Valenzia Candiano | Page 3

Giuseppe Rovani
in maniera ch'egli non t'abbia mai
nè a comperare nè a vendere.»
«Ciò mi riesce nuovissimo.»
In questo mentre molte grida e voci d'acclamazione e d'applauso
partirono dal punto più lontano della Zueca, là dove l'onda si svolge nel
canal Somenzera; dieci o dodici fanaletti che luccicavano in quel fondo,
avvisarono che molte gondole si venivano avanzando di conserva, e
mano mano che venivano innanzi, si facevano più forti le grida e i
battimani. A breve distanza si poterono chiaramente comprendere le
parole: _Viva Candiano_! _Viva Candiano_! e di lì a poco la gondola
nella quale trovavasi l'ammiraglio delle galere, fu presso alla riva. La
folla che stava in sulle scalee si divise allora in due per dare il passo
all'ammiraglio, rispondendo essa pure con acclamazioni e battimani
alle grida che partivano dalle gondole.
Un vecchio di alta e complessa corporatura con tôcco in testa di
sciámito riccio, vestito di una zimarra di velluto pavonazzo, dalle cui
aperture traspariva la sottoveste di seta color fuoco, mise il piede a terra,
volgendo intorno un occhio ancor pieno di fuoco e di sicurezza.

L'incedere ritto e speditissimo della persona con certe mosse repentine
e piene di energia, mostravano che in quel vecchio era una forza di
temperamento che sarebbe stata straordinaria anche in un giovane.
Salutata a dritta e a sinistra la popolaglia che non rifiniva
dall'applaudirgli, entrò esso pure nel palazzo Barbarigo.
Messo il piede nelle sale dove ferveano le danze, anche colà venne
accolto da un subbisso d'applausi: _Viva Candiano, il vincitor de'
Genovesi_! V'era però un uomo in quel palazzo, al quale quelle voci
d'applauso giungevano tutt'altro che gradite. Quest'uomo era il senator
Barbarigo che se ne stava tutto solo su di un terrazzo, e avvolto nella
sua cappa, porgeva orecchio a quelle grida, accusando di stupido
entusiasmo la moltitudine che faceva tanta festa all'ammiraglio. Nel
punto che stava agitando codesti pensieri, gli comparve innanzi un
uomo.
«Oh sei tu, Apostolo?»
«Son io. Mi avete mandato a chiamare, e non ho tardato a venire.»
«Hai fatto bene.»
«E tanto più che mi sembrò d'aver indovinata la causa per cui mi avete
fatto chiamare.»
«La causa? e come puoi tu saperla?»
«Questa sera nella bocca del leone furono trovate due righe che
parlavano dell'ammiraglio Candiano.»
«Come sai tu questo?»
«Questo ed altro e, senza dubbio, più di quello che fu detto in quello
scritto....»
In questa la moltitudine che soverchiava nelle sale, venne ad occupare
anche il terrazzo dove trovavansi i due interlocutori: allora il Barbarigo
visto che quello non era il tempo di venire a stretti colloqui,
quantunque la curiosità il tormentasse forte, pensò togliersi di là, e
detto al Malumbra si fermasse in palazzo fino al termine della festa,
recossi nelle sale.
Le poche parole del Malumbra aggiunsero tuttavia un'allegria insolita
al senator Barbarigo, il quale era un uomo molto singolare.
Entrato nelle sale, e girato l'occhio per vedere dove fosse l'ammiraglio,
gli si recò da presso, e dettegli molte cortesi e gentili parole, mostrò
desiderio di far secolui una partita agli scacchi. L'ammiraglio accettò, i
due vecchi uscirono.

Intanto alcuni giovani gentiluomini che attendevano, riuniti in un
crocchio, a discorrere le varie avventure del dì, come è costume farsi in
simili circostanze e in simili luoghi, continuavano un discorso
incominciato da qualche tempo intorno all'ammiraglio Candiano.
«Oggi abbiamo applaudito al suo valore. Ma una volta si applaudiva al
suo valore e alla bella sua figlia.»
«E la sua comparsa destava due grate sensazioni in una volta.»
«È vero, Steno, io la penso come tu, e la povera Valenzia quando
veniva accompagnata da suo padre, a riflettere la bellissima sua figura
in uno di questi specchi.... mi ricordo che ciascheduno di noi si
contendeva questa leggiadra conquista.»
«Povera Valenzia!»
«Quand'io ci penso, non mi par vero.»
«Se quando venne in Venezia quel nemico di Dio, si fosse affondata la
barca che lo portava, forse anche adesso quella bellissima tra le
fanciulle ci rallegrerebbe la vista.»
«E in vece....»
«Non ne parliamo più.»
«E in vece colla morte di Valenzia la Serenissima Republica comprò
l'alleanza dei Visconti.»
«Chi mai poteva sospettare che il figlio del Visconti dovesse chiedere
in isposa la figlia dell'ammiraglio?»
«Oh parliamo di Candia; ma taciamo di questo fatto.»
«E fu strano in vero.»
«Più doloroso che strano.»
«Chi avrebbe mai creduto che la notte in cui tanto sfolgoreggiò la sua
bellezza nelle sale dei Mocenigo, quella sarebbe stata l'ultima volta che
noi l'avremmo veduta?»
«E fu proprio l'ultima.»
«Tre dì dopo, mi pare ancora di sentire la voce del mio
gondoliere:--Questa sera a ventiquattr'ore, la signora Valenzia
Candiano è passata all'altra vita.»
«E all'alba del dì prossimo doveva recarsi in San Marco dove il
Visconti l'avrebbe impalmata.»
«Pur troppo, e v'andò di fatto, ma in vece dell'alba fu a vespro, e la bara
tenne luogo alla lettiga.»
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