Larte di prender marito

Paolo Mantegazza

L'arte di prender marito, by Paolo Mantegazza

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Title: L'arte di prender marito
Author: Paolo Mantegazza
Release Date: November 21, 2006 [EBook #19885]
Language: Italian
Character set encoding: ISO-8859-1
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L'ARTE DI prender Marito
DI PAOLO MANTEGAZZA
per far seguito a L'arte di prender Moglie.

FRATELLI TREVES, EDITORI
1894.

L'ARTE DI PRENDER MARITO.
OPERE DI PAOLO MANTEGAZZA
(Edizioni Treves). India. 3.a edizione illustrata, L. 3 50 Gli amori degli uomini. 11.a edizione con numerose note ed aggiunte. 2 volumi, 6 -- Le estasi umane, 2 volumi. 5.a edizione, 7 -- Testa, libro per i giovinetti. 17.a edizione, 2 -- Un giorno a Madera. 15.a edizione, 1 -- Il secolo tartufo. 4.a edizione, 2 -- Fisiologia dell'odio. 3.a edizione, 5 -- Igiene dell'amore. 4.a impressione della nuova edizione (1889) coll'aggiunta di due capitoli, 4 -- Epicuro. Saggio di una fisiologia del bello. 2.a edizione, 3 50 Dizionario delle cose belle. 2.a ediz, 4 -- Fisiologia della donna. 2 volumi. 3.a ediz, 8 -- L'arte di prender moglie. 5.a edizione, 4 -- L'arte di prender marito, 4 --
PAOLO MANTEGAZZA, note biografiche e critiche di Carlo Reynaudi, col ritratto di Paolo Mantegazza, 2 --

L'ARTE DI prender Marito
DI PAOLO MANTEGAZZA
per far seguito a L'arte di prender Moglie.

MILANO
FRATELLI TREVES, EDITORI
1894.

PROPRIET�� LETTERARIA. Riservati tutti i diritti.
Milano. Tip. Treves

Alle troppo impazienti,
Alle troppo esigenti,
Alle troppo positive, che credono bastare alla felicit�� del matrimonio molti quattrini e una corona,
Alle troppo poetiche, che credono bastare al matrimonio l'amore,
Dedico questo nuovo libro,
Perch�� tutte imparino, che se il matrimonio pu�� darci la massima felicit��, �� anche la pi�� instabile delle combinazioni chimiche; il pi�� delicato, il pi�� intricato, il pi�� fragile di tutti i meccanismi.
Decembre 1893.

PARTE PRIMA.
IL RACCONTO.

CAPITOLO PRIMO.
La bambina diventa donna.
Era un mattino di marzo, e un sole impaziente s'era alzato troppo presto, spargendo per l'aria azzurra e gi�� calda l'oro della sua luce, il tepore del suo fiato.
La stazione era molto vicina alla casa di Emma, e a piedi era andata coi suoi ad augurare il buon viaggio ad un cugino ingegnere, che sposo da solo un mese doveva fare per l'ufficio suo un lungo viaggio e lasciar sola la sposa per qualche settimana.
Cugini e cugine e zii erano arrivati un po' tardi e si dovette far economia di parole e di abbracciamenti. Un furia furia per prendere i biglietti, consegnare i bagagli, coll'accompagnamento di un grido monotono dei conduttori:
--Facciano presto, signori, il treno parte.
E davanti ad un vagone di prima classe i parenti erano affollati, guardando il cugino ingegnere, che non poteva parlare; perch�� sentiva che le parole gli sarebbero venute fuori, strozzate e singhiozzanti.
Tutti si accontentavano di sorridere al viaggiatore, con un'aria che voleva essere un saluto e un augurio, ma era invece una mestizia mal dissimulata.
Chi non poteva sorridere, neppur dissimulando, era la sposa, che era entrata in vagone per dar l'ultimo bacio al viaggiatore. Cugini e cugine non guardavano se non per terra, con gesti impacciati; mentre la voce del conduttore ripeteva per la ventesima volta il suo monotono:
--Presto, signori, presto, si parte.
La sposa dovette scendere, lo sportello fu chiuso brutalmente e in furia, ma essa si arrampic�� di nuovo sul predellino del vagone.
--Addio, addio Paolo, ritorna presto.... ricordati di scrivermi ogni giorno.
Una testa si abbass��, si incontr�� coll'altra, e per non so quanti minuti secondi, quattro labbra si strinsero, si fusero in un labbro solo, in un singhiozzo supremo.
Emma alz�� gli occhi e guard�� attonita, curiosa, con una prurigine nuova, con un fremito della persona, quei due che si baciavano a quel modo. Non pot�� neppur pronunziare la parola addio....
E un fischio acuto, uno strider di ruote, distacc�� quei due innamorati e fece partire il treno, che spar�� dall'orizzonte in pochi minuti.
Tutti ritornarono alle loro case, ma Emma riport�� con lei il bacio dei due cugini, come se l'avessero stampato sulle sue labbra, con un suggello di fuoco; e lo ebbe nella bocca, nel cuore, negli occhi, tutto quel giorno, e la notte appresso.
Lo vedeva, lo sentiva; ne ricordava il suono....
Eppure essa aveva veduto chi sa quante volte il babbo che baciava la mamma, e mariti baciar mogli; ed essa stessa aveva baciato tante e tante volte, fanciulli e fratelli e amiche e non ne aveva mai provato turbamento alcuno.
Perch�� ora quel bacio l'aveva scossa tanto, l'aveva tanto turbata?--
Non era il bacio, che fosse diverso dagli altri veduti, e sentiti. Era lei, che era un'altra.
Emma da
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