Dal vero

Matilde Serao
Dal vero, by Matilde Serao

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Title: Dal vero
Author: Matilde Serao
Release Date: November 21, 2006 [EBook #19887]
Language: Italian
Character set encoding: ISO-8859-1
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MATILDE SERAO
DAL VERO

MILANO CASA EDITRICE SOCIALE PERUSSA & QUADRIO Via
Bocchetto, 3.
1879.

DAL VERO
MATILDE SERAO
DAL VERO
MILANO,
CASA EDITRICE SOCIALE
PERUSSIA & QUADRIO,
Via Bocchetto, 3.
1879. Proprietà letteraria della Casa Editrice.

Tip. Milanese, C.^a A. GIULIANI--Via Larga, 35-37.

A ROCCO DE ZERBI.
Egregio amico,
A me, ignota ancora, voi apriste generosamente le colonne del vostro
giornale; nella breve e modesta via letteraria che ho percorsa mi foste
prodigo d'incoraggiamenti. Permettete che ve ne ringrazi, ancora una
volta, offrendovi questo libro.
MATILDE SERAO.
Napoli, Giugno 1879.

FANCIULLO BIONDO.
A Mimì.
Di certo il fanciullo era bellissimo. Aveva gli occhi grandi ed azzurri,
ma di quell'azzurro vero, leale che non diventa mai nero di sera; il
bianco della cornea era anche irradiato da una tinta bluastra, cosa che
faceva sembrare anche più grande la pupilla: i lumi della sala,
riflettendosi in quegli occhi azzurri, vi accendevano una stella
luccicante, una sola. Poi era biondo; non tendente al giallo, come la
Gioconda di Leonardo da Vinci, nè al fulvo, come la Maddalena del
Tiziano, e nemmeno come dovette essere biondo il danese Amleto:
quei capelli erano fini, lucidi, biondi e dolci alla vista, riposavano lo
sguardo stanco da tante teste sfrontatamente brune. Quella testina
originale, dal profilo abbozzato, dai lineamenti puri, dalla fronte serena,
attirava il mio sguardo.
* * *
La commedia quella sera mi annoiava, gli attori strillavano, io non
avevo il programma e non ci capivo nulla. In palco, con noi, vi era un
medico, ma uno di quelli moderni, che sono prima filosofi, poi fisiologi,
poi medici: un materialista calmo e feroce, che in tre parole distruggeva
l'amore, l'anima, l'immortalità, riducendoli a questioni di nervi. Di Dio
non discorreva più; lo aveva ammazzato da un pezzo. Io, fosse
conseguenza di una giornata triste ed uggiosa, dipendesse dalla lettura
di un libro stupido, o venisse dal dispetto di non aver ritrovata la
catenina del mio braccialetto, mi sentivo disposta all'idealismo e quindi
a contraddire aspramente il dottore. Per questo, preferii guardare
attorno.
* * *
Il fanciullo ascoltava religiosamente la recita: spalancava i suoi
occhioni, quasi a vedere maggior numero di cose, ed appoggiava il
mento sulle due manine incrociate; ma il labbruccio inferiore, rosso

come una ciliegia, era avanzato in atto d'infantile fierezza. Forse la
commedia non gli andava a versi, ma non ne perdeva una parola, non
batteva palpebra, non si moveva: a fissarlo bene con l'occhialino, si
vedeva sotto la candida pelle, salire il sangue per lo sforzo
dell'attenzione e pel calore del teatro. All'intervallo rialzò il capo, pensò
un poco, poi sorrise a qualcuno che gli parlava: quella sua bellezza si
completava, animandosi. Doveva essere anche intelligente.
* * *
--Vi piace quel fanciullo?--chiesi al dottore.
--Carino!--mi rispose costui sorridendo.
--Come vorreste che fosse, per chiamarlo bello? Bruno forse?
--Forse.
--E perchè? Avete torto, dottore, se negate al biondo il dominio dell'arte,
e l'arte cammina sempre verso il bello. Tutte le fantastiche immagini,
tutte le incarnazioni della grazia e della bontà noi le fingiamo bionde:
così Venere, dea della bellezza, è bionda; così Maria, la Vergine, è
bionda, e se il serpente s'innamorò di Eva è perchè costei dovette essere
bionda. Apollo, il primo poeta, aveva le chiome d'oro, e gli angioletti
ed il bambino Gesù pure. Ary Scheffer, quando dipinge la sua Gretchen,
è grande, perchè ritrae il sogno di molti pittori: e sono secoli che i poeti
impazziscono per le donne bionde. Perchè in quel colore è la gioia, la
vita, la gioventù. Ma voi sorridete, signor positivo; vi occorrono altri
esempi? Ebbene, l'oro, il motore del mondo, il fattore della civiltà, il
vostro oro divino è anche esso biondo!
--Nulla di questo--rispose il dottore, niente commosso dalla valanga
delle mie parole--per me, non amo i biondi, e la ragione è chiarissima.
Quella tinta, egregia amica, è il risultato di una debolezza nella materia
colorante, è la pruova di un temperamento linfatico: da ciò, poca forza
fisica e quindi poca forza morale, se vogliamo adoperare questa parola.
Come tutte le persone deboli, le femmine bionde sono perfide, e
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