Nel sogno

Neera

Nel sogno

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Title: Nel sogno
Author: Neera
Release Date: March 4, 2006 [EBook #17908]
Language: Italian
Character set encoding: ISO-8859-1
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Neera
NEL SOGNO

CON DISEGNO DI G. SEGANTINI

MILANO, 1893
LIBRERIA EDITRICE GALLI DI C. CHIESA E F. GUINDANI
Galleria V. E. 17-80
DIRITTI DI TRADUZIONE RISERVATI
Tipografia Bernardoni di C. Rebeschini e C.

PARTE PRIMA
L'ASCETA.
"Signore Iddio, vi ringrazio. Siate benedetto, o Signore, nel vostro splendore e nella vostra oscurit��, nel bene che fate e nel male che permettete, nella rivelazione e nel mistero, in questo mondo e nell'altro, perch�� Voi solo sapete. Restino con Voi i cuori puri che mai non conobbero i turbamenti del peccato; vengano a Voi i cuori ardenti che la passione tormenta; accoglieteci tutti, mio Dio, nella vostra misericordia."
Sulle ultime parole il prete, che gi�� stava in ginocchio cogli occhi rivolti al cielo, chin�� la testa, e rimase lungamente assorto in un'estasi mistica.
Era il tramonto, ed era la stagione pi�� calda dell'anno.
A tanta altezza sopra i viventi il sole calava in uno sfolgor��o immacolato di raggi, accendendo scintille sulle vette pi�� sporgenti dei ghiacciai, tracciando strisce purpuree sui fianchi delle montagne, facendo luccicare a tratti i piccoli rivoli delle sorgenti discendenti lungo le balze, nel fondo dei burroni, dove gi�� nereggiava il mistero della notte.
Fresca, purissima, imbevuta di aromi resinosi, l'aria traspariva in mezzo ai boschi d'abete, e, aprendo spazi pi�� chiari nelle chiome vaporose dei faggi, ne faceva emergere i bianchi e ritti fusti allineati colla grazia elegante e gracile d�� un colonnato greco.
Fuori dei boschi, nei cespugli sparsi, nei licheni arrampicanti, nei grossi ciuffi di rododentro, nelle ��gavi, nelle ��riche, nelle felci, nelle macchie brune e sinuose del muschio, nell'atteggiamento rigido dei rami delle brughiere si disegnavano ombre vaghe di persone oranti, di braccia erette al cielo, come se dalla natura tutta venisse in quell'ora e in quel luogo un irresistibile bisogno di preghiera.
Tornando ad alzare la fronte, il prete vide tutto ci��. Quei monti, quel cielo, quegli alberi, quello spazio, erano da molti anni i suoi amici, i compagni muti eppure intendenti del suo fervido innalzamento a Dio. Con un placido sguardo egli abbracci�� le vette fin le pi�� lontane, apparenti quasi nubi al disopra delle altre. Un profondo sentimento d'amore, una parentela misteriosa lo univa a quei colossi che dalla terra guardavano il cielo. Egli ne sentiva la invitta potenza; amava la loro saldezza granitica, la purit�� dei loro marmi e delle loro nevi. Una tenerezza figliale lo prendeva, man mano che qualcuna delle vette scompariva nella oscurit��; si sarebbe detto che egli voleva accarezzarle come si accarezza una testa adorata a cui il sonno sta per chiudere gli occhi.
Nessuna melanconia si mesceva a questo saluto che il solitario dava tutte le sere ai suoi monti; nessuna preoccupazione terrena, nessun timore per il domani. Semplice e calma, la sua anima riposava nella natura di cui gli era penetrata in tutte le fibre la placidit�� maestosa. Non come uomo perduto in un deserto, ma come simile, vivente fra i suoi simili, egli intendeva il silenzio dell'ombra.
Il raccoglimento degli alberi, il cadere del sasso, il quasi impercettibile spostamento dei rami, dei sottili fili d'erba al passaggio di un insetto, gli riempivano il cuore di una dolcezza traboccante; per cui la sua preghiera era spesso accompagnata da altre piccole preci, da slanci di riconoscenza e d'amore, da un tenero delirio e da una compenetrazione cos�� intima della bont�� e della grandezza di Dio che lagrime di consolazione gli scendevano dagli occhi, e, trovandosele poi sulle mani e sugli abiti, egli non sapeva pi�� se fossero le lagrime proprie o la stessa rugiada che cadeva dal cielo sui fili d'erba e sugli insetti.
Mormor�� a bassa voce: "L'invisibile si �� rivelato a me, io sento la voce della solitudine." Poi si tolse d'in sui ginocchi e stette ritto colle braccia conserte.
Era una piccola figura d'uomo, molto delicata: e, ad onta che la vita all'aria aperta gli avesse abbronzata ed incartapecorita la pelle, nelle cavit�� fra il naso e le guancie, sotto gli occhi, sui polsi gli biancheggiava la trasparenza degli asceti, ed il profilo che staccavasi con una assoluta assenza di pastosit�� in una linea d'acciaio, la bocca sottilissima, immateriale, gli davano una somiglianza perfetta coi santi pi�� conosciuti del martirologio cristiano.
Vestiva una tonaca informe di lana bruna sciolta ai fianchi e cadente sopra un paio di rozze scarpe
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