La Coscienza di Zeno

Italo Svevo
La Coscienza di Zeno
Italo Svevo
1923
1. Prefazione
2. Preambolo
3. Il Fumo
4. Morte del Padre
5. Matrimonio
6. Moglie e Amante
7. Un'Associazione
8. Psico-Analisi
1. PREFAZIONE
Io sono il dottore di cui in questa novella si parla talvolta con parole poco lusinghiere.
Chi di psico-analisi s'intende, sa dove piazzare l'antipatia che il paziente mi dedica.
Di psico-analisi non parlerò perché qui entro se ne parla già a sufficienza. Debbo
scusarmi di aver indotto il mio paziente a scrivere la sua autobiografia; gli studiosi di
psico-analisi arriccerranno il naso a tanta novità. Ma egli era vecchio ed io sperai che in
tale rievocazione il suo passato si rinverdisse, che l'autobiografia fosse un buon preludio
alla psico-analisi. Oggi ancora la mia idea mi pare buona perché mi ha dato dei risultati
insperati, che sarebbero stati maggiori se il malato sul piú bello non si fosse sottratto alla
cura truffandomi del frutto della mia lunga paziente analisi di queste memorie.
Le pubblico per vendetta e spero gli dispiaccia. Sappia però ch'io sono pronto di dividere
con lui i lauti onorarii che ricaverò da questa pubblicazione a patto egli riprenda la cura.
Sembrava tanto curioso di se stesso! Se sapesse quante sorprese potrebbero risultargli dal
commento delle tante verità e bugie ch'egli ha qui accumulate!... DOTTOR S.
2. PREAMBOLO
Vedere la mia infanzia? Piú di dieci lustri me ne separano e i miei occhi presbiti forse
potrebbero arrivarci se la luce che ancora ne riverbera non fosse tagliata da ostacoli
d'ogni genere, vere alte montagne: i miei anni e qualche mia ora.

Il dottore mi raccomandò di non ostinarmi a guardare tanto lontano. Anche le cose recenti
sono preziose per essi e sopra tutto le immaginazioni e i sogni della notte prima. Ma un
po' d'ordine pur dovrebb'esserci e per poter cominciare ab ovo, appena abbandonato il
dottore che di questi giorni e per lungo tempo lascia Trieste, solo per facilitargli il
compito, comperai e lessi un trattato di psico-analisi. Non è difficile d'intenderlo, ma
molto noioso.
Dopo pranzato, sdraiato comodamente su una poltrona Club, ho la matita e un pezzo di
carta in mano. La mia fronte è spianata perché dalla mia mente eliminai ogni sforzo. Il
mio pensiero mi appare isolato da me. Io lo vedo. S'alza, s'abbassa... ma è la sua sola
attività. Per ricordargli ch'esso è il pensiero e che sarebbe suo compito di manifestarsi,
afferro la matita. Ecco che la mia fronte si corruga perché ogni parola è composta di tante
lettere e il presente imperioso risorge ed offusca il passato.
Ieri avevo tentato il massimo abbandono. L'esperimento finí nel sonno piú profondo e
non ne ebbi altro risultato che un grande ristoro e la curiosa sensazione di aver visto
durante quel sonno qualche cosa d'importante. Ma era dimenticata, perduta per sempre.
Mercé la matita che ho in mano, resto desto, oggi. Vedo, intravvedo delle immagini
bizzarre che non possono avere nessuna relazione col mio passato: una locomotiva che
sbuffa su una salita trascinando delle innumerevoli vetture; chissà donde venga e dove
vada e perché sia ora capitata qui!
Nel dormiveglia ricordo che il mio testo asserisce che con questo sistema si può arrivar a
ricordare la prima infanzia, quella in fasce. Subito vedo un bambino in fasce, ma perché
dovrei essere io quello? Non mi somiglia affatto e credo sia invece quello nato poche
settimane or sono a mia cognata e che ci fu fatto vedere quale un miracolo perché ha le
mani tanto piccole e gli occhi tanto grandi. Povero bambino! Altro che ricordare la mia
infanzia! Io non trovo neppure la via di avvisare te, che vivi ora la tua, dell'importanza di
ricordarla a vantaggio della tua intelligenza e della tua salute. Quando arriverai a sapere
che sarebbe bene tu sapessi mandare a mente la tua vita, anche quella tanta parte di essa
che ti ripugnerà? E intanto, inconscio, vai investigando il tuo piccolo organismo alla
ricerca del piacere e le tue scoperte deliziose ti avvieranno al dolore e alla malattia cui
sarai spinto anche da coloro che non lo vorrebbero. Come fare? È impossibile tutelare la
tua culla. Nel tuo seno--fantolino!--si va facendo una combinazione misteriosa. Ogni
minuto che passa vi getta un reagente. Troppe probabilità di malattia vi sono per te,
perché non tutti i tuoi minuti possono essere puri. Eppoi--fantolino!--sei consanguineo di
persone ch'io conosco. I minuti che passano ora possono anche essere puri, ma, certo, tali
non furono tutti i secoli che ti prepararono.
Eccomi ben lontano dalle immagini che precorrono il sonno. Ritenterò domani.
3. IL FUMO
Il dottore al quale ne parlai mi disse d'iniziare il mio lavoro con un'analisi storica della
mia propensione al fumo:
- Scriva! Scriva! Vedrà come arriverà a vedersi intero.

Credo che del fumo posso scrivere qui al mio tavolo senz'andar a
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