La notte del Commendatore | Page 4

Anton Giulio Barrili
e l'ho ricordata nel mio testamento, perch�� non abbia a capitar peggio e a rompersi la testa negli ultimi giorni della sua vita. Il resto ai poveri, famiglia che, a dir la verit��, non ho molto aiutata vivendo. Infatti, ho dato, quando i venti, quando i cinquanta, ma non per fare del bene al prossimo, sibbene perch�� una bella signora mi pagava in amabili sorrisi il piacere che aveva di mettermi nella sua lista. Ha pagato cinquecento lire, per vanagloria, un guanto di dama, a cui non avrei fatto il sacrifizio di un'ora, per giungere alla felicit�� di baciarle una mano; mille lire una scatola di fiammiferi, per far dire ad una superba Giunone: peccato che il Commendatore Ariberti non sia nobile di sangue! Vanitas vanitatum et omnia vanitas! Ho fatto un monte di spese inutili, anche sapendo di farle. Al giuoco mi lasciavo guardar le carte da una sirena traditora, che profanava il pizzo di Fiandra, onore delle nostre bisavole. Nei salotti, per le vie, stringevo la mano a centinaia di sciocchi, o di tristi, e mi trattenevo su d'un angolo di strada a sentire i discorsi degli sconclusionati, per finire il giorno con loro, e come loro. Ah, il passato, il passato! Chi mi d�� di cancellarlo? Chi mi d�� da riviverlo altrimenti?....?
E cento svariate forme di persone e di cose gli scorrevano davanti agli occhi, luminose ad un tempo e fugaci come immagini di sogno; selve fragranti per mille aromi preziosi, citt�� di marmo popolate da semidei, liete frescure, laghi azzurri tra i monti, nuvoli rosei, amori, glorie, olimpiche gare e corone d'alloro, tra migliaia d'uomini e di donne festanti; e cos�� via via tutto ci�� che ha fatto bello il mondo, tutto ci�� che lo far�� ancora alle generazioni venture, tutto ci�� che era fuggito da lui senza rimedio.
Ah s��, senza rimedio, pur troppo! E il petto del povero Commendatore ansimava, gravido di sospiri. Quello scherno della fantasia era per lui la cosa pi�� molesta del mondo. Certo, se non fosse stato un uomo per bene, sarebbe uscito in qualche grossa maledizione. Ma queste cosacce non erano il fatto suo; grazie al cielo, il signor Commendatore rispettava s�� stesso, e se pure gli venne il momento che la rabbia traboccasse, il pensiero assunse tuttavia una veste conforme al decoro.
--In fede mia,--esclam�� egli parlando a s�� stesso, che, pur di --ricominciare la vita, farei un patto col diavolo. S��,--soggiunse --poscia, ridendo con un tal po' d'amarezza,--se l'amico ci fosse! Ma --anche questo ci ha distrutto la scienza moderna, anche questo!
--Davvero? e chi glielo dice?--
--Queste parole, che fecero sobbalzare il signor Commendatore nella sua nicchia, gli parve che venissero a lui da un armadio di rimpetto, anzi proprio da un'ampia spera che vi stava incastrata, riflettendo la luce raccolta della sua lucerna, e, tra questa e la penombra in cui egli stava mezzo nascosto, i capricciosi giri del fumo che mandava fuori il vaso del t��. Sbarrati gli occhi, come per guardar meglio davanti a s��, vide dall'immagine riflessa di quelle mobili spire formarsi alcun che di nuovo, indi balzar fuori d'un colpo, a guisa di pantomimo da un quadro mobile, quel famoso personaggio dal viso sarcastico e dalla svelta persona, che si dipinge vestito di rosso dal capo alle piante e con una berretta sormontata da una penna di gallo; insomma ?un giovine gentiluomo? come quello veduto dal dottor Fausto di Goethe, o ?un bel cavaliero? come quello veduto dal suo omonimo di Gounod.
Qui sarebbe il caso di indagare, poich�� siamo nel secolo della incredulit��, se si trattasse pel signor Commendatore d'una visione drammatica o melodrammatica, letteraria o musicale. Ma siccome io credo al fatto che narro, non �� mestieri di cedere a queste pretensioni degli uomini di poca fede. Dopo tutto, apparenza o realt�� che fosse, fatto sta che parlarono a lungo. Ma, di grazia, rifacciamoci dalle mosse.
--E chi glielo dice?--grid�� l'inatteso ospite del signor Commendatore, con una voce impressa di malizia e di buon umore.--Io son pi�� vivo che mai. Sappia, signor Commendatore degnissimo, che non si uccidono cos�� facilmente le vecchie forme del pensiero umano. La scienza ha un bel fare; ma, spinte o sponte, dovr�� lasciarci la nostra parte di sole. Ella avr�� scoperto il mito, non dico di no, e ci avr�� tolto qualcosa; ma anche scemati un pochino del nostro avere, ricompariremo, torneremo a far casa. Non sa Lei quel che avviene delle vecchie lune? Le logorano i naviganti e gl'innamorati a guardarle, come i cani ad abbaiarvi dietro; senza contare che si logorano anche molto da s��, a vedere le debolezze degli uomini. Poi, quando son giunte all'ultimo quarto, buona notte, spariscono, vanno in zecca a farsi rifondere; e quindici giorni dopo, le ricompaiono pi�� tonde di prima.--
A questa intemerata dello strano personaggio, il signor Commendatore non pot�� trattenersi dal
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