Il sogno di Scipione

Pietro Metastasio
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Il sogno di Scipione

The Project Gutenberg eBook, Il sogno di Scipione, by Pietro Metastasio
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Title: Il sogno di Scipione
Author: Pietro Metastasio
Release Date: March 23, 2004 [eBook #11684]
Language: Italian
Character set encoding: ISO-8859-1
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PIETRO METASTASIO
IL SOGNO DI SCIPIONE
Azione teatrale allusiva alle sfortunate campagne delle armi Austriache in Italia, rappresentata la prima volta con musica del Predieri nel palazzo dell'Imperial Favorita, alla presenza dei Sovrani, il dì primo ottobre 1735, per festeggiare il giorno di nascita dell'Imperator _Carlo VI,_ d'ordine dell'Imperatrice Elisabetta.

ARGOMENTO.
A pochi può essere ignoto Publio Cornelio Scipione, il distruttor di Cartagine. Fu egli nipote per adozione dell'altro che l'avea resa tributaria di Roma (e che noi, a distinzione del nostro, chiameremo sempre col solo prenome di Publio), ed era figliuolo di quell'Emilia da cui Perseo, il Re di Macedonia, fu già condotto in trionfo. Unì il nostro Eroe così mirabilmente in sè stesso le virtù dell'avo e del padre, che il più eloquente Romano volle perpetuarne la memoria nel celebre sogno da lui felicemente inventato, e il quale ha servito di scorta al presente drammatico componimento. _Cic. in Somn. Scip. ex Lib. de Repub. VI._

INTERLOCUTORI.
SCIPIONE.
LA COSTANZA.
LA FORTUNA.
PUBLIO, avo adottivo di Scipione.
EMILIO, padre di Scipione.
CORO D'EROI.

[L'azione si figura in Africa nella reggia di Massinissa.]

IL SOGNO
DI SCIPIONE

[SCIPIONE dormendo, la COSTANZA e la FORTUNA.]
FOR. Vieni e siegui i miei passi, O gran figlio d'Emilio.
COS. I passi miei, Vieni e siegui, o Scipion.
SCI. Chi è mai l'audace Che turba il mio riposo?
FOR. Io son.
COS. Son io; E sdegnar non ti dei.
FOR. Volgiti a me.
COS. Guardami in volto.
SCI. Oh Dei, Quale abisso di luce! Quale ignota armonia! Quali sembianze Son queste mai sì luminose e liete! E in qual parte mi trovo? E voi chi siete?
COS. Nutrice degli eroi.
FOR. Dispensatrice Di tutto il ben che l'universo aduna.
COS. Scipio, io son la Costanza.
FOR. Io la Fortuna
SCI. E da me che si vuol?
COS. Ch'una fra noi Nel cammin della vita Tu per compagna elegga.
FOR. Entrambe offriamo Di renderti felice.
COS. E decider tu dei Se a me più credi, o se più credi a lei.
SCI. Io? Ma Dee... Che dirò?
FOR. Dubiti!
COS. Incerto Un momento esser puoi!
FOR. Ti porgo il crine, E a me non t'abbandoni?
COS. Odi il mio nome. Nè vieni a me?
FOR. Parla.
COS. Risolvi.
SCI. E come? Se volete ch'io parli, Se risolver degg'io, lasciate all'alma Tempo da respirar, spazio onde possa Riconoscer sè stessa. Ditemi dove son, chi qua mi trasse, Se vero è quel ch'io veggio, Se sogno, se son desto o se vaneggio.
Risolver non osa Confusa la mente, Che oppressa si sente Da tanto stupor.
Delira dubbiosa, Incerta vaneggia Ogni alma che ondeggia Fra' moti del cor.
COS. Giusta è la tua richiesta. A parte a parte Chiedi pure, e saprai Quanto brami saper.
FOR. Sì, ma sian brevi, Scipio, le tue richieste. Intollerante Di riposo son io. Loco ed aspetto Andar sempre cangiando è mio diletto.
Lieve son al par del vento, Vario ho il volto, il piè fugace; Or m'adiro e in un momento Or mi torno a serenar.
Sollevar le moli oppresse Pria m' alletta, e poi mi piace D'atterrar le moli istesse Che ho sudato a sollevar.
SCI. Dunque ove son? La reggia Di Massinissa, ove poc'anzi i lumi Al sonno abbandonai, Certo questa non è.
COS. No: lungi assai è l'Affrica da noi. Sei nell'immenso Tempio del ciel.
FOR. Non lo conosci a tante Che ti splendono intorno Lucidissime stelle? A quel che ascolti Insolito concento Delle mobili sfere? A quel che vedi Di lucido zaffiro Orbe maggior che le rapisce in giro?
SCI. E chi mai tra le sfere, o Dee, produce Un concento sì armonico e sonoro?
COS. L'istessa ch'è fra loro Di moto e di misura Proporzionata ineguaglianza. Insieme Urtansi nel girar: rende ciascuna Suon dall'altre distinto; E si forma di tutti un suon concorde. Varie così le corde Son d'una cetra; e pur ne tempra in guisa E l'orecchio e la man l'acuto e il grave, Che dan percosse un'armonia soave. Questo mirabil nodo Che gl'ineguali unisce, Questa ragione arcana Che i dissimili accorda, Proporzion s'appella, ordine e norma Universal delle create cose. Questa è quel che nascose, D'alto saper misterioso raggio, Entro i numeri suoi di Samo il Saggio.
SCI. Ma un' armonia sì grande Perchè non giunge a noi? perchè non l'ode Chi vive là nella terrestre sede?
COS. Troppo il poter de' vostri sensi eccede.
Ciglio che al sol si gira, Non vede il sol che mira, Confuso in quell'istesso Eccesso di splender.
Chi là del Nil cadente
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