La Principessa | Page 2

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mesi, allorchè il duca tornò
all'improvviso, inaspettato.
Il duca adorava la sua unica figlia; era partito, affidandola ad una sua
sorella, poichè egli era vedovo da molti anni. La gentildonna era stata
colta da una grave malattia: per consiglio dei medici avea dovuto
recarsi in altro clima. Enrica era rimasta con Cristina e aveva persuaso,
il che non le riesciva mai difficile, il duca che così stava benissimo,
senza pericoli.
Il duca non potea aver inquietudini: era di carattere leggero, spensierato,
confidava molto nella serietà di Enrica, nella stretta solitudine in cui
viveva, nel vigile amore di coloro che la circondavano.
Cristina, poi, ispirava al duca una fiducia senza limiti.
--Ecco.... ecco Domenico!--gridò un contadino che era andato molto
innanzi sulla strada, fuori del parco, quasi subodorando che il
giardiniere dovesse venire di là.
Subito la lieta notizia andò di bocca in bocca.

Domenico entrò correndo, ansando, nel parco: ruppe ogni domanda
inopportuna sulle labbra degli indiscreti.
--Qua.... qua.... venite.... è tardi.... riuniamoci.... per andare tutti insieme
al palazzo.... Dove sono gli stendardi di fiori?... Le ragazze sono
arrivate?... Qua.... qua....--e accennava con la mano verso un viale ove
si vedevano aggruppate parecchie diecine di ragazze vestite di bianco.
--E la musica? la musica?...--gridava Domenico, che non voleva dar
tempo agli altri d'interrogarlo.
Ma il suo viso acceso, i suoi occhi stralunati, l'eccitazione de' suoi gesti
rivelavano, senz'altro, come e dove egli aveva passato quelle ore.
--Cristina vi cercava!--gli susurrò all'orecchio il vecchio intendente del
duca.
--Ah! Ah!
Malgrado il piglio di leggerezza con cui rispondeva, la fisonomia di
Domenico diventò contraffatta, come se le parole dettegli
dall'intendente gli avessero sgradevolmente ricordato qualche brutta
cosa, ch'egli dovea compiere, e che il vino, propizio o no, gli avea fatto
dimenticare.
--E il duca?...--chiese Domenico, sopra pensiero.
--Il duca non è ancora uscito dalla villa,--replicò l'intendente.
Domenico respirò.
--La duchessina è molto debole.... Sta sempre assai male.... E il duca
voleva persuaderla a uscire con lui, e venir a ballare sul prato le prime
quadriglie con le nostre ragazze.
--Sarà impossibile!--scappò detto a Domenico. E subito si guardava
attorno, sospettoso.
Vide che erano arrivati molti signori, amici e parenti del duca.

C'erano fra gli altri il conte di Squirace, il marchese di Trapani, e
parlavano in quel punto con l'avvocato del duca, fra i più reputati di
Napoli, Maurizio Cotella.
--Marchese,--diceva il conte di Squirace,--siete molto inquieto....
--E come no?--rispondeva il marchese, cugino del duca,--ho lasciato a
casa mia moglie in gravissimo stato.... Da un momento all'altro può
arrivare qui un messo ad anunziarmi che ho avuto un figlio, o pure....
Essa soffre tanto.... Ci voleva proprio questo ritorno improvviso di mio
cugino perchè la lasciassi, anche per poco....
Il marchese era veramente concitato.
Aveva l'aspetto sconvolto, lo sguardo incerto, un tremito in tutta la
persona.
Era come un uomo, la cui vita è affidata a una suprema risoluzione,
d'esito incerto, e magari all'esito d'un delitto.
--Se mio cugino non viene l'andrò a cercare,--osservò a un tratto, con
certa impazienza, il marchese....--Mi dicono che è nella camera di sua
figlia, ammalazzata... forse per la sorpresa di rivederlo, dopo tanto
tempo!
Il marchese si allontanò.
--Ci prende per semplici,--disse il conte all'avvocato.--Non è l'amore
per suo cugino che lo ha fatto accorrere qui così presto.... Egli vuole
ottenere un ufficio molto lucroso e spera ottenerlo con la sempre
maggior influenza che il duca, dopo le sue ultime gesta, ha acquistato
sull'animo del Re.
--Il marchese è rovinato,--riprese l'avvocato Cotella.--Vi rammentate
che, anni or sono, corse voce che egli era morto in Egitto.... Poi tornò in
Napoli.... Suo padre dette fondo al patrimonio di famiglia con le più
bizzarre dissipazioni. Ma ebbe una virtù: benchè nobile, si consacrò al
più umile lavoro. Fu in America: si fece commerciante in pianoforti,

quindi agricoltore, impresario: fu proprietario di uno dei più grandi
alberghi di New-York, ove tutti i servizi erano fatti da negri e da negre:
fondò un giornale, l'Evening Standard. Morì, e lasciò al figlio circa tre
milioni di franchi.
--E il figlio?
--Si è divorato tutto in pochi anni a Parigi, ove tenne una scuderia di
cavalli da corsa, ove il suo sfarzo attirò l'attenzione della Corte, degli
ambasciatori, de' principi che si trovavano di passaggio. Egli si ridusse...
diceva almeno il duca di Lari... a vivere cogr imprestiti fattigli danna
famosa avventuriera italiana: la Barrucci.... Ebbe l'eredità di due zii, e
sfumarono l'una accanto all'altra.... Sposò la principessa di Morella,
cugina dei Montrone; gobba, malsana, la sposò per la dote... che ha già
mangiato....
--Non ho mai visto la principessa....
--Essa sta quasi sempre a Parigi, per far la corte a sua nonna,
ricchissima: e che lascerà al Papa, o agli Orléans, i suoi milioni, se si
disgusta con la sua unica nipote.... È una vecchia mezzo fanatica,
mezzo demente... di una sordida avarizia. Si ricuce
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