Gli duoi fratelli rivali | Page 2

Giambattista Della Porta
tratto.
DON IGNAZIO. In tanto tempo arei caminato tutto il mondo.
SIMBOLO. S��, col cervello; ma io avea a caminar con le gambe.
DON IGNAZIO. Or questo �� peggio, farmi penar di nuovo in ascoltar le tue scuse. Che hai tu fatto?
SIMBOLO. Son stato al maestro delle vesti.
DON IGNAZIO. Cominci da quello che manco m'importa.
SIMBOLO. Cominciar�� da quello che pi�� vi piace: sono stato a don Flaminio vostro fratello, per saper la risposta che ave avuto dal conte di Tricarico della vostra sposa.
DON IGNAZIO. Che sai tu che questo mi piaccia?
SIMBOLO. Ve l'ho intesa lodar molto di bellezza, pregate don Flaminio che tratti col conte ve la conceda, passegiate tutto il giorno sotto le sue fenestre, e il pregio che guadagnaste nella festa de' tori mandaste a donar a lei.
DON IGNAZIO. E ci�� m'importa manco del primo.
SIMBOLO. Sono stato a madonna Angiola.
DON IGNAZIO. Ben?
SIMBOLO. Non era in chiesa, ch�� non era ancor venuta; ed io, per avanzar tempo per gli altri negozi, non l'aspettai.
DON IGNAZIO. Perch�� non lasciasti tutti gli altri per aspettar lei?
SIMBOLO. Che sapeva io che desiavate ci��? Se potesse indovinar il vostro cuore, sareste servito prima che me lo comandaste; e se a voi non rincrescer�� comandarmi, a me non rincrescer�� servirvi. Vi fidate de me de danari, argenti e gioie, e non potete fidar parole o secreti?
DON IGNAZIO. Ho celato il desiderio del mio cuore in sino alla camicia che ho indosso; ma or son risoluto fidarmi di te, cos�� per obligarti a consigliarmi ed aiutarmi con pi�� franchezza, come per isfogar teco la passione. Ma un secreto s�� grande sia custodito da te sotto sincera fede de un onorato silenzio.
SIMBOLO. Vi offro fedelt�� e franchezza nell'uno e nell'altro.
DON IGNAZIO. Io ardo della pi�� bella fiamma che sia al mondo; e accioch�� tu sappi a puntino ogni cosa, cominciar�� da capo.--Quando venne il gran capitano Ferrante di Corduba nel conquisto del regno di Napoli, venner con lui molti gentiluomini e signori spagnuoli per avventurieri, tra' quali fu don Rodorigo di Mendozza mio zio e noi fratelli; e dopo la felice conquista di questo regno, noi e nostro zio fummo molto largamente rimunerati da Sua Maest�� di molte migliaia di scudi d'entrada e de' primi uffici del Regno: fra gli altri fu fatto vicer�� della provincia di questa citt�� di Salerno....
SIMBOLO. Tutto ci�� sapeva bene, ch�� son stato a' vostri servigio
DON IGNAZIO.... Or ei, volendo rallegrare la citta di Salerno sotto il suo governo, il carnescial passato ordin�� giochi di canne e di tori in piazza per i gentiluomini, e un sollenne ballo nella sala di Palazzo per le gentildonne. Venne il giorno constituito, venner e canne e tori in piazza e le gentildonne in sala: fra le altre vennero due giovanette sorelle. Ma perch�� dico ?giovanette?, ch�� non dico due angiolette? Elle parvero un folgore che lampeggiando offusc�� la bellezza di tutte le altre. E se ben Callidora, la minore, fusse d'incomparabil bellezza, posta incontro al sovran paragon di bellezza, a Carizia, restava un poco pi�� languida, perch�� la maggiore avea non so che di reale e di maraviglioso. Parea che la natura avesse fatto l'estremo suo forzo in lei per serbarla per modello de tutte l'altre opere sue, per non errar pi�� mai. Ella era s�� bella che non sapevi se la bellezza facesse bella lei o s'ella facesse bella la bellezza; perch�� se la miravi aresti desiderato esser tutto occhi per mirarla, s'ella parlava esser tutto orecchie per ascoltarla: in somma tutti i suoi movimenti e azioni erano condite d'una suprema dolcezza. Un s�� stupendo spettacolo di bellezza rap�� a s�� tutti gli occhi e cuori de' riguardanti: restar le lingue mute e gli animi sospesi, e se pur se sentiva un certo tacito mormorio, era che ogniuno mirava e ammirava una mai pi�� udita leggiadria. Io furtivamente mirava gli occhi di Carizia, i quali quanto erano vaghi a riguardare tanto pungevano poi, e quanto pi�� pungevano tanto pi�� ti sentivi tirar a forza di rimirargli; e riguardando non si volean partire come se fussero stati legati con una fune, talch�� non sapeva discernere qual fusse maggiore o la dolcezza del mirare o la fierezza delle punture: al fin conobbi che l'uno era la medicina dell'altro. E bench�� io prevedessi che quel fusse un principio d'una fiamma nascente, dalla quale ogni mio spirito dovea arderne crudelissimamente, pur non potea tenermi di non mirarla: onde per non esser osservato da mio fratello, il prendo per la mano e lo meno nello steccato....
SIMBOLO. Perch�� dubbitavate di vostro fratello?
DON IGNAZIO. Tu sai, da che siamo nati, avemo sempre con grandissima emulazione gareggiato insieme di lettere, di scrima, di cavalcare e sopra tutto nell'amoreggiare, ch�� ogniun di noi ha fatto professione di t?r l'innamorata all'altro. Il che s'avenisse cos�� di costei, si accenderebbe un odio maggiore fra noi che mai fusse
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