La trovatella di Milano

Carolina Invernizio
trovatella di Milano, by Carolina
Invernizio

Project Gutenberg's La trovatella di Milano, by Carolina Invernizio
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Title: La trovatella di Milano
Author: Carolina Invernizio
Release Date: May 12, 2007 [EBook #21420]
Language: Italian
Character set encoding: ISO-8859-1
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TROVATELLA DI MILANO ***

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[Copertina]

LA TROVATELLA DI MILANO
ROMANZO STORICO
DI
CAROLINA INVERNIZIO
[Illustrazione]
MILANO CARLO BARBINI EDITORE
Via Chiaravalle, 9.
[Occhiello]
LA TROVATELLA DI MILANO
[Illustrazione]
Diego era stato colpito in mezzo al petto e cadde colla faccia riversa al
suolo,...
Pag. 79.
[Frontespizio]
LA TROVATELLA DI MILANO
RACCONTO STORICO DI CAROLINA INVERNIZIO

MILANO
PRESSO CARLO BARBINI EDITORE Via Chiaravalle, Num. 9
1889
[Verso]

Sotto la protezione della legge 25 giugno 1865, N. 2337, essendosi
adempito a quanto essa prescrive.
Milano 1889--Tip. Wilmant di G. Bonelli e C., Via Moscova, 37.

Alle Signorine
Amelia, Zaira e Pia Salani
Cinque anni fa, quando vi conobbi, eravate ancora bambine colla
gonnella corta, i capelli disciolti e il grembiulino. Eppure vi mostravate
già amantissime della lettura e quante volte vi sorpresi o nascoste in un
angolo del vostro giardino o in una sala appartata della tipografia di
vostro padre, tutte intente a divorarvi qualche libro nuovo, appena
uscito dalla macchina, neppure rilegato... E davate già i vostri giudizii
pronti, ingenui, spontanei, col sorriso infantile sulle labbra, gli occhi
brillanti di emozione.
Oggi, fatte giovinette bellissime, piene di senno, con un delicato gusto
artistico e letterario, non vi compiacete che di quei libri, i quali
rispondono ai sentimenti gentili della vostra anima, vi dischiudono
dinanzi l'orizzonte abbagliante, accarezzato dalla vostra giovanile
fantasia, aprono il vostro cuore alle prime, soavi emozioni della vita.
Ecco perchè i miei libri hanno sempre trovato grazia presso di voi e
perchè oggi vi dedico questo mio lavoretto.
Si dice che la più bella pagina di un libro sia quella, sopra cui cade una
lacrima. Orbene: se la mia Trovatella di Milano farà sgorgare dai vostri
occhi una lacrima di commozione e di pietà, voi avrete ricompensato
abbastanza il mio amor proprio di scrittrice, la mia tenerezza di amica
sincera ed affezionata.
Un bacio a tutte di cuore.
Firenze, Giugno 1889.

CAROLINA INVERNIZIO.

CAPITOLO PRIMO.
La maschera misteriosa.
La mezzanotte era ribattuta a tutti gli orologi della città, quando Maria,
la bella guantaia di Porta Vittoria, si decise chiudere il suo negozio.
Aveva fatto così tardi, perchè era l'ultimo giorno di carnevale e gli
avventori non erano mancati.
Maria appariva stanca, abbattuta. I suoi grandi occhi azzurri, lieti e
brillanti, si mostravano leggermente velati; i capelli finissimi castani, le
cadevano in disordine sul collo e sulla fronte; le guancie aveva pallide,
la piccola bocca sorridente, un po' scolorita.
Tuttavia era sempre affascinante: un abito di panno verde con
corsaletto di panno bianco ricamato in spighetta dorata, dava risalto alla
grazia delle tornite spalle e faceva spiccare la vita sottile, flessibile: alla
leggiadra semplicità del suo portamento, univa un'altera castità.
Messi gli sporti alle vetrine, Maria stava per ritirarsi, quando un
individuo mascherato, che veniva correndo dalla parte del bastioni, si
slanciò nel negozio, respingendo indietro con un urto la giovine ed
esclamando con voce soffocata:
--Per pietà, nascondetemi, salvatemi.
Nel primo sbalordimento, Maria era per chiamare aiuto; ma l'individuo
si era tolta la maschera e mostrava un viso così gentile, animato dal
fulgore di due occhi nerissimi e da un sorriso così incantevole, che la
giovine si affrettò a chiudere l'uscio e mettervi il catenaccio.
--Eccovi al sicuro--disse quindi colla sua voce fresca, armoniosa--ma
non posso già tenervi qui tutta la notte.
--Nè io abuserò a lungo della vostra gentilezza; mi basta far perdere le

mie traccie.
Maria sussultò, guardando con maggiore curiosità lo sconosciuto. Egli
indossava un ampio domino nero, che aprendosi sul dinanzi, lasciava
scorgere al disotto un ricco costume di raso celeste e argento: il
cappuccio del domino essendogli caduto sulle spalle, mise allo scoperto
una testa bionda e ricciuta come quella di un fanciullo.
--Eravate dunque inseguito?--chiese la giovine arrossendo alquanto.
--Sì, ma spero non mi prenderete per un ladro o qualche malfattore
travestito, sorpreso dalle guardie: chi mi seguiva è un mio nemico ed io
avevo le mie buone ragioni per non cadere nelle sue mani.
Poi cambiando vivamente discorso:
--Mi dispiace darvi incomodo--aggiunse--voi forse stavate per recarvi
al riposo.
--È vero, ma se starò alzata un'ora di più, non ne soffrirò. Abito qui
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