 1893 al '95 e che sono inediti, 
eccetto poche poesie che uscirono insieme ad altre non comprese nel 
presente volume, nei giornali dialettali di Venezia, sotto il mio 
pseudonimo: RATAPLAN. 
Così ho detto quanto sentivo il bisogno di dirti: leggi ora i miei versi, 
lettrice buona e cortese. E se le mie barcarole, le mie canzonette, le mie 
_vilote_ ti saranno piaciute, o lettrice, ringrazia la mia Venezia, la cara 
città  che le ha dettate al mio cuore, quando, a tarda sera, muto e 
raccolto passeggiavo lungo il Molo, sotto l'argenteo fulgore lunare, di 
fronte all'isola di S. Giorgio, misteriosa nell'ombra, mentre nella pace 
notturna l'alito soave della brezza e l'onda quieta della laguna 
s'accordavano a una dolce armonia. 
Venezia, 7 aprile 1895. 
ANTONIO NEGRI.
_AVVERTENZA_ 
Per quanto riguarda l'ortografia adottata nel presente volumetto, devo 
premettere due parole. Come consigliò Attilio Sarfatti nella «nota» 
premessa alla prima edizione delle sue _Rime Veneziane_, anch'io 
scrissi la consonante _c_ davanti ad _i_, _e_, con la _cédille_, che 
determina il suono _s_: e tolsi l'_h_, che si soleva una volta mettere fra 
la _c_ e la _i_, la _c_ e la _e_. Così _çielo_, _çimitero_, 
_çità _, _dolçe_, ecc., si leggeranno: _sielo_, _simitero_, _sità _, 
_dolse_, ecc.; invece di _vechio_, _vechi_, _vechie_, _ochio_, _a chico 
a chico_, ecc., secondo la grafia antica, preferisco scrivere _vecio_, 
_veci_, _vecie_, _ocio_, _a cico a cico_, ecc., le quali parole, non 
avendo alcun segno, si leggeranno come sono scritte. 
In quanto concerne il modo per indicare graficamente il suono palatino 
della _c_ che segue alla _s_, convengo con quanto scrisse il Dottor 
Umberto Spanio nella «Avvertenza» anteposta ai versi _Un toco de 
vita veneziana_, pubblicati sotto il pseudonimo: GRILO. Trascrivo le 
sue parole: «La difficoltà  maggiore sta nel modo di indicare 
graficamente il suono palatino del _c_ che segue alla sibilante dentale. 
Il Boerio ed altri proposero di rendere questo suono coll'aggiunta di un 
_h_ ed insegnarono quindi di scrivere: _rischiar_, _schioco_, 
_schiantar_, ecc. Altri tentarono di indicare questo suono coll'interporre 
una lineetta fra la _s_ e la _c_: _ris-ciar_, _s-cioco_, _s-ciantar_. 
Perchè non adottare il sistema della linguistica moderna, che distingue 
il suono palatino del _c_ per mezzo di un accento sovrapposto? Così: 
_risćiar_, _sćioco_, _sćiantar_, si pronunciano come fosse scritto: 
_ris-ciar_, _s-cioco_, _s-ciantar_, a differenza della pronuncia di 
_sciar_, _scioco_ e simili», che si pronunciano come ad esempio 
l'italiano: _scia_. 
MONTA, NINETA, IN GONDOLA.... 
Monta, Nineta, in gondola,
Te condurò lontan su la laguna;
Vien, 
Nina mia, destrighete,
Chè, fin dal çiel, le palide
Stele te fa 
l'invito a una, a una.
Su l'onda queta e limpida,
El cuor xe più espansivo e più sinçero;
Fra la pase dolçissima
Del mar, del çielo splendido,
L'amor 
ga un zentil senso de mistero. 
Adasio, el vento tiepido
Che de l'Oriente porta la carezza,
Ne 
sonarà  la musica
Che sente sole l'aneme
Inamorae, co un'intima 
dolçezza. 
E quando po' le nuvole
Vorà  ofuscar de la gran luna el viso,
Ne la 
penombra, palide
Fantasme dirà  storie
De cuori innamorai, de 
paradiso. 
E da lontan, Venezia
Zentil e ciara[1] sora l'aqua piana,
Velada[2] 
un fià [3] da nebie
Che più cressa el so' fassino,[4]
Soridarà  come oriental sultana. 
Storie de amor, de spasemi
D'aneme inamorae cantarà  el vento;
I 
nostri cuori zoveni
I sentirà  in un'estasi
La divina poesia del 
firmamento. 
De la laguna el plaçido
Specio, del çiel rifletarà  i splendori;
Ne l'incantà  silenzio
Sentiremo a l'unisono
El bater spezzegà [5] 
dei nostri cuori.... 
Monta, Nineta, in gondola,
Te condurò lontan su la laguna;
Vien, 
Nina    
    
		
	
	
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