Poesie e novelle in versi

Ferdinando Fontana
໸The Project Gutenberg EBook of Poesie e novelle in versi, by Ferdinando Fontana
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Title: Poesie e novelle in versi
Author: Ferdinando Fontana
Release Date: January, 2006 [EBook #9642]?[This file was first posted on October 12, 2003]
Edition: 10
Language: Italian
Character set encoding: ISO-8859-1
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Claudio Paganelli, Carlo Traverso, Charles Franks?and the Online Distributed Proofreading Team.
This book has been completed in cooperation with the Progetto Manuzio,
We thank the "Biblioteca Sormani" di Milano that has provided the images.
FERDINANDO FONTANA
POESIE
E
NOVELLE IN VERSI
MILANO
1877.
A ANTONIO GHISLANZONI
SCUOLA MODERNA[1]
AD ANTONIO GHISLANZONI,?DEDICANDOGLI IL LIBRO.
Alla tua nota satira?Chi porse l'argomento??Forse i carmi d'un giovane?Da pochi giorni spento?[2]?Forse il Torso di Venere?O il _Düalismo_ ardito,?Che una Musa propizia?Dettava a un erudito?[3]
Non già!.... Dalle tue laudi?Fu consacrato il primo;?Tu lo sapesti scegliere?Dal med?ocre limo; [4]?All'altro degli stolidi?Soltanto il volgo indegno?Oggi contrasta il fervido?Estro e il robusto ingegno.
Forse dell'Inno a Satana [5]?Ti spaventò il concetto??No!.... Che tu abborri i vincoli?Che strozzan l'intelletto,?E so che, quando mediti,?Ti ribelli ai confini,?Al pensier del filosofo?Imposti dai cretini.
è ver, talora il genio?Ama le forme strane,?Ma il pensator sa leggere?Nelle sue cifre arcane,?E sa discerner l'enfasi?Del verso che non crea?Dal balenar fantastico?D'una sublime idea.
Spesso il cantor d'Ofelia,?Col labbro d'uno stolto,?Strambi concetti mormora?Ed è di nebbie avvolto,?Ma sempre, come folgore?Che irradia la tempesta,?Risplende tra le nebbie?L'olimpica sua testa....
Evvia!.... se qualche Bécero,?Nelle invalide carte,?Pallia coll'artificio?La mancanza dell'arte;?Se con grottesche immagini?Pochi grulli impotenti?Cercano un vieto elogio?A mal composte menti;
Se nella solitudine?Dove ti sei rinchiuso?è giunto qualche cantico?Di giovinetto illuso.?Se un impudente o un ebete?Parlando in metro oscuro?S'imbranca colle vecchie?Che dicono il futuro;
Deh!.... non armar la cetera?Colla mordente corda!?Carni di imbelli vittime?Il verso tuo non morda!?Frena, romito Antonio,?La beffarda parola;?Non dir che pochi stolidi?Son la moderna scuola!
Serba ai pedanti, agli arcadi,?Lo scherno e l'ironia;?Taglia pei dorsi elastici?Le vesti in parodia;?Non fornir armi ai deboli?Che temono di noi?E che verranno a irriderci?Cantando i versi tuoi.
Pensa che ai pochi giovani,?Che vedon l'ardua meta,?Il ben d'un raro plauso?I grami giorni allieta....?E che il maggior cordoglio?Che contristi i gagliardi?è di sentirsi mettere?Col volgo dei codardi.
[1] Questi versi vennero già pubblicati in risposta ad una poesia del signor Ghislanzoni, dallo stesso titolo, nella quale l'egregio umorista_ avea preso a far la satira di certi sedicenti innovatori letterarii_. Più die a rispondere al signor Ghislanzoni, questi versi intendevano a metter in chiaro la differenza che passa fra costoro e quelli che operano con vero ingegno.
[2] Emilio Praga.
[3] Due splendide liriche di Arrigo Boito.
[4] Il Ghislanzoni fu il primo che incoraggiò l'ingegno di Praga. Quando questi pubblicò la sua Tavolozza, l'eminente critico, parlandone in un giornale cittadino, dava principio al suo articolo colle seguenti parole: "Finalmente, abbiamo un poeta."
[5] L'Inno a Satana, di Giosuè Carducci.
LIRICHE
PREFAZIONE AI MIEI VERSI
Esser p?eti è legger nei futuri?Giorni; è spaziar nel cielo delle indagini?Condannate dai timidi cervelli;?Esser p?eti o sentirsi maturi?Quando nel sangue bollono i vent'anmi;?è ridere di tutto, esser ribelli?Alla gloria e agli affanni.
Esser p?eti è librarsi giganti?Sull'universo e, in sè raccolti, vivere?Animati da incognita scintilla;?è accogliere del par sorrisi e pianti,?Inni e bestemmie, rantoli e vagiti;?è scrutar con impavida pupilla?I misteri infiniti;
è piangere col vinto e coll'afflitto,?Nè al forte, al vincitor, negare il plauso,?Nè armar la cetra d'una corda sola;?è comprender la colpa ed il delitto,?Laudando il sacrifìcio e l'innocenza;?è cantar tra un bicchiero e una carola?Il chiostro e l'astinenza.
Prisma novello, col pensiero, i mille?Raggi dell'universo in sè raccogliere?E mutarli in cadenze e in armonie;?Poi fra le genti seminar scintille,?Fatali incendi suscitando intorno,?Turbando il cranio alle persone pie...?O illudendole un giorno!
Esser p?eti è salir sovra un monte,?Di notte, quando il ciel di stelle è fulgido,?E, in estasi, esclamar: "Credo! V'è un Dio!"?E inginocchiarsi, e chinare la fronte,?Ripieno il cor di mistica paura...?Poscia negarlo o metterlo in oblio?Discesi alla pianura!
Esser p?eti è viver d'illusioni?Che sull'Eterno Nulla il piede appoggiano;?è celiar con sè stessi e con coloro?Che vi sanno ammirar nelle canzoni;?è accettare, negando, il Bene e il Male;?è desiare la miseria e l'oro,?La reggia e l'ospedale.
Esser p?eti è tentar l'oc?ano?Della vita; è svelarlo; è, ansanti, correre?Dietro un caro id?al.... cui
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