quando fu invitata di recarsi a Parigi, del pari che 
una numerosa deputazione, composta di membri tratti da tutte le 
autorità costituite, onde assistere alla solenne incoronazione di 
=Napoleone=, imperatore de' Francesi. 
Allora fu che, avendo occasione d'osservare più da vicino le opere 
luminose di questo genio prodigioso; che ammirando lo stato di 
prosperità e di gloria a cui egli ha d'un lampo di nuovo innalzata la 
nazione ch'egli governa; che vedendo per tutto regnare la tranquillità e 
la confidenza, la consulta rivolse lo sguardo sulla patria, e non potette 
resistere ad invidiare per lei la felicità di cui era venuta ad essere 
testimonio. 
Per altra parte la consulta era ognor tormentata dal pensiero di futuri 
pericoli, nè poteva dissimularsi quali e quanti si sarebbero sempre uniti 
per far minaccia. Essa non dimenticava i disegni e gl'interessi d'altre 
potenze, e il disequilibrio delle forze, e il danno d'una posizione sì 
esposta, nè quello delle attrattive del nostro territorio.
Giudicò dunque essa del dover suo di riassumere l'incominciato lavoro, 
e riunendosi ai deputati, distinti tutti egualmente per le cariche da loro 
sostenute, non che pel loro zelo e pei loro lumi, d'emettere di voce 
unanime il voto che tutti hanno creduto il più vantaggioso, e che senza 
fallo era di già formato da tutti i cuori. 
Questo voto, che l'amore e la gratitudine dettavano ed inculcavano in 
oltre con uguale forza, fu accolto. =Napoleone= è Re d'Italia. La corona 
è ereditaria di maschio in maschio nella sua discendenza diretta e 
legittima, sia naturale, sia adottiva. Ma egli soltanto potrà riunire nella 
sua persona la corona d'Italia a quella di Francia; e tutti i successori di 
lui avranno a risedere costantemente sul territorio della nostra 
repubblica. 
È l'interesse nostro che ha condotto e mosso =Napoleone= ad 
acconsentirvi. Di fatti, questa corona egli ricusa di ritenerla, nè la 
riterrà, se non fino a tanto che questo interesse ne imporrà la legge alla 
sua saggezza ed all'affetto ch'egli ci conserva; moderazione però fatale 
per noi, che, mentre potevamo lusingarci d'averlo a presidente per 
sempre, ci pone a rischio di non averlo a re che un istante: poichè se il 
suo regno va a cessare ogni volta che cesseranno i nostri pericoli, il 
genio suo e la sua preponderanza non lo lasceranno durar lungo tempo. 
Avendo voluto porre un limite alla durata del suo potere, egli ne 
limiterà di più, e regolerà l'estensione e l'uso. Ci saranno date 
costituzioni che ci garantiranno la nostra religione, l'integrità del nostro 
territorio, l'uguaglianza dei diritti, la libertà politica e civile, 
l'irrevocabilità delle vendite de' beni nazionali, il diritto esclusivo di 
coprire le cariche dello stato: che riserberanno alla legge sola l'autorità 
di stabilire le imposizioni, e che in somma consacreranno, 
consolideranno tutt'i grandi principj sopra i quali è fondato il vero bene 
de' popoli e la loro tranquillità. =Napoleone= ne ha assunto l'impegno: 
chi può dubitare ch'egli non voglia, ch'egli non sappia adempirlo? 
Tali sono i risultati dello statuto costituzionale unito a questo proclama, 
cioè: 
NAPOLEONE,
Per la grazia di Dio e le Costituzioni, =Imperatore de' Francesi e Re 
d'Italia, a tutti i presenti e futuri, salute= 
La consulta di stato decreta, e Noi ordiniamo quanto segue: 
Estratto dei registri della consulta di stato del giorno 17 marzo 1805. 
STATUTO COSTITUZIONALE. 
La consulta di stato, veduto il voto unanime della consulta e 
deputazione unite, del giorno 15 marzo 1805; 
Veduto l'articolo 60 della costituzione sulla iniziativa costituzionale, 
Decreta: 
Art. 1. L'imperatore de' Francesi =Napoleone primo= è =re d'Italia=. 
2. La corona d'Italia è ereditaria nella sua discendenza legittima e per 
retta linea, sia naturale, sia adottiva, di maschio in maschio, escluse in 
perpetuo le femmine e discendenza loro: il diritto d'adozione non potrà 
estendersi ad altri che ad un cittadino dell'impero francese o del regno 
d'Italia. 
3. Tosto che le armate straniere si saranno ritirate dal regno di Napoli, 
dalle isole Jonie e da quella di Malta, l'imperatore =Napoleone= 
trasmetterà la corona d'Italia ad uno de' suoi figli maschi legittimi, sia 
naturale o adottivo. 
4. Da quest'epoca la corona d'Italia non potrà essere più unita colla 
corona di Francia nella stessa persona, ed i successori di =Napoleone 
primo= nel regno d'Italia dovranno stabilmente risedere sul territorio 
della repubblica italiana. 
5. Entro l'anno corrente l'imperatore =Napoleone=, col parere della 
consulta di stato e delle deputazioni de' collegi elettorali, darà alla 
monarchia italiana costituzioni fondate sopra le stesse basi di quelle 
dell'impero francese, e sopra i principi medesimi delle leggi ch'egli ha 
già date all'Italia.
Segnato NAPOLEONE. 
=MELZI, Marescalchi, Caprara, Paradisi, Fenaroli, Costabili, Luosi, 
Guicciardi=. 
Comandiamo ed ordiniamo che le presenti, munite dei sigilli dello stato 
ed inserite nel bollettino delle leggi, siano dirette ai tribunali ed alle 
autorità amministrative, perchè le trascrivano nei loro registri, le 
osservino e le facciano osservare; ed il nostro gran giudice, ministro 
della giustizia del nostro regno    
    
		
	
	
	Continue reading on your phone by scaning this QR Code
 
	 	
	
	
	    Tip: The current page has been bookmarked automatically. If you wish to continue reading later, just open the 
Dertz Homepage, and click on the 'continue reading' link at the bottom of the page.
	    
	    
